Narrativa italiana Romanzi Le maleparole
 

Le maleparole Le maleparole

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Letteratura italiana

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Catania, anni Sessanta. Ferdinando Astuti è praticante presso lo studio dell'avvocato Rallo che alla retorica forense preferisce la passione più disinvolta - e assai più redditizia - per la vita politica. Le elezioni sono imminenti e al giovane Astuti viene chiesto di scrivere comizi volti a infiammare l'animo degli elettori. La passione per la bella penna, e il bisogno di soldi per l'imminente matrimonio con la bellissima Angela, spingono Ferdinando ad accettare un altro lavoro: il committente è Ignazio Patanè, maturo proprietario terriero, che gli chiede di scrivere la sua biografia. Il patto è subito sancito: prima Ferdinando ascolterà, poi, solo a racconto ultimato, scriverà la biografia. E i ricordi riemergono puntuali da un passato che cela risentimenti mai sopiti e ingiustizie mai sanate. Fino alla scoperta di un segreto - quel segreto - che da sempre contrappone Rallo e Patanè.



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Le maleparole 2008-08-01 03:20:28 Mara
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Mara Opinione inserita da Mara    01 Agosto, 2008
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Le maleparole

Catania, anni Sessanta. Il giovane avvocato Astuti scrive discorsi elettorali per il politico locale Rallo. Il bisogno di denaro per l'imminente matrimonio con Angela portano Astuti ad accettare un altro incarico: redigere le memorie del commendatore Patanè. Man mano che i ricordi affiorano, il passato torna ad oscurare un presente che cela verità nascoste, amori e rancori mai sopiti.

Con questo romanzo, l’autore costruisce una storia a più piani di lettura, una critica sorniona di ambienti e persone, senza cadere nei soliti luoghi comuni. La prosa è raffinata e divertente, fatta di ironica lievità, allusioni, ambiguità e doppi sensi. Uno stile narrativo che, proprio attraverso periodi articolati, spezzati da incisi e mutamenti di prospettiva, solo alla fine rivela il (doppio) senso profondo.

Scrive Leo Gullotta, amico dello scrittore e suo recensore d'eccezione: "Ritrovo tra le pagine la mia Catania, la sua luce, il suo profumo. Ritrovo l'istinto per il teatro e il suo erotismo strisciante. Ritrovo, soprattutto, quella pirandelliana confidenza con l'ipocrisia".

Un'ipocrisia che si esprime con le parole e con le maleparole.

Buona lettura:)

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