Le donne perdonano tutto tranne il silenzio
Letteratura italiana
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 2
Ammalate d'amore
…e perennemente in preda ad un senso di pericoloso svuotamento. Questa è la fotografia delle due donne tratteggiate in questo libro, donne che soffrono, indicibilmente e che vengono raccontate, nell’intimo, con una prosa che è, a tratti, ammaliante (solo a tratti...), ma che non sempre ti permette di capire a fondo i concetti che l’autrice vuole esprimere. Quello che è chiaro è l’universale figura di un “lui”, che prende un pezzetto di “lei” alla volta e la non reazione di “lei” che si lascia dolcemente smembrare. Questa “lei” che ha barattato la sua forza e la sua giovinezza in cambio di umiliazioni ed annichilimento. “Lei” che chiede perdono a se stessa per essersi buttata via, per aver dissipato le proprie energie, per aver svenduto la propria gioia di vivere, trasformandosi in una semplice zucca. Rendersene conto però può permettere quell’incantesimo in cui, alla mezzanotte, la zucca diventa come la carrozza di Cenerentola, per scappare più velocemente da un vortice che non può che tirarti sempre più giù.
Indicazioni utili
Ohibò, che orrore!
Rosa Matteucci si è sbagliata nel titolo: le donne (almeno quelle come me) non perdonano nemmeno i rettangoli di carta come questo.
Non esagero nel dire che questo sia uno dei peggiori “libri” che mi siano capitati fra le mani (e forse fra i peggiori al mondo). Perché purtroppo al giorno d’oggi si pensa che basti scrivere un libro, anche il più orrendo di tutti, per potersi definire “scrittore”.
Ebbene, di cosa parla? Non l’ho proprio capito per colpa dell’accozzaglia disordinata di svariati elementi narrativi piazzati a casaccio. O meglio, io ho capito così: due donne dallo spessore psicologico della carta igienica vogliono conquistare gli uomini che amano e che non se le filano nemmeno di striscio (addirittura una delle due ama così tanto il suo uomo, che per tutta la storia lo chiama per cognome)!
E fin qui tutto ok, potrebbe svilupparsi una buona storia… Peccato che l’autrice sfoggi in maniera assolutamente pessima tutta la sua “cultura”, infarcendo il tutto con citazioni completamente casuali di intellettuali, scrittori, registi e filosofi dei secoli passati, di pubblicità e attualità, oltre a metafore e paragoni che non c’entrano un bel niente con la trama, rovinandola fino a sfociare nella volgarità fine a se stessa.
In confronto il diario che scrivevo io a dodici anni era la Magna Charta Libertatum.
Per dimostrare tutto lo squallore di questo rettangolo di cellulosa, vi riporto qualche citazione presa direttamente da esso:
“Al posto del principe azzurro non c’è più nessuno, come la sagoma vuota dei profili fb dei navigatori che ancora non hanno messo una foto, o che non vogliono farlo.” (Che poesia! Sono commossa!)
“E il desiderio, che c’era da tanto tempo, virava deciso verso l’amore conclamato spingendo il carrello, col sedere appuntito in fuori.” (Eeeeeeeeh???)
“Marta non permetterà che Valentina si intrometta nella vita di Francesco, perché lei lo ama tutto, comprese le sue escrescenze carnose emorroidali.” (…. Beh, buon per te!)
"La tristezza galoppa nel mio cuore come il cavallo bianco della pubblicità del bagnoschiuma Vidal".
“Gli uomini guardano nel vuoto, ormai allocchiti, catturati dalla seduzione animale della resina bruno-rossiccia che si estrae dall’uretra di un ignoto ruminante del Tibet.” (Questa li batte tutti. No, sul serio, è la mia preferita.)
E queste sono solo alcune! Bisognerebbe postare tutto quanto il rettangolo per capirne la bruttezza! Se potessi, gli darei zero stelle, e l’uno qui presente va solo alla bellissima copertina.
Mi raccomando, non leggetelo per nessuna ragione al mondo! Un giorno mi ringrazierete per questo avvertimento. Evitatelo, evitatelo, evitatelo!
D’altronde, come si dice in questi casi? Ah sì: “Uomo avvisato, mezzo salvato”.