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Le colpe degli altri Le colpe degli altri

Le colpe degli altri

Letteratura italiana

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La presentazione e le recensioni di Le colpe degli altri, opera di Vittorio De Grassi. Parigi, 2011. Federica è sulla soglia dei quarant'anni, dopo una vita trascorsa all'ombra di un dolore troppo grande, con il quale non è mai riuscita a fare i conti: l'omicidio, quando lei era solo una bambina, del padre carabiniere, trucidato insieme al magistrato a cui faceva la scorta. Ma adesso, dopo tanti anni, Federica ha finalmente una traccia, la possibilità di sapere e soprattutto di vendicarsi... Vitaliano vive a Parigi da tanti anni, è un affermato uomo d'affari e ha sposato Giulia, una donna comparsa nella sua vita una sera di vent'anni prima, una donna che ha rinchiuso il passato nel fondo del cuore e non parla mai dell'Italia e della propria giovinezza... E adesso, in una piovosa serata di settembre, le strade di Federica e Vitaliano stanno per incrociarsi, adesso forse tutte le domande avranno una risposta e Federica potrà finalmente avere giustizia, quella che le è stata negata per tanti anni. Ma dal male può nascere solo altro male, in un mondo in cui la giustizia sembra essere amministrata da un dio muto... Dalle spiagge salentine bruciate dal sole a una Parigi fredda come il cuore di chi vi ha cercato inutilmente una seconda possibilità, una storia di dolore e riscatto, che fa i conti con il recente passato dei terribili anni di piombo regalandoci un preciso ritratto del nostro Paese e delle sue infinite contraddizioni.



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Le colpe degli altri 2014-03-30 20:58:38 luvina
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luvina Opinione inserita da luvina    30 Marzo, 2014
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Le colpe degli altri

“Le colpe degli altri” è il primo romanzo vincitore del torneo letterario “Io scrittore” promosso dal gruppo editoriale Mauri-Spagnol. E’ stato pubblicato per ora solo in formato digitale, ne sono venuta a conoscenza tramite la newsletter dell’editore e ho deciso di leggerlo quando ho scoperto che l’argomento erano gli anni di piombo e i loro effetti.
In breve la trama: Federica è figlia di un carabiniere ucciso nel 1979 da un commando terrorista insieme al magistrato del quale era la scorta e ad altri suoi colleghi. L’uccisione del padre segna irrimediabilmente la sua vita prima di bambina poi di adolescente ed infine di donna, infatti la conosciamo alle soglie dei quarant’anni. Federica non uscirà mai più dalla spirale di odio che si è creata intorno e che ha coltivato fino a distruggersi ed avvelenarsi la mente e il cuore; il suo obiettivo è annientare la vita di Marta, una terrorista del commando che le uccise il padre e che si è rifugiata a Parigi insieme ad altri due compagni di lotta sotto la protezione della “dottrina Mitterand”. Federica verrà in contatto anche con Vitaliano e Denise, il compagno e la figlia di Marta, che avranno un loro peso nella storia. Nulla salva la protagonista: né l’amore della madre, né la giustizia dei tribunali né l’amore per un uomo che non si aspettava di incontrare: la sua vita è stata interrotta e avvelenata tanti anni prima da un gruppo di terroristi in una calda estate.
Il finale è imprevedibile ma in certo qual modo “scontato” perché di tutto quello che avvenne negli anni bui della “notte della Repubblica” ne fanno ancora oggi le spese coloro che in quegli stessi anni erano appena nati o non lo erano affatto; la fisica ci dice che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria quindi ogni reazione è strettamente proporzionata all’azione che l’ha generata.
Venendo al romanzo in sé è molto apprezzabile che un giovane autore esordiente abbia costruito una storia su un tema ancora così scottante e sentito ma purtroppo a mio parere lo ha trattato un po’ superficialmente. In questi ultimi anni hanno avuto voce letteraria le storie dei figli degli uomini uccisi in quegli anni di piombo come Mario Calabresi o Benedetta Tobagi: queste sono testimonianze di persone che hanno dovuto superare a modo loro con grande coraggio, a volte senza riuscirci veramente, la più grave perdita di una vita. L’autore approfondisce forse troppo anche le figure che poi sono in realtà marginali ai fini della storia e tralascia l’aspetto psicologico più profondo di Federica e di Marta e delle loro motivazioni.
Quello che riesce a rendere bene è il contrasto fra la vita normale della gente comune in quegli anni ’70 (le vacanze, l’esodo, le piccole cose di tutti i giorni) e quella dei terroristi che invece vedevano (o credevano di vedere) in quella stessa gente il consenso verso le loro azioni. Non è riuscito invece a rendere bene davvero quegli anni, forse ciò è dovuto all’età ma se si sceglie di raccontare una determinata epoca storica bisogna calarcisi dentro in tutto non soltanto per i modelli di automobili; innanzi tutto il divorzio non era così comune come oggi né esistevano gli immobiliaristi tutt’al più c’erano i palazzinari. Vittorio De Grassi scrive bene, usando molto i contrasti, con uno stile sicuro che ci accompagna pagina dopo pagina in un viaggio attraverso quarant’anni di storia italiana: tutto sommato un romanzo da leggere.

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Le colpe degli altri 2014-03-19 21:42:11 Antony
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Antony Opinione inserita da Antony    19 Marzo, 2014
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Un romanzo necessario

Man mano che leggevo Le colpe degli altri mi rendevo conto di essere di fronte a un romanzo necessario, una di quelle storie che vanno raccontate. De Grassi pretende molto da lettore, ma alla fine si viene ricompensati, ritrovandosi immersi in una storia in cui i pezzi del puzzle trovano il loro posto uno dopo l'altro, fornendo una visione ampia di quarant'anni della storia italiana. Un piccolo miracolo ottenuto grazie anche a una cura incessante nella costruzione dei personaggi, che sembrano quasi spuntare fuori dalle pagine.
Lo stile narrativo è sempre asciutto ed efficace, con un utilizzo oculato dell'aggettivazione. Un aspetto per me importante, se non decisivo per valutare la bontà di un autore.
Il finale è come una sberla da cui non è facile riprendersi. Lo si può accettare oppure no, ma è questo il bello della letteratura che fa il proprio mestiere e lo fa al meglio.

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