Lasciate ogni speranza, voi che taggate
Letteratura italiana
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Quando il tag diventa una condanna.
Nel mezzo del cammin verso casa, mi ritrovai in mezzo a un banco di nebbia...
Non mi voglia male Dante se ho rovinato così l'incipit del suo capolavoro ma mi sembrava il modo più adatto per iniziare la recensione di questo romanzo. Un romanzo che, come si può capire dal titolo, riprende l'Inferno dantesco (legge del contrappasso inclusa).
Francesco è il nostro nuovo sommo poeta; in realtà è un ragazzo come tanti: cellulare sempre in mano, auricolari sempre nelle orecchie, testa sempre tra le nuvole.
Eppure viene scelto per compiere un viaggio di educazione con una guida d'eccezione: Mark Zuckerberg, il creatore del social network per eccellenza, Facebook.
Tutta la storia è narrata dal punto di vista del ragazzo, che osserva tra lo stupito e lo spaventato le pene a cui sono sottoposti i dannati dell'Inferno dei Social Network. In vita hanno peccato: da chi ha usato i propri profili solo per apparire a chi ha usato i propri account solo per criticare.
Lo stile usato dall'autore è semplice, ironico, gradevole: affronta con un tono spensierato (ma non per questo banale) il tema dell'eccessivo uso dei Social Network ai giorni nostri.
Con battute che strappano un sorriso, l'autore costringe il lettore a riflettere sull'uso che facciamo di Internet. Siamo sempre connessi, sentiamo quasi la necessità di informare il mondo su ciò che stiamo facendo o pensando. Sentiamo la necessità di “taggare”, “postare”, “fare selfie”: Internet è entrato con prepotenza nelle nostre vite e le ha sconvolte totalmente. Il libro non vuole criticare i Social Network in quanto tali: il libro critica l'uso che facciamo di questi potenti strumenti di comunicazione. Una lettura piacevole e leggera che, una volta conclusa, ci spinge a chiederci:
“e io, di che girone faccio parte?”.
Per scoprirlo, non posso che dirvi “Buona lettura”! :)
Una nota: il giovane autore Alessandro Locatelli (nato nel 1994) è attivissimo sui Social Network.
Da Facebook a Twitter, passando per Ask, l'autore gestisce alcune tra le pagine più seguite e attive della community. Quindi, chi meglio di lui per descrivere usi, costumi, stranezze del mondo virtuale?
“Mi guardò ancora una volta con quel sorriso stampato in faccia, mi metteva un disagio enorme, mi sentivo in soggezione, e mi faceva sentire un demente. 'Ti porterò in un posto che nessun uomo ha mai visto prima, un luogo dove il dolore si mescola alle grida, dove la luce del sole è solo un tiepido ricordo ancorato alla tua mente, dove l'aria è rarefatta e malsana, e respirare diventa un'impresa degna dei più grandi eroi omerici. Dove nessun uomo vorrebbe mai trovarsi in vita sua e sarebbe disposto a tutto pur di poter evitare di passarci anche solo un istante' 'In un autobus nell'ora di punta?' 'No, in un luogo ben peggiore. L'Inferno dei Social Network'"