Narrativa italiana Romanzi Lascia che sia io i tuoi occhi
 

Lascia che sia io i tuoi occhi Lascia che sia io i tuoi occhi

Lascia che sia io i tuoi occhi

Letteratura italiana

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La trama e le recensioni di Lascia che sia io i tuoi occhi, romanzo di Alessio Biagi edito da Meligrana. Mary Capoluongo è un’adolescente italo-america che vive a Boulder (Colorado) durante “l’invasione hippy” del 1969 con il padre, muratore alcolizzato, la pia madre, l’angosciato fratello maggiore Nino e due indisciplinati fratelli minori. Mary, costretta a convivere con l’inquietudine del padre e con l’irrazionale possessività di Nino, che suggestionano gli umori dell’intera famiglia, è differente dagli altri Capoluongo e dalle altre famiglie wop (definizione degli emigrati italiani) di Boulder. La dolcezza che l’accompagna e la contraddistingue verrà ricompensata solo durante l’abituale commissione all’emporio alimentare, quando incontrerà Johnny, il figlio hippie del negoziante, costretto a ripararsi a Boulder a causa dei disordini avvenuti tra manifestanti anti-Vietnam e forze dell’ordine ai quali ha preso parte. Quest'incontro sposterà la direzione della sua vita, fino a quel momento ripetitiva e oppressiva, grazie all'intraprendenza del seducente Johnny che infine la metterà di fronte a una difficile decisione. Dopo i precedenti romanzi In tutti i respiri che ti ho preso e Mai amato abbastanza, Alessio Biagi suggella il proprio talento immergendo il lettore in un’altra avventura straordinaria, appassionata, coinvolgente, fuori del tempo e ricca di colpi di scena. Una poesia in prosa che, come d’abitudine nei romanzi di Biagi, coinvolgerà il lettore fino all’ultima parola.



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Lascia che sia io i tuoi occhi 2013-02-01 07:00:36 Robbie
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Robbie Opinione inserita da Robbie    01 Febbraio, 2013
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Storia di una famiglia “wop” negli Stati Uniti

Il libro “lascia che sia io i tuoi occhi” racconta la storia di Maria Capoluongo, secondogenita sedicenne di una numerosa famiglia di origini italiane che vive a Boulder, una cittadina del Colorado, in America, verso la fine degli anni sessanta.

Mary, come viene chiamata lì, é il diamante che riluce nella famiglia, per la sua bellezza, l'allegria, la genuinità dei sentimenti. Diamante offuscato però da una famiglia dai mille problemi, il padre alcolizzato e violento, il fratello maggiore che passa da una donna all'altra senza alcun rimorso e che viene coinvolto spesso in rovinose risse, la mancanza di lavoro o il disbrigo di lavoretti saltuari per tirare a campare, una madre rassegnata al ruolo casalingo, con minime possibilità di intervenire nella conduzione famigliare, affettiva ed educativa, due fratelli minori che crescono seguendo le orme e l'esempio paterno. Finché non spunta Johnny, che fará infiammare il cuore di Mary, ma dovrà scontrarsi con l'opposizione decisa della famiglia Capoluongo... Che fará Mary, deciderà di seguire il suo cuore, accetterà quel biglietto per il concerto di Woodstock?

Alessio Biagi, al suo terzo romanzo, sforna un'altra storia convincente e ben narrata anche se, a mio modesto parere, non raggiunge la bellezza del suo romanzo d'esordio “In tutti i respiri che ti ho preso”. Il suo stile di scrittura è alquanto particolare, amalgama poesia e parole costruendo frasi ad effetto che descrivono in maniera colorata ed inconsueta, il dolore e la gioia, l'amore e l'erotismo, la violenza e la dolcezza, la musica e la libertà, l'emigrazione e l'emarginazione. Il tutto calato in un'epoca di grandi cambiamenti...il movimento dei pacifisti contro la guerra nel Vietnam...l'avvento dei figli dei fiori e della cultura hippy, il movimento di liberazione degli afroamericani dalla discriminazione sociale e politica, Woodstock che rappresenta il primo megaconcerto con i migliori musicisti dell'epoca a veicolare un'ideale di libertá e di trasformazione profonda della società americana prima e mondiale poi. Le tensioni esistenti allora tra americani e italiani immigrati erano molto forti. Lo sapevate che quest'ultimi venivano definiti spregiativamente “wop” (senza documenti) o “dago” (lavoratore a giornata o popolo dello stiletto)?

“Da quando raggiunsero Bethel diventarono inseparabili come una fiamma che bruciava dello stesso amore”.

“Il cuore di Maria si ritirò di parecchie taglie, prosciugandosi e ammuffendo, ma nonostante questo, dentro di sé cullò comunque una speranza, confidando in un suo ritorno.”

“Si percepisce dallo sguardo: una donna quand'è innamorata si trasforma in una creatura del cielo; un'angelo senza le ali”.

L'unico appunto é per un uso troppo frequente della stessa espressione, “sorriso alabastrino” e una frase che ha suscitato in me grande ilarità: “Johnny si elettrizzò quanto ficcare due dita nella presa di corrente”. Stò ancora ridendo.

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In tutti i respiri che ti ho preso di Alessio Biagi
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