La vita incerta delle ombre
Letteratura italiana
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Il dio Asclepio
Severina, una ragazzina di 14 anni con il vizio di rubare, viene mandata per punizione dai genitori in un collegio femminile dove alloggia anche una ragazza misteriosa, Miranda. Miranda e le amiche, più grandi di Severina, passano il tempo immaginandosi seguaci di un dio greco, Asclepio, il cui tempio si trova poco lontano dal collegio. Oltre al dio sono molto interessate ai ragazzi che alloggiano nel vicino collegio maschile. La separazione piuttosto rigida tra le due strutture, e la conseguente impossibilità dei ragazzi di frequentarsi liberamente fa sì che le prime 150 pagine del romanzo siano dedicate soprattutto a discorsi degli uni sull'altro sesso con conseguente innalzamento dei livelli ormonali fino a un livello di guardia. Il superamento del livello di pericolo rende il romanzo molto più vivo e interessante. Vettori propone un mix molto bello tra sogno, realtà e patologia nervosa. Le vicende si spingono oltre il limite della normalità e procedono in una nebbia in cui è difficile riconoscere cosa è reale, cosa è sogno, cosa è soprannaturale o patologico. Questa parte della vicenda è molto intrigante e anche la scrittura raggiunge dei livelli di qualità ottimi. Le pagine prendono vita, e l'attenzione del lettore è finalmente catturata. Alcune parti della storia ricordano il romanzo di Murakami Kafka sulla spiaggia, soprattutto l'inizio del romanzo di Murakami e la scena dei ragazzini addormentati sul monte. C'è quello stesso clima di mistero per cui nulla sembra sia successo ma qualcosa è successo che ricorda anche l'atmosfera del film picnic a Hanging Rock. Anche il clima che c'è nel collegio ricorda il vecchio film. I discorsi tra i ragazzi sono una via di mezzo tra discorsi di adolescenti e di filosofi con un tocco di nichilismo.
Zomer sorrise. Adesso nulla importava più. “Siamo ospiti della vita” mormorò a se stesso “i nostri volti sono frutto del caso. I capelli e le unghie crescono a prescindere dalla nostra volontà. Pare che continuino a farlo anche nella tomba. Invecchieremo e moriremo senza il nostro consenso. Siamo intrappolati nell’esistenza come i passeggeri di una nave che affonda.” La carpa si fermò e sembrò osservarlo, invitarlo quasi a lasciar perdere i pensieri inutili. Il ragazzo capì l’animale. Il mondo nel quale viveva non era il suo. Si sarebbe trovato meglio sott’acqua, escluso dal rumore, intento solo a sentire le correnti del lago sulla pelle.Bastava un salto, una scivolta improvvisa, lasciarsi andare per qualche secondo, permettere all’acqua di invadere i polmoni e niente più Miranda Montelimar, niente più Boccafolle, niente di niente.
Certo che Asclepio, dio della medicina, si scorda del tutto del suo antico ruolo e nel romanzo procura solo danni e malanni.