La traccia dell'angelo
Letteratura italiana
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Se la vita fosse sogno? E se un angelo ci fosse, n
Due cose contraddistinguono questo libro di Benni, musicalità e grande immaginazione. Il tema della finitezza umana è trattato con malinconia e partecipazione nostalgica, verso una scelta che spesso non ci è concessa, poter tornare indietro. E' un'umanità spenta e senza colore, quella di Morfeo, bambino sfortunato e adulto ipocondriaco, vittima dell'errore, della superficialità e della malattia.
E' un libro differente dalla consueta narrazione dell'autore, un libro intimo, che forse ci racconta le paure di noi uomini, con grande delicatezza e la consueta ironia. Non ne sono rimasta delusa, ma piacevolmente sorpresa e non nego che la tentazione di rileggerlo è stata forte, soprattutto per chiarire alcuni punti molto delicati e volutamente criptici.
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Un Benni..spento
Un Benni fuori dal comune di sicuro, non che io sia esperta, ma si percepisce un'atmosfera differente dalle altre presentateci precedentemente.
Restano fattori come il “surrealismo”, il “simbolismo” ecc.. ma subentra adesso un'aria più cupa, a tratti gotica, il risultato della fusione tra la realtà e la magia, con note di pessimismo e di tonalità grigiastre.
Il tema centrale è la critica, sempre e solo la critica.
A cosa?
Si parte dall'accusa alle case farmaceutiche, le quali vendono prodotti, non medicine, per colpire la società in toto, vittima di un movimento ormai troppo veloce per l'essere umano.
...la fragilità dell'esistenza, la debolezza psico-fisica, esasperata al massimo con l'utilizzo di farmaci sempre più comuni e violenti, che attaccano il corpo, e la mente, soprattutto, creando danni irrisolvibili.
Tutto ciò è presentato attraverso l'entratra del paranormale, la parte che mi ha colpito di meno, ad essere sincera. Questi angeli.. a volte banali, a volte stupidi, a volte troppo surreali addirittura per il surrealismo..
Avrei preferito un Benni completamente “serio” e non sdoppiato.
Sarebbe riuscito a coronare un bel progetto, pur distaccandosi di gran lunga dalla sua consueta ed eccentrica produzione.
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Gli uomini? Cavie perse in un labirinto
Questa è la fiaba del piccolo Morfeo, la sera di Natale guardava fuori dalla finestra la neve dipingere di bianco le case e le strade del suo paese,mentre in cucina i nonni e i genitori preparavano la cena, d'improvviso, "una persiana pesante come una bara",incardinata alla parete da moltissimi anni,si staccò e colpì il bambino in mezzo alla testa",lo portarono in ospedale dove sopravvisse grazie ad un "veleno".Questa è la storia di un angelo di nome Gadariel, che legato ad un letto di contenimento,fu liberato perchè lo Stato avrebbe risparmiato soldi.Questa è la storia di un altro angelo Elpis, una giovane donna che credeva che per ottenere una guarigione bastassero poche gocce di gioia.Ed infine quasta è la storia dell'Inferno, quello che si nasconde in certe cliniche bianche come i sepolcri, dove medici detti Mister 20% (perchè l'industria farmaceutica riconosce loro questa percentuale sui farmaci propinati ai loro pazienti)vendono veleni chiamati medicinali.Ci sono tre padroni in questo mondo che comandano e condizionano la nostra vita,i signori delle armi ,i signori del petrolio, gli industriali farmaceutici,quelli che si dovrebbero occupare della nostra salute,ma ciò che conta è mettere sul mercato pillole,ciò che conta è che queste creino dipendenza,ciò che conta... Questa fiaba tagliente come i denti del lupo,avvelenata come la famosa mela, illuminante come l'acciarino racconta tutta l'idiozia e la disumanità di un modo di interpretare la professione medica,del modo come l'industria dei medicinali pensa alla salute di tutti noi,salvo poi scoprire, l'industriale farmaceutico,ammalatosi di cancro perchè si era dimenticato,distratto dagli estratti conto,che anche lui si sarebbe ammalato come noi miseri mortali, che di pillole che lo guariscano non ce ne sono neanche per lui,perchè i soldi per la ricerca se li era portati alle Cayman .
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La traccia dell'angelo
Natale 1955, raccolti intorno al semplice focolare della vigilia, così com'erano semplici le vigilie di allora, Morfeo, otto anni, attende il momento in cui scarterà i suoi pochi regali, ma la pesante persiana di legno decide che proprio quello è il momento di avere la meglio del cardine vecchio e arruginito e piomba in testa al piccolo. Quella forte commozione celebrale gli sarà sempre vicino provocandogli negli anni a venire insonnia e malori diagnosticati malamente in epilessia e Morfeo adulto sarà costantemente accompagnato dalle medicine che lo porteranno all'assuefazione e alla dipendenza. Veglierà su Morfeo, Gadariel, un angelo “cattivo” perché ribelle e Elpis, un angelo bianco.
“Un angelo non c’è sempre. Se no non è un angelo. La sua prerogativa è che qualche volta arriva e qualche volta ti abbandona. Non sapere mai se arriverà, ecco l’essenza, ecco la traccia dell’angelo.”
Lo Stefano Benni al quale siamo abituati, visionario, onirico, tra reale e surreale, che attacca l'enorme potere, spesso criminale dell'industria farmaceutica. Ci offre personaggi grotteschi, caricaturali e una doppia versione di angeli; un angelo ribelle, cattivo e un angelo buono, che pensa che “il bene è sempre una goccia più del male. Tu devi coltivare quella goccia, spera che quella goccia venga da te.....”
Un romanzo breve che purtroppo non è riuscito a catturarmi e a darmi quelle emozioni che ricevo da sempre dai libri di Benni. Anche l'ironia dissacrante, pungente ed esplosiva dei suoi precedenti racconti non è presente e la sua prosa, colorata, piacevole, non è bastata purtroppo a farmi apprezzare questo libro.