La superiorità del topo
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Disgregazione
Vengono ritrovate pagine di un manoscritto in un mobile comprato da un antiquario a Roma.
Willy, l'uomo del ritrovamento ed anche l'acquirente del mobile, racconta di questa singolare scoperta ad un suo amico, sarà poi colui che si occuperà dello scritto.
Queste pagine sono organizzate ad episodi che accadono al protagonista del racconto, che molto verosimilmente è di carattere autobiografico, lui è arrivato a questa conclusione dopo varie congetture. Gli episodi anche nel libro non sono posti in maniera cronologica. Il periodo dovrebbe essere quello del fascismo o subito dopo, il ragazzo protagonista narra delle sue esperienze, delle disavventure e di tutte le persone che ama o per cui nutre una passione. Racconta delle persone care che muoiono durante il suo cammino, ma nel momento clou delle vicende compare sempre un topo, con aria di sfida e cosciente di non essere catturato. Ma soprattutto si pone come colui al di sopra delle parti, perché osserva, compare e scompare a suo piacere assolutamente indisturbato. Lo ritroviamo nelle case durante una riunione familiare, in cucina durante un approccio fisico con la lavapiatti, in un seminterrato durante un incontro galante con una contessa ed infine in un magazzino in compagnia dello stalliere di suo zio.
Il topo è onnipresente come elemento guastatore e malefico che si aggira incurante di chi gli sta intorno.
Al di fuori di questi episodi di vita, Willy scompare e il suo amico va alla sua ricerca senza avere molta fortuna. Da indagini intraprese viene a scoprire che molto probabilmente Willy ha raccontato tante bugie inventandosi tutta la storia del ritrovamento del manoscritto.
Lettura difficile e complicata, sia stilisticamente che a livello strutturale, piatto e senz'anima, oserei affermare, senza nulla togliere all'idea che di base risulta ottima ma come ho affermato poc'anzi c'è una distorsione organizzativa. La fluidità del romanzo viene compromessa proprio da questi episodi non concatenati temporalmente tra di loro, perde di discorsività. Mi sono persa numerose volte. Un puzzle che si deve comporre e cercare in tempi brevi l'incastro giusto, se lo si trova. Insomma, leggere un libro, in questo caso un romanzo, non può e non deve essere uno sforzo sovrumano per le nostre meningi. Deve darci, insegnarci, regalare passioni e sentimenti, altrimenti entriamo in ambiti completamente diversi da quello manualistico o a quello di trattato vero e proprio. Vi risiede un errore di fondo che spetta all'autore di sanare e rimediare, tutto questo secondo il mio punto di osservazione e riflessione.
Indicazioni utili
- sì
- no