La stanza del pianoforte
Letteratura italiana
Editore
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Drammatico ma piacevole
Premetto che questo genere non mi attira particolarmente tuttavia ammetto che ne sono rimasta piacevolmente coinvolta tanto che l’ho finito in pochissimi giorni. La storia tratta il rapporto tra Bianca e Daniele. Due ragazzi che crescono insieme, condividendo sia l’innocenza dell’infanzia sia i primi problemi adolescenziali. Tra di loro si crea subito un profondo legame di affetto ma mentre Daniele s’innamora di Bianca, lei lo vede soltanto come un fratello. Una volta diventati adulti le loro vite finiscono inevitabilmente per separarsi. Bianca si sposa con un giornalista che inizialmente sembra l’uomo dei sogni ma che invece si rivela egoista e infedele. E questo matrimonio, privo d’amore, termina appunto con il divorzio lasciandola sola con i tre figli. Daniele invece soffre di una forte crisi depressiva dovuta anche alla scomparsa prematura della madre. Dopo anni di reclusione in casa, si allontana da Milano per trasferirsi sul lago d’Orta dove incontra e sposa Candida, una ragazza meravigliosa di cui però non riesce ad innamorarsi. La sua insofferenza e il costante ricordo di Bianca lo portano nuovamente a chiudersi nel silenzio aggrappandosi alla sua unica passione: il pianoforte. Passano vent’anni prima che Daniele e Bianca si rincontrino di nuovo ma anche stavolta il destino ha in serbo per loro strade diverse… A prescindere dai miei gusti in fatto di letture ci sono diverse cose che ho apprezzato in questo romanzo. La prima è la sensibilità dell’autrice nel descrivere l’amore. La Stefani racconta, spiega e descrive senza dare nulla per scontato. Ogni sensazione diventa reale tanto da sembrare personale. Mi è piaciuto molto leggere come nasce il sentimento dell’amore nel cuore di un bambino. Daniele all’inizio della storia ha solo tredici anni ma ama a 360°. Per lui Bianca è bellissima e non solo esteticamente. Lui ama ogni suo gesto, ama come parla, ama come lo guarda. E’ un amore senza confini il suo che intenerisce e commuove. Poi c'è Bianca. Era una bambina determinata che ha dedicato tutta la sua adolescenza allo sport ma quando si sposa sboccia tutta la sua fragilità di donna e di madre. Ed è qui che mi sono immedesimata in lei perchè la sua vita non è molto diversa da quella di tante donne. Un altro fattore che ho particolarmente apprezzato è la descrizione dei luoghi. Quando penso a Milano, mi viene in mente una sola parola: traffico. Non ho mai immaginato che questa città potesse essere lo sfondo perfetto per un romanzo sentimentale eppure mi devo ricredere. Anche le descrizioni di Orta sono splendide. La bellezza e la pace del luogo in netto contrasto con la scombussolata vita di Daniele rendono ancora più evidente il suo disagio. Mi sembrava quasi di vederlo… solo e disperato in quella vecchia stanza umida a suonare il suo pianoforte.