La sposa
Letteratura italiana
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 4
Flusso di pensieri...
Era da tanto che non leggevo un libro di racconti così bello...ma forse non l'ho letto neanche ora.
Sì, perché "La sposa" può sembrare un libro di racconti, ma in realtà è un'unico flusso di pensieri, frammentati in tante parti, ma assolutamente concatenati fra loro.
Ciò che mi è piaciuto del libro è stato, innanzitutto, il suo mescolare, in modo abilissimo, pagine di cronaca, fatti realmente accaduti, persone realmente esistite (ed esistenti), a temi di fantasia, a pensieri in libertà.
Ne viene fuori una narrazione che percepisci "vicina", che ti tocca, che ti fa sentire parte di tutto questo.
Diciassette brevi istantanee del nostro presente, del nostro vivere...che, sotto l'apparente normalità, nasconde, e nemmeno tanto bene, tutta la sua inquietudine e i suoi lati oscuri: una società, la nostra, di "sterili", di non-padri, di cattive madri, di safari umani, di uomini che, con i lupi, non solo ci ballano, ma mettono su famiglia...ma anche uomini che corrono e corrono (a perdifiato!) forse per trovare la direzione giusta.
E su tutti...una donna...una sposa in abito bianco che aspetta passaggi per andare a sposare il mondo.
Un altro matrimonio fallito.
Indicazioni utili
Farò vincere l'urlo sulla parola.
La Sposa – Mauro Covacich, 2014
Per vendicarmi farò vincere l’urlo sulla parola.
(da “Cattive Madri”)
Raccolta di diciassette racconti di un autore che non conoscevo, ma di cui avevo letto un paio di recensioni intriganti. Non sono (ero?) una grande lettrice di racconti, ma credo che sia il momento di invertire la rotta; sto lentamente scoprendo e riscoprendo che il racconto offre allo scrittore e al lettore infinite possibilità che spesso sono precluse agli archi narrativi più lunghi. Ti regala il tempo, per dirne una. E la possibilità di “lavorare” molto di più sul materiale che hai davanti (in un racconto, in genere, ci sono molto più “prima” e “dopo” rispetto ad un romanzo).
Qui abbiamo un sottile filo che lega le singole storie che può essere appassionante ricercare sentendosi un po’ Sherlock Holmes (un altro che dà il meglio nei racconti) e una serie di riflessioni un po’ allucinate (ed allucinanti).
E – la cosa che ho amato di più – piccoli ritratti folgoranti di comuni nevrosi e di più rare (fortunatamente) psicosi. L’attesa. La maternità e la non-maternità. L’isolamento. La violenza. L’abbandono. Il disadattamento sociale. Il controllo.
In alcuni racconti abbiamo anche la “sorpresa” finale (alla Romagnoli in “Navi in Bottiglia) che alle ultime righe ribalta il punto di vista che abbiamo avuto (che l’autore ci ha fatto avere) fino a quel momento. Altre volte le ultime righe ti riportano alla vita reale, concreta, di cronaca.
L’autore lavora su fatti di cronaca, intorno a quali crea una corte di figuranti e protagonisti.
Riannoda, se vogliamo, i fili smagliati che partono dal vicino di casa “tanto una brava persona” al “mostro sbattuto in prima pagina”; e lo fa senza indulgenza, buonismo, accanimento. Con uno stile molto asciutto e pulito, nel quale si concede di tanto in tanto qualche author’s corner.
L’esempio che ho preferito è in “Tor Bella Monaca” scritto insolitamente in seconda persona e perfetto ritratto di horror vacui, ma pieno di convinzioni ferree, intervallato di tanto in tanto dall’autore che commenta con “(ma tu non sai)” il disperante abbrutimento del protagonista.
Mi piacerebbe commentare più nel dettaglio ogni racconto, ma penso che non mi sarebbe affatto piaciuto leggere i commenti prima di leggere i racconti, quindi mi autosospendo, però consiglio assolutamente la lettura.
Per parte mia, cercherò altro di questo autore.
Indicazioni utili
L'Armata dei Sonnambuli - Wu Ming.
I Racconti di Femoglio.
Spose & c.
“La sposa” è il titolo del primo dei racconti-saggi di quest’opera di Mauro Covacich, finalista al premio Strega 2015.
Le storie che compongono la raccolta sono raggruppate in categorie.
Ritratti: La sposa, Ogni giorno che va via è un quadro che appendo, Atti impuri
I miei non figli: Sterilità, La ruota degli esposti, Cattive madri, Doppia panna, Safari
Identikit: Carla, Tintorello, Tor Bella Monica, Angela del Fabbro
Nevrosi aerobica: Il punzonatore, La città bambina, L’Uomo-che-soffia
Favole per bambini vecchi: Un cuore in viaggio, La casa dei lupi
Gli identikit ritraggono la single Carla, una scolaresca in gita, un gruppo di giovani sfaccendati (Tor Bella Monica) unicamente intenti a interpretare il vuoto dei valori, una operatrice di call center dal profilo alternativo (Angela del Fabbro). I racconti spesso s’impennano in un finale che riserva qualche piccolo colpo di scena.
Uno dei temi conduttori è la scelta di NON avere figli (“Non siete voi a riprodurre la vita, ma è la vita a riprodursi attraverso i vostri corpi”) in contrapposizione a genitori che concepiscono i figli come proprietà da esibire.
Alcuni racconti – come Safari o La casa dei lupi (“La famiglia di Valter. Bisognava farci i conti, prima o poi, e Damiana… Quella se ne sta lì accucciata, ferma e immobile, e non mi sembra un daino”) – appaiono spietati, altri sono drammi surreali (come “Un cuore in viaggio”, storia del cardiopatico Furian: “È ancora bello, giovane, ma ha sofferto troppo, dentro il dottor Furian non resisterebbe trenta battiti”). Il flusso del racconto viaggia a corrente alternata tra eventi che hanno riempito le pagine della cronaca nera – come l’infanticidio di Cogne, rivissuto attraverso il mito di Salomone, o i misfatti di Unabomber - e storie quotidiane di insoddisfazioni, nevrosi aerobiche e personaggi della nostra vita urbana (“A seconda dell’umore, decide di punzonare o di regalarti un ingresso” - Il punzonatore).
Bruno Elpis
Indicazioni utili
salviamo i bimbi e l'arte
Un testo particolare che l'autore stesso definisce "un unico flusso di pensieri sul presente", si tratta di una serie di racconti, 17 x l'esattezza, in cui Covacich spazia da episodi di cronaca famosi(Cogne, Unabomber) al Festival di Sanremo, passando per un nonno che insegna a lanciare il frisbee al nipotino, fino all'ultimo viaggio dell'artista Pippa Bacca(la sposa del titolo); tutti questi racconti hanno però un tema centrale che li accomuna: la purezza dei bambini e l'arte semplice hanno ancora spazio nel nostro mondo?
Molto bravo l'autore a far emergere in ogni racconto proprio i simboli di una follia senza senso, i protagonisti dolorosi di un tempo che non ama e non rispetta più i suoi bambini, cioè il suo futuro. Sorella dell'infanzia, anche l'arte viene oltraggiata. Estrapolo un passaggio che mi ha colpito e tratta dell'essere madri(pag 41):
...""la sentenza di Salomone,due donne rivendicano la maternità dello stesso bambino, il re dice: " Tagliate in due il figlio e datene metà all'una e metà all'altra". La madre vera sarà quella in grado di dominare l'istinto naturale e privarsi del suo bambino purché resti intatto e sopravviva. La madre falsa sarà quella disposta a smembrarlo pur di averne un pezzo. Ecco cosa significa essere madre. Sapersi separare dal figlio , rinunciare a considerarlo un proprio frutto, accettare di non poterne rivendicare il possesso, riconoscerlo come soggetto diverso da sé, dotato di vita e mente propria. La madre che si rassegna alla perdita del suo oggetto del desiderio, come nella vicenda salomonica, lo riavrà nella separazione...ma non tutte riescono a compiere questo passo"""
e oltre questo, tanti spunti molto interessanti, intrigante