La sottovita
Letteratura italiana
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Il pericolo della quotidianità
La sottovita di Francesco Savio è un libro strano, che, tuttavia, si divora in un attimo, considerata anche la brevità del testo.
Il protagonista, è stato materassaio e venditore di elettrodomestici Ariston, ed ora è commesso in una libreria Feltrinelli, è stanco dopo una giornata di lavoro. E riflette. Riflette su quello che vuole essere il suo prossimo romanzo: la storia di un uomo che andando a spasso per vedere l’Alto Adige viene travolto da una vacca delle Highlands. L’autore del romanzo inedito è sconfortato, vorrebbe scrivere, dedicare del tempo a questo ma non ce la fa. Le responsabilità della famiglia, la quotidianità, le responsabilità glielo impediscono, sconfiggendo pian piano i suoi desideri. E’ questa la “sottovita” che viene descritta e che mina fortemente il rapporto uomo/letteratura. E questa sottovita che impregna il romanzo anche molti anni dopo.
Il libro è ironico. Unica qualità positiva. Per il resto si legge con velocità, ma non comunica nulla se non riflessioni e storia inconcludente, vuota, senza alcuna ambizione. Una sottovita quella narrata che assomiglia molto alla normalità, a ciò che non stupisce e non affascina. Ma non per questo non degna di essere vissuta. Un libro incomunicabile e poco attraente.