La scatola dei calzini perduti
Letteratura italiana
Editore
Vauro Senesi, ai più noto semplicemente come Vauro, è nato a Pistoia nel 1955 e vive a Roma. Vignettista satirico e giornalista, ha effettuato come inviato diversi reportage dall’Afghanistan, dall’Iraq, dalla Palestina, dalla Sierra Leone, dal Sudan. Oggi continua a viaggiare nelle zone calde del mondo, collaborando con Emergency, nella convinzione che la messa al bando della guerra sia priorità assoluta del nostro tempo. Per Piemme ha pubblicato con successo Kualid che non riusciva a sognare (Premio Città di Cuneo) e Il mago del vento.
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Il colore dei calzini
Vauro Senesi, noto ai più semplicemente come “Vauro” vignettista graffiante della trasmissione “Annozero”, ma anche autore di impegnati reportage in Afghanistan, Sierra Leone e Sudan, si presenta con “La scatola dei calzini perduti” come ottimo romanziere. La storia è quella di Madut, giovane sudanese che grazie al talento per il canto e ad un amico missionario riesce a giungere in Italia.
A Roma trova lavoro in una lavanderia e comincia la sua vita da extracomunitario lasciando spegnere lentamente i suoi sogni. Della condizione di extracomunitario, in un paese come l’Italia contemporanea, Madut avrà modo di sperimentare sulla propria pelle tutti i lati negativi fino al drammatico epilogo. Scavando nella scatola dei calzini perduti che Madut colleziona come reliquie perché per lui abituato a camminare a piedi nudi nella steppa africana sono oggetti strani e preziosi , pagina dopo pagina, calzino dopo calzino ci rendiamo conto di che cosa significhi essere extracomunitario in Italia. Il Vauro narratore è meno pungente e salece del Vauro vignettista, c'è nel suo romanzo una vena malinconica che raramente ho scorto nei disegni,ma si nota subito la voglia di trasmettere al lettore la sua indignazione per le ingiustizie alle quali non si arrenderà mai.
Indicazioni utili
speravo di più
Il modo di scrivere di Vauro Senesi non è riuscito a coinvolgermi anche se trovo il romanzo attuale.
Racconta la quotidianità di un immigrato ma il finale, triste, mi ha lasciato "quel non so che..." che mi spinge a consigliarne la lettura.
Il modo si scrivere di Vauro Senesi non è riuscito a coinvolgermi anche se l'argomento è interessante e di attualità.
Sembra la normale quotidianità di un immigrato anche se il finale, triste, mi è piaciuto perché, purtroppo, rispecchia la realtà.
Mi ha lasciato quel "non so che..." che mi spinge a consigliarne la lettura...