La ricchezza
Letteratura italiana
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La ricchezza è questa
LA RICCHEZZA è un romanzo con un titolo semplice, generico, ma che riesce a racchiudere l’essenza dell’individuo, costituita soprattutto dai ricordi fondamentali di tutta una vita.
Marco Montemarano, vincitore del premio nazionale di letteratura Neri Pozza nel 2013 con LA RICCHEZZA e del concorso IoScrittore nel 2012 con “Acqua passata”, è una voce interessante del panorama letterario italiano ed è anche un artista musicale, con all’attivo due album di composizioni per chitarra.
Il suo romanzo LA RICCHEZZA è un libro che racconta la società, il mondo dei giovani e la loro crescita. Affonda le radici nella psicologia dell’individuo e nella sua evoluzione, partendo dalla complessità dei ricordi che ognuno ha di sé e della propria esistenza, fatta di piccoli tasselli che non sempre vanno facilmente al loro posto.
Il protagonista Giovanni, soprannominato “Hitchcock” dagli amici, racconta la sua vita: cos’è diventato nel presente, ossia un uomo d’affari in giro per il mondo, e cos’era nel passato, nella Roma degli anni settanta, cioè un adolescente irrequieto, orfano di madre e con un pessimo rapporto paterno, che frequentava ragazzi ricchi e viziati e viveva le loro abitudini quotidiane, approfittando della loro “ricchezza”.
Da questo punto di partenza, vengono narrati anni di esperienze, a volte spensierate e in altre tragiche, che si intrecciano e si rimescolano, portando alle consapevolezze che si acquisiscono diventando adulti.
È un romanzo di formazione, dal fascino decadente, che ci fa riflettere sulle grandi speranze e le fragili certezze della gioventù. È impossibile accedere veramente alle vite degli altri e, a volte, siamo noi stessi a non riuscire a ricordare, con esattezza, nemmeno le nostre esperienze, deformate da ricordi fugaci, imprecisi o ingannevoli.
È un romanzo in piena regola: originale, interessante, avvincente, malinconico, come sanno essere soltanto i ricordi della giovinezza, che non torneranno più, se non nella memoria …
“Nati vivi, volevamo vivere.”