La piuma
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Ed arriva volando una piuma
Pubblicato a distanza di quasi un anno dalla sua morte e nato con l’obiettivo di tramutarsi in musical, “La piuma” è l’ultimo lavoro di Giorgio Faletti. E’ una favola quella che l’autore ci dona, una fiaba che si delinea in un percorso caratterizzato da un protagonista tanto leggero quanto improbabile, un attore silente ma riflessivo, capace di entrare nel lettore quanto negli antagonisti della storia: la sensazione durante la lettura è quella di essere nella stanza del re, o con la ballerina innamorata, o con la donna di tutti, nonché con l’uomo dal foglio bianco ed assistere in prima persona all’arrivo della leggiadra penna; questa è li accanto, chi legge la percepisce, la figura nella sua mente, ha l’istinto di aprire la propria mano ed accoglierla sul proprio palmo, e tanto questa brama è forte, tanto lo è la sensazione di ripartire, di non fermarsi, di andare oltre per essere finalmente compresi.
I personaggi che la incontrano sono schiavi dell’apparire e non dell’essere, sono concentrati esclusivamente sulla dimensione del “loro stessi” per potersi accorgere della sua presenza tanto che la ignorano proprio perché distratti dai loro pensieri, problemi, progetti, giochi di potere. Abbiamo infatti un re troppo interessato a far la guerra, un cardinale bramoso di infliggere la sua quota sul grano ai poveri contadini ed incurante della condizione di degrado a cui li condannerà con la sua misura, una ballerina talmente presa dal desiderio di amare da chiudersi in sé stessa a seguito di una delusione amorosa così da non cogliere i nuovi amori pronti a bussare alla sua porta ed una prostituta smaniosa della sua ricompensa oltre ogni ragionevole gusto. Tutti fuorché uno sono concentrati sul proprio io: egli soltanto raccoglierà l’essenza della nostra piccola protagonista e si lascerà da lei guidare fino ad essere in conclusione ricompensato con il migliore dei presenti.
Accompagnato ed avvalorato dalle tavole di Paolo Fresu “La piuma” è un racconto semplice ma di gran significato, è una favola morale sulla vita, sulla libertà. E’ un componimento ben diverso da quelli a cui lo scrittore ci ha abituato ma non per questo meno meritevole di lettura. Fluente, dalla penna esperta e saggia, il testo si legge in poche ore regalando momenti lieti e spunti di riflessione.
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Una piuma è fatta per volare
Giorgio Faletti saluta i suoi lettori con una fiaba leggera come “La piuma” in un libello illustrato da Paolo Fresu.
E segue il circuito aleggiante della piuma (“Forse era la penna remigante di un’aquila albina o forse addirittura una delle penne timoniere di una mitica fenice o forse… era semplicemente frutto di un’illusione”), che vola di tappa in tappa presso uomini che non hanno tempo, pazienza o interesse per le cose che hanno intorno.
Così la piuma è invisibile al Curato e al Cardinale (“Le sue preghiere… non riuscivano nemmeno a sollevare… una piuma così leggera”), alla Ballerina Innamorata (“Persa nel labirinto delle sue palpebre abbassate non riusciva a vedere nulla”) e ad altri personaggi che sono troppo assorbiti dal proprio ego per penetrare la realtà. Parimenti la piuma affascina l’Uomo del Foglio Bianco, ossia una persona perennemente alla ricerca di se stesso nella realtà circostante (“Ebbe la tentazione di tuffarla nel calamaio e iniziare a tracciare sulla carta il mistero della conoscenza e la magia del trasmetterla ad altri”).
L’importante – sembra suggerire Faletti con il suo apologo – è rispettare la natura delle cose, che devono realizzare la loro essenza nel modo forse più ovvio (“Il volo della piuma divenne il suo cammino”): la piuma deve semplicemente stare nelle ali che consentono di volare a chicchesia…
Giudizio finale: etereo, elementare, malinconico.
Bruno Elpis
PS: le illustrazioni non mi sono piaciute…
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Diffidate sempre dei libri postumi
La piuma, è l’ultimo libro postumo di Giorgio Faletti,scomparso poco più di un anno fa,un personaggio poliedrico: scrittore, attore, compositore, cantante e comico, insomma, difficile non riconoscere il volto di questa firma inserito nella fascetta di Baldini & Castoldi. E noi lo riconosciamo.
Ho notato con scetticismo questo testo per giorni in molte classifiche, nelle mie spedizioni in libreria più volte è passato per le mie mani, ma non era mai rientrato tra i miei acquisti prioritari. Ne ho apprezzato la maneggevolezza, il titolo delicato, la Piuma, ma dopo mesi, solo una settimana fa ho ceduto.
Diffido sempre dei libri postumi perche è la nostalgia nei confronti dell’autore che ti frega, e infatti, anche questa volta ci sono cascata. Associare questo titolo ad una nota firma famosa per tutt’altro genere letterario, come era Giorgio Faletti, mi Incuriosiva, ma con rammarico devo dire che l’ho trovato molto deludente.
In primis, parliamo di un libro, il cui prezzo di copertina è di € 13,00 per meno di 90 pagine . L’impaginazione è molto larga, la dimensione, il font, i molti disegni, riducono notevolmente l’effettivo contenuto. Non si fa economia quando si parla di cultura, ma non si specula su un prodotto incompleto infangando il nome di un autore, un uomo, e chiunque non possa più dire la propria.
Se vogliamo esser magnanimi e ingenui, possiamo considerarlo un richiamo alla grafica dei libri delle fiabe, una pubblicazione commemorativa, un ultimo gesto delle persone più vicine all’autore per far rivivere l’arte del proprio caro ancora un’ultima volta. Ma tutto ciò non giustifica,l’eccessiva spesa, e se ci concediamo il piacere di esser cinici, potremmo quasi intravedere una sgradevole scelta di marketing editoriale.
Ma vi parlo della trama, interessante ma purtroppo con poco spessore. L’autore ci chiede di seguire con lo sguardo, aiutati da particolari illustrazioni, un’innocente piuma che vola indisturbata tra una brevissima storia e l’altra, passando da contesti storico cavallereschi a visioni più intime oltre tempo, fino a quando cadrà nel foglio bianco di uno scrittore e sarà accolta con il dovuto sguardo attento di chi sa raccogliere la leggerezza, la libertà e tutto il simbolismo che essa racchiude .
E’ un vero peccato, perché il contenuto e buona parte della forma inseriti in un contesto più ampio avrebbero potuto costituire un piacevole romanzo fiabesco o comunque un bel racconto più corposo,
o l'adeguato Musical di cui si dice sarebbe voluto essere il fine.
Presentato al pubblico, con più umiltà editoriale, ad un prezzo più modico, sarebbe stato indubbiamente più apprezzato, e non avrebbe lasciato l’amaro in bocca. La mia critica pertanto è più rivolta alla scelta editoriale che al potenziale contenuto emotivo di un grande scrittore.
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