La piccola Parigi
Letteratura italiana
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Alla scoperta de "La piccola Parigi"
Quando ho iniziato a leggere questo romanzo, ho subito pensato a Niccolò Ammaniti.
Ma meno pulp, non c'è che dire.
La storia prende le mosse da Parigi..ah no, scherzo, sarebbe stato banale... dunque dicevo la storia prende le mosse da Trieste, in un piccolo quartiere periferico, la Piccola Parigi appunto, "borgo decadente e dimenticato", come solo i nostri rioni tutti italiani sanno essere.
Città nelle città, con le loro regole, le loro zone e la loro serie di caratteristi che si alternano sul palco della vita.
Qui il vero protagonista è il rione, raccontato ed osservato sotto gli occhi fanciulleschi del giovane Lorenzo che, insieme a due compagni, Tullio e Christian, andrà incontro ai primi amori, alle prime illusioni e disillusioni, alle prime pulsioni sessuali ed ai primi lutti.
E’ un romanzo che si legge veramente in fretta con la grossissima curiosità di scoprire come proseguirà la crescita dei ragazzi.
Ci vedrei benissimo una trasposizione cinematografica…
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Trieste. Tra fiaba e vita vera
Trieste, luogo di storia, luogo di magia. Luogo di borghi, luogo di Molo Audace dove il mare, con tutta la sua forza e tutta la sua prorompenza, parla la sua personalissima lingua. Ed è qui, tra il borgo Fedrigovez e il quartiere de “La piccola Parigi”, di cui al titolo, che ha inizio la storia che con grande maestria ci viene proposta da Massimiliano Alberti già autore per Infinito Edizioni de “L’invitato”.
Per mezzo della sua penna conosciamo le storie di Lorenzo che tra queste vie è nato e cresciuto con Tullio e Christian, gli amici di sempre, ed è sempre qui che conosciamo della storia della madre e di Marie Jeanne. È una storia divisa in tre parti parallele, narrata da tre protagonisti, da tre voci che tra loro perfettamente si intersecano sino a raggiungere una unica coralità.
Ecco perché piano piano scopriamo delle avversità della vita, delle delusioni che caratterizzano ciascuno, del vivere che nulla risparmia nel suo scorrere tra salite e discese. A ciò si aggiunge una precisa e minuziosa caratterizzazione di ogni protagonista; da Lorenzo con il suo cuore sincero e puro, con il suo affrontare il quotidiano in punta di piedi, alla dirompenza di quei cuori che battono e che sembrano invece voler uscire da quella dimensione che sembra volerli imbrigliare.
Legami di vita, legami umani, legami che ancora si instaurano e cristallizzano in quel quartiere che è custode di storia, bellezza, ricordi, affetti, famiglia.
L’ultima fatica di Alberti ci porta a conoscere un romanzo intriso di tante emozioni che non si risparmiano e che oscillano tra una narrazione che gioca sul fattore temporale e su quello ambientale essendo Trieste il teatro magico per eccellenza per narrare una vicenda che ha le tinte della fiaba e la durezza e crudezza della vita reale.
È un titolo intriso di sentimenti genuini, di una semplicità che è tridimensionale. È un’opera, ancora, che si evolve e che muta pagina dopo pagina raggiungendo il suo massimo apice a partire dalla metà sino a quello che ne sarà l’epilogo.
“La piccola Parigi” è un libro da leggere e da assaporare, da gustare un poco alla volta, da degustare come una pietanza tanto attesa dopo giorni e giorni di carestia dietetica. È un elaborato che ci propone un autore più maturo sia dal punto di vista della penna che da quello della storia ma che è intriso di quelle caratteristiche a lui proprie che permettono di tendere un filo comune tra le sue opere e dunque di renderlo perfettamente riconoscibile ai suoi lettori. È uno scritto, ancora, che non manca di solleticare la curiosità e che battuta dopo battuta coinvolge e trattiene.
Non mancano tra queste vicende anche loro, i felini. Gatti che abitano le vie ma che rendono le atmosfere ancora più “parigine”. Parte dei diritti d’autore derivanti dalla vendita del volume saranno devoluti in beneficienza a “Il Gattile” di Trieste.
Un componimento che fa venire voglia di leggere ancora e ancora Alberti e che fa sperare di poterlo rileggere quanto prima con un altro suo lavoro.