Narrativa italiana Romanzi La nostra panchina sul mare
 

La nostra panchina sul mare La nostra panchina sul mare

La nostra panchina sul mare

Letteratura italiana

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Quanto possono durare nel tempo la speranza e il dolore? Può sembrare una domanda provocatoria, in realtà nasce da una profonda riflessione: non è sempre detto che il tempo sia capace di curare tutte le ferite. C’è qualcosa nell’animo umano che supera i limiti posti dallo scorrere del tempo e ti rende consapevole che dopo un giorno, sei mesi, un anno, dieci anni, certe ferite sono ancora sanguinanti e ormai forse disperi di vederle guarite. Può esserci pace, quando la stessa parola ha ormai perso di significato? Quando tutto sembra sgretolarsi, anche ripartire diventa una lotta impari, e soccombere sembra l’unica possibilità. Susanna Pultrone traccia con molta delicatezza il profilo di un animo tormentato dalle scelte sbagliate, o peggio dal non aver agito, dal “e se...”. Nell’alternarsi tra il presente e il passato, vediamo costruirsi una storia d’amore, unica, speciale, ma soprattutto il percorso di crescita di una ragazza, divenuta donna, in continua lotta con i suoi demoni personali.



Recensione della Redazione QLibri

 
La nostra panchina sul mare 2013-05-22 09:02:04 Ginseng666
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Ginseng666 Opinione inserita da Ginseng666    22 Mag, 2013
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La delicata poesia del primo amore...

L'autrice ci propone una storia romantica che scorre sopesa tra passato e presente, fra poesie che segnano ogni capitolo...e che hanno riportato alla mia memoria i ricordi struggenti del mio primo amore...una storia che purtroppo, pur essendo iniziata sotto i migliori auspici non ha avuto una conclusione felice...
La storia di questo libro, in fondo è simile alla mia, tranne qualche insignificante particolare ed è per questa personale identificazione che ho amato questa storia..
Silvia, una giovane studentessa si reca al mare con le sue amiche e lì fa la conoscenza con Riccardo,
un raggazzo che con cui intreccerà un romantico rapportto estivo; nell'inizio di questo idillio sbocciato nel sole e nella gioiosa natura marina, l'amore sembra aver colpito entrambi...con una freccia...ardente: i battiti del cuore si accellerano, i corpi si uniscono...e pare sia nato un sentimento che con la sua univoca intensità è un ponte per l'immortalità "io sono immortale, perchè ti amerò per sempre", scrive Silvia nel suo diario, che diviene il testimone di tutti i suoi pensieri, delle sue sensazioni...e in seguito anche dei dubbi...derivati dalle prime scaramucce dei due innamorati.
La panchina sul mare diviene il luogo privilegiato in cui si incontrano i due ragazzi, suggellando le loro promesse; ma la vita non è una favola e spesso ci riporta bruscamente alla dura realtà.
Il sogno di Silvia si infrange quando ella comincia a dubitare di essere in grado di amare o di ricambiare quell'amore che Riccardo le offre, spingendolo così nelle braccia di un'altra ragazza.
Generalmente il primo amore non è quasi mai...l'amore vero, quello stabile o definitivo, ma si tratta del primo "fuoco di paglia" la cui esperienza serve per gettare le basi verso l'amore vero, che verrà più tardi, quando la consapevolezza matura dell'individuo avrà raggiunto....il suo culmine..
Tuttavia questi "fuochi di paglia" possono scottare e provocare ustioni o ferite dolorose nell'animo di coloro che hanno creduto in essi.
Si pensa di morire, di non sopravvivere e spesso la nostra maturazione, così come la maturazione di Silvia passa sotto il crogiolo di queste amare, tormentate esperienze...
In fondo questo libro è la cronaca della maturazione di una ragazza, che lotta contro l'insicurezza
e un muro di immaginarie complicazioni...
Il primo amore che, pur non uccidendoci lascia sempre dentro di noi gli strascichi di immotivata, triste nostalgia, che si vorrebbe spengere, ma che rimane ancorata energicamente negli occulti meandri della nostra memoria.
Consigliato.
Saluti.
Ginseng666

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"Ho voglia di te" di Federico Moccia
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