La mamma del sole
Letteratura italiana
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Una piacevole lettura
Da un libro si può pretendere molto o poco, ma in ogni caso quello che gli si richiede è che sia capace di interessare, magari facendo trascorrere piacevolmente alcune ore.
Questo breve preambolo è solo per dire che le opere di Andrea Vitali non saranno di quelle che restano impresse e indelebili nella storia della letteratura, ma che talvolta hanno invece il pregio, mai scontato, di divertire il lettore.
Anche questo La mamma del sole si legge che è un piacere, le pagine scorrono veloci con ambienti e personaggi ben delineati, anche se non è mai presente un particolare approfondimento e l’analisi psicologica è appena abbozzata.
Il paese della storia è sempre quello, Bellano, l’epoca è il Ventennio, i protagonisti principali sono i carabinieri della stazione di paese, la vicenda, o meglio le vicende, perché sono due, hanno solo il sapore del giallo, perché non sono di questa tinta, con due donne al centro dell’attenzione che sembrano personaggi usciti da una pagina di fumetti, ma che pur con le loro caratterizzazioni fin troppo accentuate destano simpatia.
Un’anziana signora che sbarca a Bellano e di cui si perdono le tracce, salvo poi trovarla cadavere nel bagno della motonave Nibbio avviata alla demolizione, un’altra donna più giovane, di conclamata dubbia reputazione, madre di 14 figli che diventa l’attrattiva principale del fascio provinciale, un caldo torrido che implacabile soffoca gli abitanti, un vetraio che muore dalla voglia di lavorare e che quando gli viene l’estro opera a orari impensabili, un sacerdote, ormai anziano, custode di un segreto, il locale federale, uomo tutto d’un pezzo, ma con insospettabili gusti sessuali sono gli attori di una commedia in cui gli equivoci scandiscono gli eventi. Si potrà dire che i romanzi di Vitali hanno una matrice comune, e anche più di quella, ma è altrettanto vero che questa, se ben lavorata – e non è detto che sempre lo sia, anzi… - può dare i suoi frutti e così è stato, almeno in questo caso, per quanto continui a restare scettico sulle qualità letterarie dell’autore, un po’ troppo frettolosamente definito da certa critica come l’erede di Piero Chiara; infatti, almeno con La mamma del sole, posso dire, senza remore, di essermi divertito, di aver trascorso alcune ore piacevolmente anche se, chiuso il libro, non mi è rimasto nulla dentro, ma questo è un altro discorso, perché se avessi riscontrato un mio accrescimento culturale avrei dovuto, necessariamente, rivedere il mio giudizio sull’autore, di discreto stile, buona fantasia, ma piuttosto superficiale e comunque mai capace di dimostrare di essere un grande della letteratura.
Indicazioni utili
Due donne, due enigmi
E’ la storia enigmatica di due donne, tanto diverse tra loro. Siamo nel 1933, anno della famosa Seconda Trasvolata Atlantica della Regia Aviazione, seguita quasi passo passo, con fanciullesco entusiasmo e tramite una vecchia radio, da un giovane carabiniere della caserma di Bellano. Ma anche due misteriose figure femminili impegnano a fondo i militari. Una, Maria Domenici, cameriera presso la villa di una arcigna nobildonna benefattrice del paese, partorisce in gioventù un bimbo frutto di un fugace rapporto con il marito della padrona : il neonato, dato ufficialmente per morto, verrà invece allevato da una coppia senza figli e riapparirà in Bellano con altro cognome. Maria vive in ospizio a Gravedona, ma si allontana di nascosto dallo stesso imbarcandosi sulla motonave Nibbio, per rivelare al prevosto di Bellano il suo segreto : è ormai vecchia, si trascina a stento e verrà ritrovata morta, vittima di un attacco cardiaco, nei servizi della motonave Nibbio. L’altra misteriosa donna è Velia Berilli, ex prostituta, sciagurata madre di 14 figli, legittimi e illegittimi, lasciati crescere in condizioni igieniche disastrose e portatori delle più svariate malattie : la donna, per una serie di fortuite circostanze, viene segnalata al Partito Fascista come fulgido esempio di madre italiana, con le conseguenze grottesche facilmente immaginabili. Due donne, due destini diversi : bastano a vivacizzare, sotto l’abile e consumata regia di Andrea Vitali, la monotonia di un’afosa estate bellanese. All’evolversi delle vicende contribuiscono non poco i carabinieri di Bellano : dal maresciallo Maccadò, calabrese maritato con una comare dalla lingua lunga, all’appuntato Misfatti, siciliano impiccione, dal brigadiere Mannu, sardo, che sogna una vacanza per riabbracciare una miriade di parenti isolani, al carabiniere Milagra, lombardo (ma di origini abruzzesi), il più ingenuo, quello che segue appassionatamente la Trasvolata e che chiederà alla fine il trasferimento in Aviazione. Una vicenda a parte è rappresentata dalla finestrella del cesso della regia caserma : una parentesi comica e surreale, protagonisti i soliti carabinieri ed un vetraio fannullone ed esoso. Il caldo torrido di quell’estate ( “la mamma del sole” non è che una specie di babau, spauracchio immaginario evocato nelle torride estati sarde per impaurire i bambini) fa da sfondo a questo bel romanzo, ironico e commovente, forse uno dei più riusciti di Andrea Vitali.