La libraia di Orvieto. L'ultima eredità
Letteratura italiana
Editore
1944. In un’Italia spaccata in due, in mano per metà alle forze alleate e per l’altra metà all’oppressione nazifascista, ci si arrabatta per portare a casa la pelle. E Orvieto, dichiarata città aperta per preservare la ricchezza del suo patrimonio artistico, si trova malgrado ciò a fronteggiare la furia distruttrice dei bombardamenti che ne dilaniano il territorio, arrivando a sfiorare l’altissima rupe di tufo. Ma per quale ragione, in una di quelle terribili notti di guerra, qualcuno decide di sfidare il coprifuoco aggirandosi tremante fra lapidi e croci? Cosa sotterra di così prezioso da rischiare la vita mentre dal cielo imperversa una pioggia fatale di spezzoni incendiari? E come mai, a distanza di più di sessant’anni, quel vecchio episodio sconosciuto torna a incidere sulla piccola comunità orvietana di cui la libraia Matilde Ferraris è entrata stabilmente a far parte?
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L'ultima eredità
Matilde non è più in fuga dai ricordi del passato, si è stabilita ad Orvieto ed è ormai inserita nella piccola comunità e anche in questo secondo libro deve risolvere un piccolo giallo; qualcuno scava nel cimitero della cittadina, ma anche in quello di guerra e perfino nella necropoli etrusca. Non profanazioni ma buche vicine alle tombe. Chi è e cosa cerca il misterioso scavatore? La risposta viene dal 1944, dalla seconda guerra mondiale.
Avevo apprezzato il primo libro, “La libraia di Orvieto”, purtroppo questo secondo volume della “serie” non è all'altezza del primo e non soddisfa le speranze che aveva suscitato. Il “giallo” è veramente poca cosa, i personaggi già introdotti nel primo libro sono impalpabili, l'ironia sconfina nel grottesco, i drammi del passato di Matilde, la protagonista, vengono accennati in poche righe e continuano a non essere affrontati non donando spessore al personaggio che invece è interessante e meriterebbe. Aspetto il terzo libro, secondo me la libraia di Orvieto merita un'ulteriore chance.
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