Narrativa italiana Romanzi La libraia di Orvieto
 

La libraia di Orvieto La libraia di Orvieto

La libraia di Orvieto

Letteratura italiana

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La trama e le recensioni di La libraia di Orvieto, romanzo di Valentina Pattavina edito da Fanucci. Matilde, una quarantenne romana solitaria e dall’animo ferito, si reca a Orvieto, città antica e bellissima, abbarbicata su una rocca giallastra di tufo, per cercare rifugio. Viene accolta da una comunità semplice e compatta, da un gruppo variegato ed eterogeneo di persone le cui esistenze si intrecciano a formare una catena indissolubile. Al centro della vita di Matilde ci sono da sempre i libri, e adesso anche la libreria in cui le offrono lavoro, per metà antiquaria e per metà moderna. Le sue giornate si dipanano secondo ritmi lenti, a piedi o in sella all’inseparabile bicicletta, alla continua scoperta di scorci della città e dell’animo umano. Gli eventi e i passaggi di tempo sono scanditi dalle sue letture, come se tra le righe di un racconto o i versi di una poesia si nascondesse il mistero del suo dolore, i suoi bubboni mai risolti. Ma anche Orvieto ha i suoi segreti, celati nelle case, nelle viscere dei pozzi, nei boschi di castagni che la circondano. Sarà un castagno millenario e maestoso ad aprire e chiudere la storia, a mostrarci il corpo di un impiccato appeso a uno dei suoi rami, in una cornice oscura e dai contorni imperscrutabili; un fatto accaduto dieci anni prima e ormai dimenticato, che torna alla ribalta per un caso fortuito e condizionerà pesantemente le sorti dell’intera comunità.



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La libraia di Orvieto 2010-09-25 14:11:12 Stefp
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Stefp Opinione inserita da Stefp    25 Settembre, 2010
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La libraia di Orvieto

Matilde è una quarantenne, romana, in fuga. Questa è la sua quarta fuga dai problemi del passato; anziché riparare preferisce ricostruire. Altrove. L'altrove di questa fuga è Orvieto; splendida, affascinante cittadina nella tranquilla Umbria che le dà asilo, conforto e lavoro. Matilde infatti viene assunta da un libraio di Orvieto, un uomo bizzarro, che sembra estratto da un romanzo di un altro secolo. Attraverso lui Matilde si inserisce nel tessuto della piccola comunità di suoi conoscenti ed amici, legati da ritmi di vita, abitudini e riti immutabili e con il lavoro che ama, la sua bicicletta che la porta ad esplorare vicoli e scorci medievali e due cuccioli trovatelli (Doris e Lessing), Matilde inizia a curare le sue ferite. Ma un giornalista, nipote del libraio, suo datore di lavoro, riesuma un caso di un decennio prima, archiviato troppo sbrigativamente come suicidio. Matilde lo aiuta e la tranquilla, dolce e pacifica comunità orvietana rivelerà con un finale, che ricorda per modalità quelli di Agatha Christie, un sorprendente volto nascosto.
Un romanzo piacevole, una lettura facile, capitoli corti, scritto con tono leggero, dove umorismo e dramma si alternano. Personaggi, forse, a volte quasi caricaturali, ma ben delineati. Valentina Pattavina riesce a far respirare l'aria riposante della provincia, la tranquillità di Orvieto, le cene a base di cucina locale, dando un sottofondo intimista al romanzo e il racconto, mano a mano, cambia colore, senza traumi e, quasi fisiologicamente, diventa nero/giallo fino al sorprendente finale.

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