La lettrice scomparsa
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Rispecchiarsi in un libro
Quale interazione esiste tra un libro ed il suo lettore?
Può un lettore rispecchiarsi in ciò che legge o addirittura trovare una sorta di consolazione e insegnamento?
A questi ardui quesiti prova a rendere risposta Fabio Stassi con il suo ultimo lavoro letterario.
Un romanzo emblematico, dalla struttura accattivante, ricco di spunti di riflessione e anche se non può dirsi esaustivo in rapporto alla carne messa al fuoco, tuttavia una lettura piacevole che tenta un connubio tra il piano dell'intrattenimento e quello psicologico più profondo che cerca di andare oltre alla superficie e alle apparenze della realtà quotidiana.
Fabio Stassi ha una penna che associa alla nitidezza e chiarezza espositiva una vena narrativa calda che scorre nel profondo e mostra un interesse particolare per il lato intimo dei suoi protagonisti.
Questo è un romanzo animato da una nutrita galleria di figure femminili, diverse per stile di vita, per aspettative ed esperienze, ma tutte con un fardello da scaricare, tutte desiderose di depurarsi da una vita troppo stretta o vuota.
Allora l'autore calato nei panni inediti di un biblioterapeuta tenta di conciliare le sofferenze delle sue pazienti-clienti con l'utilizzo di un testo letterario, antidoto universale per viaggiare all'interno della vastità del pensiero e dell'animo umano.
Un testo consapevolmente bizzarro e provocatorio, che tocca con levità temi scottanti come la morte psicologica di una persona, il disperato tentativo di rinascita, la ricerca di se stessi.
Eppure l'umor nero non prende mai sopravvento, ma si cerca fino alla fine la redenzione, si vuole cogliere lo spunto positivo da ciò che il destino propone.
Ancora una volta Stassi va promosso, perchè la narrazione è scandita da un ritmo deciso e rapido, i contenuti sono buoni, lo stile è elegante.
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I libri questi compagni insostituibili
Vince Corso è un non più giovanissimo professore precario da troppo tempo e ormai disilluso in merito ad una sua collocazione in qualche organigramma scolastico. Così per sbarcare il lunario ma viene il sospetto più che altro per vocazione, si inventa il mestiere di biblio-terapeuta, in pratica qualcuno che , dopo aver ascoltato i patemi del suo interlocutore, o semplicemente un suo sfogo, suggerisce un libro attraverso il quale trovare delle risposte agli interrogativi profondi del paziente .
La lettura di un libro diventa un mezzo attraverso cui comprendersi meglio immedesimandoti magari nel tema trattato che il "terapeuta" suppone abbia delle implicazioni o degli spunti per il paziente. Ovviamente si presentano una serie di figure, soprattutto femminili, alle prese con le angosce più disparate, tutte alla ricerca più che di una soluzione, di uno sfogo, di un conforto, della sensazione di non essere sole con le proprie angosce. In fondo che cos'è un buon libro quando va oltre il mero piacere momentaneo della lettura se non una fucina di spunti di riflessione. Chi è religioso spesso ricorre alla lettura dei testi Sacri per trovare conforto e magari risposte , spostando la questione su un piano più globale l'autore individua nei libri dei compagni d'avventura da cui attingere , unendo al piacere della lettura quello della scoperta e della propria crescita interiore. Stassi denota una grande passione e una conoscenza approfondita di una quantità impressionante di testi, molto utile la bibliografia dei testi citati presente alla fine del libro. Il giallo in sè è solo un pretesto e infatti lo sviluppo non è da libro giallo in cui comunque il mistero verrà svelato , ma una continua riflessione del protagonista stuzzicato dagli incontri che va dove una varia umanità lo fa sentire meno "abbandonato" dal mondo. Molto originale lo spunto e piuttosto ben articolato lo svolgimento frutto dell'opera di uno che indubbiamente SA scrivere , cosa tutt'altro che scontata per uno scrittore al giorno d'oggi.
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Vita e letteratura
"Mon amour. Mon doux, mon tendre, mon merveilleux amour
de l'aube claire jusqu'à la fin du jour"
Fabio Stassi ha dato una colonna sonora a questo libro, aprendo ogni capitolo con un verso de «La canzone dei vecchi amanti» di Jacques Brel, che ascolto e riascolto mentre scrivo questo commento. Immagino che questa voce malinconica e struggente sia la voce che queste pagine avrebbero, se potessero parlare. Una voce intensa, limpida ed elegante, che racconta storie belle e strane, di vita e di poesia.
La storia di Vince Corso, innanzitutto. Professore precario non più giovanissimo, che ha abbandonato l’insegnamento per improvvisarsi biblioterapeuta e provare a vivere di letteratura, consigliando titoli come antidoti alla vita. Vince con la sua musica francese, la sua passione per le storie, i suoi fallimenti emotivi e la sua paura più grande, quella di essersi trasformato in uno di quegli uomini destinati alla solitudine, avvolti da una corazza di gelo, che “sanno vivere solo emozioni letterarie”. La storia della signora Parodi, la vicina di casa, accanita lettrice, la cui improvvisa scomparsa incuriosisce Vince al punto da indurlo a condurre un’indagine personale. Una ricerca che non si compone di interrogatori, inseguimenti o analisi scientifiche, ma si avventura intelligentemente tra le pagine degli ultimi libri letti dalla signora, ricercandovi tracce, spiegazioni, possibili verità. Infine, le storie di tante donne, vulnerabili e insicure, che bussano alla porta di uno sconosciuto per raccontargli i propri dolori e le proprie ossessioni nella speranza di ricevere una mano protesa a cui aggrapparsi: un libro. Credono di poter guarire? Forse no, ma in fondo che male può fare questa cura di parole?
A volte proprio una parola può cambiare il corso di un’esistenza e al centro di questo elaborato c’è proprio il rapporto tra vita e letteratura. Si può vivere come se si stesse scrivendo il proprio romanzo, da raccontare agli altri più che da sentire, da orchestrare come fosse una trama. Si può leggere per sentire emozioni perdute o mai provate sulla pelle, per riempire la propria solitudine, per evadere dal presente e sognare un po’. In fondo, cosa c’è di più vero di un cuore che batte più veloce e di lacrime che scorrono copiose mentre si legge? E cosa c’è di più falso di una vita interpretata indossando una maschera? E’ una provocazione, certo, ma ci induce a pensare che forse i libri aboliscono la realtà proprio per farci vedere una realtà diversa, ancor più vera, in cui ci siamo noi, le nostre debolezze ma anche le nostre possibilità.
Una lettura da consigliare. Per i tanti spunti di riflessione offerti. Per la qualità della scrittura, elegante e avvincente. Ma, soprattutto, perché i veri protagonisti sono proprio loro, i libri: al centro di un mistero, custodi di verità, cure per il mal di vivere, continuamente citati e sapientemente raccontati con arguzia e originalità. E con voce appassionata.