La lettrice di Cechov
Letteratura italiana
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Nina
All’inizio dell’opera Nina, ucraina, ha quarant’anni, una figlia che studia medicina desiderosa di sposarsi con Vanja e un marito affetto da una malattia capace di minarne il corpo al punto da costringerlo ad una immobilità forzata a letto. Non ha alternative, la donna. L’unico modo per poter mantenere gli studi di Katja è quello di ricoverare il compagno in un ospizio e di trasferirsi in Italia accontentandosi dei lavori più umili a prescindere dal suo titolo di studio. Qui ha inizio la sua vita da badante di Mariangela, lavoro che di fatto porterà avanti soltanto per pochi mesi in quanto le circostanze, e la sua passione per Cechov, la condurranno ad incontrare il professore Giulio De Felice, un uomo di volontà ferma, nervoso, di salute malferma, pignolo ed elegante che la introdurrà nei luoghi del dipartimento universitario ove essa, per un breve lasso di tempo, avrà modo di portare avanti un corso di laurea e di dedicarsi a questo particolare rapporto con il docente. È un legame intenso e al contempo inafferrabile quello che lega la donna al cinquantottenne, un legame che subirà gli effetti del tempo e della burocrazia. Nina allo scadere del suo contratto dovrà tornare nel suo paese d’origine dove dovrà fare i conti con la nuova realtà che verrà a palesarsi ai suoi occhi e con la figlia che ormai la percepisce come una figura distante, vacua e che nutre nei suoi confronti un profondo senso di abbandono. Otto anni dopo, il rientro in Italia. Cosa ne sarà stato del Professore? Cosa ne sarà stato di quei luoghi in cui ha vissuto assaporando quegli inconfondibili odori e sapori?
Dalla prosa curata e fluida, “La lettrice di Cechov” accompagna il lettore in un viaggio dai toni introspettivi, dalla riscoperta del proprio io e dalle tinte romantiche per questo sentimento così indefinibile e rarefatto provato che soltanto nella conclusione prende davvero un nome. La storia è delicata, il libro scorre rapido permettendo al conoscitore di giungerne al termine in appena una giornata e mezzo, tuttavia, qualche piccola incongruenza dal punto di vista della concretezza del descritto è ravvisabile nello scorrimento. Ciò, mixato ad una penna nata per la saggistica e per la critica letteraria, tende a far titubare chi legge e a non renderlo completamente parte del componimento.
In conclusione, una lettura piacevole ma che non dimostra tutte le capacità dell’autrice.