Narrativa italiana Romanzi La leggenda di Redenta Tiria
 

La leggenda di Redenta Tiria La leggenda di Redenta Tiria

La leggenda di Redenta Tiria

Letteratura italiana

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"Ad Abacrasta, di vecchiaia non muore mai nessuno, l'agonia non ha mai fottuto un cristiano. Tutti gli uomini, arrivati a una certa età, si slacciano la cinghia e se la legano al collo. Le donne usano la fune". Al bambino che chiede il perché, la nonna risponde solo che quando la Voce ti chiama tu non puoi fare altro che ubbidire. Un giorno, però, in paese è arrivata, non si sa da dove, "una femmina cieca, con i capelli lucidi come ali di corvo e i piedi scalzi": ha detto di chiamarsi Redenta Tiria, e di essere figlia del sole. Da quel giorno la gente di Abacrasta ha smesso di impiccarsi.



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La leggenda di Redenta Tiria 2014-03-04 21:04:21 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    04 Marzo, 2014
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Il paese di Abacrasta

La Leggenda di Redenta Tiria è uno dei primi romanzi di Salvatore Niffoi.
L'autore sardo innesta sulle pagine di questo romanzo tutto l'attaccamento per la propria terra e la voglia di cantare la vita e le storie di quella terra.
Una terra aspra, dura, spinosa, una terra di fatica, di dolore, di passione.

Il racconto di Niffoi si compone di una girandola di storie, di volti, di uomini e donne generati dal ventre della terra sarda, legati a doppio filo ad essa, radicati nel contesto sociale come tronchi di alberi millenari.
E' un romanzo dalle tinte forti, che mette in risalto una penna da impressionista, una penna che con tratti precisi ed incisivi riesce ad evocare nel lettore emozioni e sensazioni; una penna che impasta i colori soffusi ed eterei della leggenda e del sogno e li mescola con quelli vivi e squillanti della realtà, del quotidiano.

Le immagini che scorrono durante la narrazione sono indelebili, sono scatti fotografici che immortalano la durezza della vita quotidiana e la lieve speranza del sogno; una danza capricciosa tra vita e morte, un rincorrersi, un incontrarsi ed evitarsi.
L'autore dimostra una sensibilità elevata ed una capacità di rappresentare l'animo umano in maniera vibrante ed originale.

Pienamente promossi l'originalità del contenuto e lo stile di scrittura, capace di fondere con misura ed equilibrio la lingua italiana con localismi gergali, senza appesantire il flusso narrativo.
Niffoi elabora una buona prova di scrittura, dipingendo una terra che ha già ispirato tanti autori di ieri e di oggi, eppure lo fa mosso da una passione che trasuda dal racconto, mosso dalla voglia di portare al pubblico la propria visone della tradizione sarda, di scavare nello spirito di questo popolo.

Un romanzo amaro come una spremuta di cicuta, un romanzo che mette a nudo le sfaccettature dell'animo umano, un racconto che non fa sconti, che rigetta falsi buonismi, eppure nonostante tutto non condanna mai, non alza la voce neppure quando scorre la disperazione.
Il mondo di Niffoi non è solo buio, in fondo in fondo c'è una lucina che si chiama Redenta Tiria ossia speranza.

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