La ianara
Letteratura italiana
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Destino di donna
La scrittura decisa ed evocativa, il linguaggio mistico e potente di Licia Giaquinto odora di magie segrete, di riti pagani e di destini incantati.
Nel secondo Novecento, fra i monti di una Irpinia arcaica, la ianara è una strega sapiente e protettiva, ma è anche una mammana rozza e pericolosa. Adelina, ianara come sua madre e sua nonna, è temuta e cercata, è scacciata e ritrovata.
“Adelina ha fatto solo quello che andava fatto. Ha seguito il filo del destino che si srotolava giorno dopo giorno come un piccolo gomitolo tenuto in mano da chi sa chi.” p.26
La ianara riproduce infinite volte la proiezione della parte oscura di sé che ogni persona emargina e che continua ad affiorare. La colpa, l’invidia, l’arroganza sono il male degli esclusi dalla felicità, dei vinti dalla storia, degli analfabeti emotivi e cognitivi.
“Adelina era certa che non sarebbe diventata mai donna, che non sarebbe cresciuta. Perché aveva capito che diventare donna significava sangue.” p.60
La ianara è l’angelo malefico, perduto fra la confusione e la salvezza, ingannato dalla passione negata.
Adelina esprime la sua energia anestetizzata per paura di non riuscire ad addomesticare l’amore, a contenere l’eccedenza della gioia, a legittimare la curiosità della conoscenza.
“E’ come se tra Dio e Satana ci fosse stato un patto all’inizio dei tempi: tante anime per l’uno e tante per l’altro, e il resto delle anime da conquistarsi giorno per giorno, minuto per minuto, come in una partita a scopa. Con l’angelo custode da un lato e il demonio dall’altro di ogni cristiano a litigare dalla mattina alla sera per portarlo di qua o di là, al bene o al male.” p.109
Negare, nascondere e respingere sostituiscono, allora, la capacità di godere, di comunicare, di ridere. Il desiderio tradito di conoscenza si trasforma in sortilegio, il pensiero oppresso diviene invidia che azzanna, l’urgenza di amare e di essere amati si deforma in cattiveria.
Sullo sfondo, la costruzione di un’autostrada, come sfida di una modernità e di una conoscenza faticose verso libertà possibili.
La ianara, ogni giorno, non è morte, è solo un dolore infinito, l’incapacità di offrire a se stessa dignità di esistenza.
“Niente di ciò che è stato si perde. Uomini, donne, fiori, animali, piante: ogni cosa conserva la traccia della propria esistenza anche quando non esiste più. Glielo hanno insegnato sua madre e sua nonna in un tempo remoto sprofondato in un pozzo.” p.23
Indicazioni utili
Si nasc' 'a Natele, si si maschio si mannar' e si
Destinatario:
Conte Aurelio Tancredi del Sorbo,
Contrada Toppola.
Mittente: Anas
Saverio, il postino di questa contrada di un piccolo paese in Irpinia, si gira e si rigira questa lettera fra le mani e il sangue gli si gela ogni volta che pensa che dovrà portare la lettera al Conte, che dovrà bussare al portone di quel palazzo maledetto, attraversare quella proprietà maledetta...
La Ianara della Giaquinto è un romanzo sui pregiudizi e sulle miserie umane.
E' la storia di una ragazza Adelina , sguattera povera ed ignorante, cresciuta con una mamma ed una zia che per campare facevano "le ianare", grazie a decotti velenosi e pratiche mediche discutibilissime aiutavano nobili e meno nobili, soprattutto disgraziate ad abortire.
La vita da "strega" di Adelina sembra cambiare il giorno che , per caso e per pietà, viene presa a servizio del Conte Tancredi del Sorbo, notabile del luogo, uomo affascinante e ricchissimo, sposato con una nobildonna napoletana uscita di senno dopo la morte del loro unico figlio.
Adelina , grazie all'aiuto di Rosa la governante del Conte, impara in fretta a cucinare, rassettare, cucire, con l'andare del tempo la "zingarella sporca che si aggirava spaurita fra i campi" diventa una donna e le donne sognano anche l'impossibile quando si tratta di uomini: sposare il Conte.
I sogni però svaniscono all'alba, per Adelina svaniscono nel modo più crudele e sconvolgente, quando una notte scopre che il Conte si è fatto irretire da un'altra ragazzina girovaga Lisetta, una lolita che ha conquistato il Conte e l'ha trascinato nei meandri oscuri del vizio...a questo punto l'odio profondo quale può essere quello di una donna per la sua rivale si accende nel cuore di Adelina e le conseguenze saranno inconfessabili.
La narrazione scorrevole arricchita da frasi dialettali e rimandi a costumi antichi, l'uso attento del flashback e un po di suspance rendono il testo godibilissimo.
Indicazioni utili
Davvero bello.
Ho comprato questo libro soprattutto per l'interesse verso il titolo. Avendo le stesse origini della scrittrice (nonostante son molto più piccola di lei), e sentento parlare ogni volta mia nonna della famosa Ianara qnd mi raccontava le storie del paese, qualcosa mi ha detto di leggere il romanzo. CErto, non mi aspettavo di leggere il capolavoro del secolo, ma come storia è davvero molto bella. Rievoca le leggende antiche sulla ianara, e il senso di inquietudine e di mistero è reso in tutti i suoi aspetti. Si può dire che mentre lo leggevo ero quasi "stregata". Il finale è carino, la storia sotto certi punti di vista anche molto dura.Alcuni passaggi mi hanno disgustata devo ammetterlo, ma questo ha reso la storia molto "credibile"
Piacevole alla lettura, non vi aspettate nulla di che, ma per il suo genere è davvero carino.