La grande festa
Letteratura italiana
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La morte descritta in modo suggestivo
Un titolo emblematico che fa presupporre gioie, anniversari, ricevimenti etc
invece al centro della narrazione viene trattato un tema apparentemente non festoso, ma che in queste pagine arriva a raggiungere picchi di poesia e favola come mai, personalmente, mi era capitato di leggere
...si parla della morte!!!
L'autrice prendendo spunto dalla dipartita di personaggi da lei benvoluti, come il padre o la sorella, o Moravia, Pasolini etc
racconta storie particolari e digressioni molto delicate a riguardo dei giorni trascorsi felicemente con i suoi affetti e allo stesso tempo immagina di rincontrare queste persone instaurando dialoghi immaginari molto profondi e suggestivi.
Non solo il distacco dalle persone care, ma anche tante tematiche sociali vengono affrontate in questo romanzo, mi ha molto colpito quando la Maraini descrive il lato comune a livello comportamentale dei suoi familiari. Ad es parlando di sua sorella Yuki
..."aveva un fortissimo senso della giustizia. Non sopportava le prevaricazioni. Questo è sempre stato un male di famiglia. Ci siamo messi nei guai proprio per non aver accettato la prepotenza. Una cosa di cui andare fieri, ma che ci ha indeboliti e screditati...come quando , per il rifiuto di aderire alla Repubblica di Salò, decisione presa sia da mia madre che da mio padre, siamo andati a finire i un campo di concentramento giapponese per due anni"..
da sottolineare anche questo spunto concernente il valore educativo delle favole
"Avevano ragione gli antichi favolisti, niente come una fiaba raccontata a un bambino rimane nella memoria: monito, insegnamento, esperienza sensuale, consiglio, esortazione, rivelazione dei sensi e dell'intelligenza"
Per concludere , la Maraini, a mio avviso, attraverso queste pagine vuole mettere in chiaro un concetto molto particolare e cioè che grazie al potere evocativo della narrativa e della letteratura e soprattutto della poesia ,si riesca sempre ad avere un contatto diretto con le persone amate, proprio come se fosse una "grande festa"
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Coabitare col ricordo
E' un libro delicato, intimo, profondo, che parla di vita e di morte, di storie vere, di affetti privati e pubblici dell'autrice. I morti hanno qualcosa di profondo da dire ai vivi; il loro linguaggio è fatto di isole sospese sulle acque, dai controni sfumati e frastagliati. Sono capaci, parlandoci, di eliminare una zona oscura del nuostro cuore ferito. Questo libro è fatto di ricordi, descritti con una delicatezza straordinaria. Morire è un modo di aderire alla vita, abbracciandola senza farsi male. E chi resta deve imparare a coabitare col ricordo dei propri cari, senza smettere di vivere. Perchè cantare e ridere sono le due forme più alte della felicità umana.
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il giardino dei ricordi
Un libro che parla della morte e di quello che resta quando le persone che hai amato se ne sono andate per sempre. Continuano a vivere attraverso le storie, come dice la stessa autrice, attraverso la memoria che, se mantiene la sua lucidità, è un' ancora di salvezza. L'autrice racconta della morte improvvisa, di quella che arriva invece dopo una lunga malattia..una sorta di calvario. Racconta di quello che accade a chi resta a guardare... si agisce forse senza seguire sempre una logica razionale. Ci si affida a chi, medico o altro, può avere misure e competenze per fare meglio, per salvare il non salvabile, per capire...per... Si parla della morte di un bambino mai nato, la morte in seguito a demenza senile. La morte come passaggio da una terra di fragilità a un giardino di eterno vivere... la morte e la festa...