La fine dell'estate
Letteratura italiana
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Estate
Estate, giochi, avventura, alleanze, missioni e sfide per non cadere nella noia, per non esser prede della monotonia. Perché soltanto i ragazzini sanno davvero cos’è la fine dell’estate e ciò vale anche per gli adolescenti del Quartiere che, come Pietro e Augusto, cercano disperatamente un modo per vincere la ripetitività di quelle giornate. Come? Costruendo un motore a gasogeno da montare su una macchina mentre gli uomini adulti sono chiamati alle armi e fuori infuriano i bombardamenti.
Una Millecento abbandonata, un luogo, il Quartiere, che è territorio di ragazzini, una guerra che non ha nome ma che c’è. Le case sono vuote, le donne restano sole, i tombini vengono chiusi, l’atmosfera è sospesa. La fantasia. Perché è grazie a una semplice vettura lasciata a se stessa che è possibile inventarsi viaggi, sentirsi grandi, dar libero sfogo alla fantasia, diventare eroi.
Ed è in questa estate di giochi, corse tra i prati, lotta alla quotidianità, scorribande e amicizia che si scoprono anche i sentimenti del tradimento e del dubbio, della disillusione e della speranza, le emozioni della paura e dell’angoscia, la consapevolezza che ciò che è finito non può tornare. Che con quel vuoto che resta non si può far altro che imparare a convivere.
«Il passato non era il loro territorio. Per loro c’era il presente»
Il tutto con l’ausilio di una penna delicata, pura, genuina che accompagna nel viaggio e che conduce per mano nella riscoperta di quei ragazzini che siamo stati, di quel mondo adesso così mutato, di quella spensieratezza troppo spesso dimenticata e con quel leggero retrogusto di malinconia.