La dinastia dei dolori
Letteratura italiana
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Moira e Ghenos
“Come stirpi di foglie, così le stirpi degli uomini. Le foglie, alcune ne getta il vento a terra, altre la selva fiorente le nutre al tempo di primavera. Così le stirpi degli uomini: una nasce, l’altra si dilegua.”
Queste le parole di Glauco nell’Iliade. (VI libro).
E ancora: “Uno paga subito, un altro dopo, e a quelli stessi che sfuggono affinché non li colga la Moira degli dei che poi in ogni caso, più tardi giunge? gli innocenti pagano le azioni, o i figli di costoro o la stirpe futura.” (Solone – Elegia alle Muse). C’è tanto della cultura classica in questo romanzo di Margherita Loy, “La dinastia dei dolori”, un racconto intenso, che vede al centro quattro generazioni di donne forti e fragili a un tempo, che si tramandano un pesante fardello di dolore e di rimpianto rassegnandosi a convivere con uno schiacciante senso di colpa, o a chiudersi nel buio di una condizione di assoluta angoscia. Un racconto radicato in una realtà quotidiana che attraversa il novecento dagli albori del fascismo fino ai giorni nostri, che vede la donna protagonista e subalterna al tempo stesso in una società che stenta a restituirle quella dignità e quella emancipazione che le spettano di diritto. Sono donne a cui si nega persino di vivere le gioie e le responsabilità della maternità, donne che non hanno la libertà di scegliere perché non hanno alcuna indipendenza economica. Così Emma, il personaggio più forte del romanzo, è costretta a barattare la sua maternità con il benessere futuro per sé e per le sue sorelle. Una scelta drammatica che la priverà dell’amore che aveva sognato. E come una forza misteriosa e imperscrutabile, come una volontà irresistibile che si identifica con la “moira” della mitologia greca, questo dolore si tramanda attraverso le generazioni per via femminile. Un destino segnato, si direbbe. E qui l’autrice si sofferma su alcune teorie scientifiche che studiano l’importanza della ereditarietà genetica anche nella sfera della psiche umana, come se i grandi dolori si imprimessero nella memoria genetica di ogni individuo e con essa si trasmettessero alle generazioni successive insieme a tutte le altre tessere che ne costituiscono il patrimonio complessivo.
Un libro che offre spunti molto interessanti di riflessione, non solo dal punto di vista sociale e filosofico, ma anche scientifico.