Narrativa italiana Romanzi La cotogna di Istanbul
 

La cotogna di Istanbul La cotogna di Istanbul

La cotogna di Istanbul

Letteratura italiana

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Paolo Rumiz racconta di Max e Maša, e del loro amore. Maximilian von Altenberg, ingegnere austriaco, viene mandato a Sarajevo per un sopralluogo nell’inverno del ’97. Un amico gli presenta la misteriosa Maša Dizdarevic´, “occhio tartaro e femori lunghi”, austera e selvaggia, splendida e inaccessibile, vedova e divorziata, due figlie che vivono lontane da lei. Scatta qualcosa. Un’attrazione potente che però non ha il tempo di concretizzarsi. Max torna in patria e, per quanto faccia, prima di ritrovarla passano tre anni. Sono i tre anni fatidici di cui parlava La gialla cotogna di Istanbul, la canzone d’amore che Maša gli ha cantato. Maša ora è malata, ma l’amore finalmente si accende. Da lì in poi si leva un vento che muove le anime e i sensi, che strappa lacrime e sogni. Da lì in poi comincia un’avventura che porta Max nei luoghi magici di Maša, in un viaggio che è rito, scoperta e resurrezione.



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La cotogna di Istanbul 2019-11-14 15:44:01 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    14 Novembre, 2019
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Una storia lunga in corta riga

Uno degli autori italiani che amo di più si è ingegnato nello scrivere un’opera che stilisticamente è molto originale: è scritta come una ballata e si presenta in versi, anche se è un’opera narrativa. Agganciandosi all’elemento della mela cotogna, un frutto brufoloso giallo oro, giallo elettrico, dal folle profumo, fatto di sole e luna, un frutto dei contrasti, questo scritto sprigiona odori e suoni di un mondo a noi geograficamente vicino ma culturalmente lontano. Questo frutto è misterioso, perché è l’unico che con il tempo è capace di rendere più forte il suo profumo, invece che farlo illanguidire; è pieno di bitorzoli, ma col tempo diventa sempre più rotondo, più morbido, più bello, più femminile. Di questa lettura ti rimane il fascino più che il contenuto, l’atmosfera più che la sostanza, la magia. Perché non sei tu che devi fare il viaggio, ma è il viaggio che costruisce te. Perché la vita offre la possibilità di fare un viaggio straordinario e di ascoltare milioni di suoni, milioni di storie. Come sarebbe brutto se questo povero mondo perdesse il gusto delle storie da ascoltare.

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La cotogna di Istanbul 2015-02-02 11:05:43 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    02 Febbraio, 2015
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Zute dunje

Hai mai udito strofe dalle sevdalinke, le canzoni d'amore della Bosnia - gli chiese lei al lume delle ultime due candele rimaste accese sul tavolo.
Lui disse No, mi piacerebbe - e allora lei con voce struggente canto' parole che lui non riusci' a decifrare. Ma la storia di Zute dunje , delle gialle cotogne venute da Istanbul lo affondò d'amore e malinconia e lacrime grigie  di Danubio e addio.
L'austriaco fisso' lo sguardo su quegli occhi di bosniaca musulmana, grandi noccioli di ciliegia nera e profilo di regina egizia, le domando' Vuoi concedermi un ballo e lei rispose Perche' no .
Così sotto il velo bianco di Sarajevo sposa, i chicci di riso freschi e lucenti fiocchi di neve, i due si persero nella piazza vuota e buia coi muri sfregiati di proiettili ; cristallizzati dal vento dei Balcani all'ombra dell'abito a lutto di Masa, ballarono il valzer che lui sussurrava fischiando. 

Hai mai sentito parlare di una donna che ha avuto il numero diciotto quattro cinque zero nove tatuato sulla pelle, che forse se ne ando' prima che lui potesse tornare.

Hai mai ascoltato la musica che parla di due innamorati che non poterono sposarsi e la bella Fatma si ammalo', gli chiese di correre ad Istanbul e portarle cotogne che l'avrebbero salvata ma quando lui torno' Fatma gia' se ne era andata, " aman aman " dice il ritornello come l'urlo dei popoli cacciati dalle antiche terre.

Paolo Rumiz ci racconta di una canzone e di una donna che incontro' laggiù chissà chi e chissà dove, un viaggio a Istanbul e nella notte di pioggia l'infausto venditore di cotogne che  fu anche per lui messaggero di tragedia. 
Da un canto e da un racconto trasmesso di voce in voce nasce questo libro dalla riga corta, una ballata da leggere a voce alta che narra della bella, appassionata  bosniaca e dei suoi amori, che canta di Sarajevo Gerusalemme d'Europa  dove convivevano in pace tradizioni diverse, prima che lo stupro della guerra la costrinse a terra umiliata e sanguinante.
Di forma inconsueta ma apprezzabile, piacevole sperimentare le righe poetiche che emozionano e scorrono veloci e liquide avvolgendo in pagine di grandi passioni, luoghi e usanze, cibi e profumi  tra Vienna, Istanbul e la Penisola Balcanica.
Buona lettura.

https://m.youtube.com/watch?v=6dyBCJGIsCw

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La cotogna di Istanbul 2014-04-08 19:07:09 Luca
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Opinione inserita da Luca    08 Aprile, 2014

Tre livelli d lettura

Un libro che si legge a tre livelli. La prima volta con gli occhi, lo scorrere della storia avvince per l'originale concatenarsi degli eventi, l'ambientazione e la vitalità dei personaggi. La seconda con il cuore, la storia d'amore non convenzionale prende fin da subito anche chi storce il naso quando si parla di sentimenti. La terza con il fegato come dicono dalle parti dei Balcani, solo allora la storia sarà entrata dentro di voi come una malinconica sevdalinka, e non vedrete l'ora di raccontarla e sognerete segretamente di esserne parte.

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La cotogna di Istanbul 2012-06-04 18:36:53 marta
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Opinione inserita da marta    04 Giugno, 2012

Una bella storia d'amore

Una bella e struggente storia d'amore nella vecchia Sarajevo distrutta dalla guerra. Un amore che non conosce tempo e in grado di sopravvivere anche alla malattia... da leggere...

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