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La compagnia delle illusioni La compagnia delle illusioni

La compagnia delle illusioni

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Per lavorare nella Compagnia delle Illusioni un nome in codice è indispensabile, e quello di Antonio Morra è il più bello di tutti: 'O Mollusco. Dopo una carriera d'attore con un solo ruolo importante - il portiere impiccione della serie tv "Tutti a casa Baselice" -, a quasi cinquant'anni Antonio Morra vive con la madre e la sorella Maria a Napoli, dove si arrangia dirigendo uno sfizioso gruppetto teatrale amatoriale. Il ragazzo di un tempo, pieno di sogni e forza di volontà, si è trasformato a causa di un terribile evento in un uomo senza capo né coda: perfetto dunque per la misteriosa Zia Maggie, che lo ha attirato nella potente rete segreta della Compagnia delle Illusioni. Così Antonio è diventato 'O Mollusco: l'interprete di mille ruoli diversi che gli permettono di influire sulle vite altrui fino a mutare la realtà, perché "le persone non vedono ciò che è vero, ma rendono vero quello che desiderano vedere". E solo quando l'illusione avrà sovvertito anche la sua vita, Antonio potrà ritrovarsi. In fondo, come recita una delle regole della Compagnia, "la conseguenza estrema della finzione è la verità".



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La compagnia delle illusioni 2019-05-15 06:59:04 UgoCiril
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UgoCiril Opinione inserita da UgoCiril    15 Mag, 2019
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Siamo tutti attori, a volte?

“La compagnia delle illusioni” di Enrico Ianniello conduce il lettore in una trascinante vicenda, in cui i confini tra realtà e finzione si fanno labili.
È un romanzo che può stimolare riflessioni profonde sul modo in cui, talvolta, recitiamo un ruolo, forse per sfuggire alla vera ricerca di noi stessi.
Ho parlato di “recitare” non a caso: il protagonista è un attore che potremmo definire in declino, Antonio Morra, vicino ai cinquant’anni. La sua nascente carriera è stata segnata presto da un grave lutto: giovane di belle speranze, scivolò in un baratro di dolore. Ad alleviare quella condizione arrivò l’unico vero successo professionale, che ha però un sapore beffardo: il ruolo del portiere Raffaele in una frivola fiction, basata sugli intrighi amorosi in un condominio.
Quando la narrazione del romanzo prende le mosse, però, anche Raffaele il portiere è per Antonio un ricordo. Qualcuno incontrandolo per strada lo riconosce ancora, ma a quella interpretazione non sono seguiti altri ruoli memorabili.
L’Antonio che il lettore conosce si guadagna da vivere dirigendo una sgangherata compagnia teatrale amatoriale e svolgendo un secondo lavoro, che mantiene segreto anche alla madre e alla sorella.
È infatti parte della Compagnia delle Illusioni, un gruppo di attori che si prestano a interpretare ruoli…nella realtà. Proprio così: se a qualcuno occorre, per uscire da una situazione scomoda, una “comparsa” che reciti ad esempio il ruolo di un parente, di un amico ritrovato o di un rappresentante delle istituzioni, la Compagnia invia un attore o un’attrice adatti al caso.
Praticamente una forma d’inganno che la fondatrice, l’eccentrica signora che si fa chiamare Zia Maggie, ammanta però di significati rivoluzionari e artistici.
Quando una delle “interpretazioni” di Antonio per la Compagnia delle Illusioni provocherà una tragica conseguenza, per lui giungerà il momento di mettere in discussione quel lavoro, se stesso e la sua vita fatta di finzione e di malinconia. L’incontro con una ragazza dal carattere particolare e sfuggente accelererà e, al contempo, complicherà questo processo, con sviluppi inaspettati.
Un romanzo incalzante, in cui il tema del recitare una parte, della mistificazione di sé è veicolato da un ritmo ricco di colpi di scena. Una nuova, affascinante prova della fantasia e delle abilità narrative dell’autore, dopo “La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin”.

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"La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin", E. Ianniello
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