La casa delle farfalle
Letteratura italiana
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Donne interrotte
Libro delicato ed a tratti impalpabile, in cui ogni capitolo viene aperto dalla descrizione di un tipo di farfalla. E’ un libro in cui si intrecciano storie d’amore e di guerra, storie di cura e di abbandono, storie di amicizia e di solidarietà femminile. E’ un libro sostanzialmente di sentimenti, che ci permette di capire quanto la guerra cambia gli occhi della gente ed il modo di guardare e quanto a volte è difficile sostenere il peso dei ricordi. Bellissima la leggenda giapponese che vuole che le farfalle bianche siano lo spirito delle persone che non ci sono più che tornano a posarsi su di noi. Un soffio di cui farò prezioso tesoro.
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Una storia tutta da scoprire
"Sarai una farfalla bellissima, dolce e delicata. Il tuo volo sarà breve, ma intenso. Toccherai terra solo una volta, per generare la vita. Come fanno le farfalle. E soffrirai, quando dovrai lasciare la crisalide. Come facciamo tutti."
La storia scritta dalla Montemurro è ricca: piena di eventi; di segreti, che vengono svelati uno dopo l'altro fino alle ultime pagine; di figure femminili importanti ognuna con il suo vissuto ed il suo passato e tutte intrecciate tra loro.
La struttura del romanzo mi ha ricordato molto i libri di Cristina Caboni ("La custode del miele e delle api", "Il giardino dei fiori segreti"): all'inizio di ogni capitolo viene inserito il nome di una farfalla spiegandone i caratteri e lasciando un consiglio di vita per tutti. La cosa mi ha incuriosito e mi ha spinto a cercare le immagini di queste farfalle, così ben descritte in poche righe, e quando un libro mi incuriosisce ed apre le mie ricerche per me è sempre positivo.
La Montemurro, soprattutto dalla metà in poi, non lascia respiro al lettore che viene investito dalle confessioni dei personaggi permettendogli di ricostruire gli eventi. Eventi che sono ambientati in due periodi temporali diversi: il passato (dal 1943 in piena guerra fino al 1966) di Lucrezia madre di Margherita, Will, Alfonso,Yukari madre di Cho; il presente (2014) di Margherita e della figlia Anita nipote di Lucrezia, di Yoko, figlia di Cho, nipote di Yukari
Tutto parte nel 1943 durante la seconda guerra mondiale nella "Villa delle farfalle" dove ritroviamo Lucrezia, che vive nella villa, Will un ufficiale tedesco che ha la base militare nella villa e Yukari una bambina giapponese portata da Will nella villa dopo essere stata salvata da una tragedia familiare.
Questi tre personaggi così lontani per nascita, cultura e nazionalità si ritrovano nella villa nel periodo della guerra, le loro tre vite si intrecciano dando il via alla storia ed agli eventi che si ripercuotono, fino al presente, nella vita di Anita e nella vita di Yoko.
La villa ed il farfallario sono i due elementi presenti costantemente nel racconto: la villa accoglie, ascolta, custodisce tutti i segreti ed a volte sembra vivere di vita propria; il farfallario luogo della calma, della salvezza, della rigenerazione.
Ho trovato il tutto ben organizzato ed anche i personaggi ben caratterizzati.
Ho provato sentimenti alterni ed invertiti verso i personaggi femminili più antichi di Lucrezia e Yukari.
All'inizio ho provato tenerezza e ammirazione per la cura e l'attenzione, quasi materna, che Lucrezia mette nel custodire ed educare la giovane giapponese Yukari, mentre ho provato un risentimento forte verso il modo di comportarsi di Yukari.
Andando avanti con la storia ho provato l'inverso dei sentimenti: tenerezza e pena per Yukari, per come viene isolata, rifiutata da Lucrezia e quasi odio per Lucrezia.
Da spartiacque ai diversi comportamenti delle protagoniste un evento che segna entrambe e la loro relazione.
Il romanzo tiene sullo sfondo i temi della violenza e dell'amore nel periodo della seconda guerra mondiale, in primo piano rimangono le storie delle donne: tre generazioni di donne Angelica, Margherita, Anita e Yukari, Cho e Yoko.
La scrittura della Montemurro è leggera, scorre velocemente sotto gli occhi ed il libro si fa leggere da solo, complice la voglia di scoprire l'intreccio ed i segreti.
Mi è però mancato qualcosa, non so dire cosa, forse troppi eventi e misteri da svelare e nella fretta di leggere per rimettere a posto i tasselli mi è mancata l'attenzione.
Forse nel turbinio degli eventi l'autrice si è persa i dettagli, quelli che per me fanno la differenza di un testo dall'altro. Ma è un mio personale "punto di lettura".
E' un libro che comunque consiglierei a chi vuole immergersi in una storia come in un film.
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Nulla avviene per caso.
Il romanzo “La casa delle farfalle” ha uno stile ed un lessico semplice. Non appena si inizia la lettura si comprende il mistero che avvolge la casa ed i suoi personaggi. Si scoprirà tutto a poco a poco.
Ci ho messo un po’ ad inquadrare i personaggi, soprattutto Margherita la quale, con Anita, ha un rapporto un po’ complicato visto che hanno difficoltà di comunicazione.
La madre, ingenuamente, vorrebbe che la figlia non stringesse amicizia con Yoko, senza però spiegare perché. In modo un po’ tiranno le fa intendere “Lo dico io, ti deve bastare”. È una cosa che, nei genitori, non sopporto e penso che sia stato scritto così soprattutto per cercare di mantenere un certo grado di mistero.
Quando Anita comincia a leggere il diario, pensavo che sarebbe stato raccontato, cioè come se fossimo noi stessi Anita che leggeva; invece si torna indietro nel tempo, continuando la lettura sotto il punto di vista di Lucrezia.
La storia di Lucrezia mi ha preso molto. Non solo per quanto riguarda la storia d’amore, ma soprattutto per il rapporto che si instaura con la ragazzina giapponese: Yu Kari. Come per tutte le adolescenti, anche lei entrerà nella fase di ribellione portando conseguenze molto negative, facendo sì che si allontani da coloro che l’hanno praticamente cresciuta.
Mi sarebbe piaciuto leggere un po’ di più di come Lucrezia sia riuscita a farla uscire allo scoperto all’interno della casa delle Farfalle.
Will, invece, sembra essere una persona di buon cuore e mi chiedo come abbia fatto a riuscire ad ottenere il potere che ha, visto e considerato che è davvero troppo buono per essere un ufficiale.
Si torna poi nel presente dove scopriamo cose nuove ed altre saranno ancora da scoprire.
La lettura è molto scorrevole, ma io sono parecchio pignola ed in qualsiasi libro che leggo trovo sempre qualcosa che avrei voluto leggere in modo diverso. Come penso accada per ogni cosa di cui ci si appassiona. Difficilmente sono completamente soddisfatta.
Forse avrei voluto leggere qualcosa in più sul rapporto che si andava instaurando tra Anita e Filippo perché si innamorano, o almeno così sembra, da un giorno all’altro.
I personaggi all’interno di questo romanzo sono molto rancorosi, a mio parere, sebbene venga spiegato il motivo per il quale Lucrezia si sia chiusa in se stessa, abbia negato un certo affetto alla figlia sebbene l’amasse e trovo che, per rispetto nei confronti delle persone alle quali voleva bene, compresa Yu Kari, invece di essere scorbutica o ridere a crepapelle, avrebbe dovuto parlare.
Io penso che, qualsiasi cosa accada, si abbia sempre la necessità di chiarire, soprattutto per rispetto nei confronti degli altri. Lucrezia era ormai adulta, quindi avrebbe potuto mettere da parte l’orgoglio e fare una chiacchierata sincera con Yu Kari, con Margherita, con chiunque avesse bisogno di qualche spiegazione.
Lucrezia ha invece sempre continuato a voler ben a Yu Kari da lontano perché l’orgoglio ed il dolore hanno fatto sì che non chiarisse diverse situazioni portando così una conseguenza dietro l’altra.
Il romanzo si legge comunque bene, riesce a catturare il lettore e lo stile ed il ritmo sono appropriato al genere del libro. È una lettura piacevole.
La conclusione è quella che mi ha fatto storcere un po’ il naso visto che sembra essere tutto dimenticato, come niente fosse successo, in modo un po’ ingenuo, visto che, come è anche scritto nelle pagine del romanzo: ogni azione ha la sua conseguenza.
D’altro canto nulla avviene per caso. Nessun incontro. Nessun avvenimento ed è con questa convinzione che si deve iniziare a leggere questo romanzo.