Narrativa italiana Romanzi La bambina nel buio
 

La bambina nel buio La bambina nel buio

La bambina nel buio

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Antonella Boralevi ha scritto un romanzo potente che svela il cuore delle donne e affronta con coraggio i temi cruciali dell’anima contemporanea. E ci dice che l’unica salvezza è l’amore. 1985. In una splendida villa della campagna veneta, Paolo e Manuela festeggiano i loro venti anni di matrimonio. Hanno una bambina dolcissima di undici anni, Moreschina. Tutta la buona società di Venezia è accorsa alla loro festa. Camerieri in guanti bianchi, champagne nei calici di cristallo, danze, flirt, pettegolezzi, allegria. Eppure, dentro la gioia, vibra una nota di inquietudine. Un'ansia che cresce a ogni pagina. La festa finirà con una tragedia indicibile. 32 anni dopo, una inglesina di trent'anni, Emma Thorpe, sbarca a Venezia. Si porta dietro un segreto. E finisce in un Palazzo sul Canal Grande, che nasconde più segreti di lei. Il proprietario è il conte Bonaccorso Briani. Un uomo durissimo, solitario e misterioso. Il destino mette sulla strada di Emma un seducente commissario siciliano, incallito sciupafemmine. Indagano insieme in una Venezia affascinante e insolita, avvolta dalla nebbia, frustata dalla pioggia di novembre. In un crescendo di tensione e colpi di scena, il mistero di tanti anni prima trova finalmente soluzione. È il mistero del buio che tutti ci abita.



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La bambina nel buio 2019-03-21 08:26:30 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    21 Marzo, 2019
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Un amore sconvolgente

Antonella Boralevi, è autrice di romanzi, racconti, sceneggiature, saggi. Ha portato in televisione il talk-show di approfondimento emotivo. Scrive rubriche su quotidiani e settimanali. Ha scritto: Prima che il vento, Il lato luminoso, I baci di una notte. Ora pubblica il suo ventesimo libro: La bambina nel buio. Un libro poderoso, molto bello con una scrittura avvolgente, e trascinante, che narra una storia che colpisce e travolge nella sua drammaticità.
Il libro racconta la storia di Mareschina, una bambina molto bella e molto amata:
“supremamente elegante. (…) Era entusiasta di tutto. (…) Aveva i capelli scuri raccolti sopra la nuca, ma qualche ciuffo era scappato via e le ricadeva sulla guancia pienotta, color rosa tenue. (..) Aveva un vestitino azzurro, con lo scollo a barchetta, con la gonna larga, corto sulle gambette sottili. Sembrava un fiorellino, staccatosi per sbaglio dai disegni della porcellana.”
Lei, in una bella e romantica serata di festa, dove si sta festeggiando l’anniversario di matrimonio dei genitori, scompare nel nulla. Trentadue anni dopo una giovane inglese, Emma, con tante ferite a proprio carico, viene invitata a Venezia, ospite del “Conte”, intimo e vecchio amico di famiglia. Lui è un uomo schivo, scarsamente comunicativo e con tanti segreti sulle spalle:
“Ha il viso scavato di chi non ha dormito, occhiaie profonde sotto gli occhi affilati. Due rughe a u gli tagliano la faccia, dal naso fino al pizzetto grigio curatissimo. (..) C’è in lui qualcosa di inafferrabile e di potente, una forza rappresa che aspetta solo il momento giusto per scatenarsi.”
Il Palazzo sul Canal Grande, dove abita ed ospita Emma, è alquanto inquietante, ed Emma ha strane sensazioni:
“Le era piombata addosso una cappa di angoscia, la sensazione di qualcosa di potente. Di malefico che soffocava il piccolo salotto e le toglieva il fiato. C’era una forza che la spingeva ad agire. Una forza non controllabile e potente, qualcosa che aveva preso possesso di lei nel momento in cui aveva scoperto.”
Emma conosce così un commissario siciliano che:
“Ha un viso bellissimo, da italiano. Da attore italiano. Degli anni Sessanta. Un ciuffo di capelli scuri. Un bel viso un po’ maledetto ma con un naso da antico romano. Camicia a righine. Giacca sportiva.”
Da lui Emma si sente un po’ compresa, un po’ derisa, ma insieme iniziano una caccia al colpevole e al mistero che riporta all’indietro in un passato tragico e la scoperta è veramente sconvolgente.
La pista da seguire è offerta dallo stesso Conte che ambiguamente lancia segnali che loro inseguono affannosamente. Segnali rappresentati da libri, i cui contenuti trasmettono parti di verità da esaminare e da analizzare. Si va:
“L’elogio della follia sostiene che essere pazzi è il modo migliore per raggiungere la felicità, pressappoco, insomma la sostanza è questa. (…) E cosa racconta Anna Karenina? La storia di una donna che si suicida perché l’amore l’ha tradita. (…) Madame Bovary? La storia di una donna leggera un po’ futile, che si annoia, che tradisce il marito prima con un giovane, poi con un vecchio, poi di nuovo con un giovane e finisce per avvelenarsi con l’arsenico….”
Un libro duro ed intenso sull’amore e la sua degenerazione. Una lettura corposa che colpisce al cuore di un lettore attento e perspicace, attraverso una storia che non si dimentica. Un romanzo che fa riflettere attraverso una lettura avvolgente ed intrigante. Più che consigliato.

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