Narrativa italiana Romanzi La bambina, il pugile, il canguro
 

La bambina, il pugile, il canguro La bambina, il pugile, il canguro

La bambina, il pugile, il canguro

Letteratura italiana

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Quando solleva con le sue enormi mani da pugile la nipotina appena nata, il vecchio Primo esclama: "A me sembra più bella di tutte le altre". Ma la piccola ha la sindrome di Down e una grave malformazione cardiaca, sua madreValentina non si riprenderà mai dallo shock (anzi finirà col morirne) e il padre Nevio è un povero ubriacone irresponsabile. Perciò saranno i nonni Primo e Nora a prendersi cura della bimba, dopo averla chiamata Letizia: come l'allegria contagiosa che dimostra fin da neonata. Questo toccante racconto di Gian Antonio Stella, in cui le storie rocambolesche dei pugili americani diventano ninne nanne e si mescolano alle leggende marinare venete, affronta con delicata partecipazione il tema dei "bambini imperfetti".



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La bambina, il pugile, il canguro 2012-02-26 20:19:19 ombraluce
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ombraluce Opinione inserita da ombraluce    26 Febbraio, 2012
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Un amore bellissimo

Questo è un racconto bellissimo, che racconta il grandissimo amore tra un nonno pugile e la sua nipotina down, che per lui è "la bambina più bella del mondo". Tante sono le vicende tristi e tragiche che il nonno e la nonna devono affrontare (i genitori, ognuno in modo diverso, si sono arresi) e si arriva a un finale sorprendente ma assolutamente veritiero, che lascia comunque un senso di speranza e fiducia nella vita. La particolarità del racconto è costituita dallo stile, scorrevole e immediato, e da un tocco di umorismo che riesce a trasparire anche nella tragicità della vicenda. Riporto la frase di copertina perchè è molto significativa e rende in pieno la spirito del libro: "non importa perdere,piccola. Si può perdere anche tutta la vita. Capita. Importa come si perde. Come." Non si può non leggerlo...

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La bambina, il pugile, il canguro 2008-02-19 10:19:48 Maristella Copula
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Opinione inserita da Maristella Copula    19 Febbraio, 2008

La bambina,il pugile,il canguro

Questo breve romanzo di Gian Antonio Stella, quasi un racconto, ha il sapore di una favola dolce e piena di emozioni che, affrontando un tema tanto delicato come l’handicap, riesce a smuovere le coscienze mettendole in grado di comprendere come la vita, anche in situazioni limite, è sempre capace di elargire momenti di gioia che scaturendo da sentimenti di totale purezza, giorno per giorno, creano la forza di camminare nel futuro, anche se lastricato di pregiudizi e di meschinità che tentano continuamente di intralciarlo.

Senza cadere nel pietismo o semplicemente in un banale buonismo, Stella raccoglie con garbo e sensibilità la storia di nonno Primo e di nonna Nora e del loro grande amore per la nipotina affetta da Sindrome di Down.

Giusto Babich, ex ”pugilista”, detto Primo per la sua somiglianza con il famoso gigante della boxe Primo Carnera, attende insieme alla moglie Nora il momento in cui sarà nonno. Ma la bimba nasce con gravi problemi che si sommano al problema principale: un cromosoma in più nel suo corredo genetico. La madre della bimba, figlia dei due anziani coniugi, non è in grado di reggere tutto questo dolore e la sua fragilità finirà per ucciderla; il padre, Nevio, un uomo alcolizzato e irresponsabile si allontanerà dal problema scomparendo per anni. Toccherà quindi ai due amorevoli nonni prendere in mano le redini della vita di Letizia (così il nonno ha voluto chiamarla per il suo sorriso contagioso che elargisce con generosità donando pienezza e calore a chi le vive accanto). Nonno Primo, anche lui con un passato “differente” in quanto profugo istriano, fuggito dalla cosiddetta “Zona B” che nel ‘54 passò definitivamente sotto il controllo della Jugoslavia, è un grande lottatore ma anche un grande incassatore, con un’ innata capacità di riuscire ad accettare le vittorie così come le sconfitte. Sa combattere con infaticabile coraggio, allo stesso modo che sul ring, nel crescere e difendere la sua adorata nipotina, scontrandosi con la fiumana di problemi quotidiani densi di errati preconcetti che l’esistenza di “un diverso” e di chi lo ama e lo aiuta, deve incessantemente affrontare e contrastare.

Attraverso la figura di Primo, che con grande attenzione si documenta per assistere la bimba nel miglior modo possibile, l’autore traccia un ampio quadro del trattamento riservato ai bambini “ imperfetti” nella mitologia e nella storia sollevando contemporaneamente una grande quantità di temi di grande e sempre attuale rilevanza etica. Ma sono l’affetto e l’amore incondizionato la forza trainante di questo racconto, di chi con il cuore viaggia con semplicità e schiettezza attraversando instancabilmente ostacoli e barriere, sorretto da risorse impensabili dispensate con prodigalità da un vissuto quotidiano che, con illimitata semplicità e sconfinato candore riconduce al senso più vero della vita. Perché il sorriso, lo stupore, la sincera innocenza, le grandi conquiste di Letizia e dei bambini come lei, hanno lo straordinario potere di riempire il mondo di chi è capace di scorgere con intelligenza e cuore la via che conduce all’assoluto disegno dell’esistenza.

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