Narrativa italiana Romanzi L'uomo che amava dipingere
 

L'uomo che amava dipingere L'uomo che amava dipingere

L'uomo che amava dipingere

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La trama e le recensioni di L'uomo che amava dipingere, opera di Vincenzo Borriello edita da Aurea. Ambientata nell’Iran contemporaneo, la vicenda narrata persegue essenzialmente due scopi: denunciare la violazione dei diritti umani e celebrare l’opera d’arte nella sua funzione catartica e nella sua capacità rivoluzionaria. Il giovane protagonista appartiene ad una generazione che a Teheran comincia a prendere coscienza dei propri diritti e non è disposta ad accettare acriticamente le regole imposte alla società dall’integralismo degli Ayatollah. È un pittore e non trova niente di impuro nel dipingere un nudo femminile, ma ben presto sperimenta che agli occhi di chi è preposto a salvaguardare la morale comune, quello che lui ha fatto è gravissimo, inaccettabile e va punito nel modo più severo per dare un monito a chiunque volesse imitarlo. Così Yassir (è questo il nome del protagonista) prima di essere giustiziato viene messo in prigione dove come compagno di cella si trova Omar, colpevole di essere omosessuale. La prigione tuttavia non impedisce che fra i due nasca una profonda intesa e non riesce a soffocare quella che è la vera essenza dell’uomo: la sua dimensione razionale e morale. E qui interviene l’arte, il mezzo espressivo che consente a Yassir di liberarsi dalle costrizioni del carcere per volare in alto, in una dimensione irraggiungibile dalle assurde limitazioni che un essere umano riesce a concepire per soffocare un altro essere umano e ridurlo ad oggetto. Una dimensione in cui il protagonista può manifestare liberamente i suoi pensieri, può porsi domande, può cercare risposte, può esporre le proprie valutazioni e i propri punti di vista. Attraverso la pittura Yassir dà senso alla sua vita anche nel chiuso di una cella. Può continuare a cercare se stesso e a valutare le proprie convinzioni attraverso il confronto con persone diverse per appartenenza sociale e per forma mentis, persone che incontra nei suoi quadri. Ora è un ragazzo palestinese convinto che farsi esplodere in nome di Allah sia il più nobile dei gesti, ora è un marine americano che, a contatto con la cruda realtà della guerra, comprende di essere stato ingannato da chi gli ha proposto un’avventura assurda come una meravigliosa prospettiva per il futuro. Due esseri diversi, addirittura nemici, ma uniti dallo stesso destino: entrambi muoiono di morte violenta per inseguire un ideale bugiardo, costruito ad arte da chi detiene il potere. Yassir che è un pacifista non riesce a comprendere l’aberrante logica della guerra e non si spiega come un essere umano abbia potuto concepirla. Si scoraggia di fronte all’atteggiamento di tanta gente (tra cui molti sono giovani facili agli entusiasmi e malleabili) che si lascia manovrare e, in modo acritico, accetta come giuste idee assurde tra cui la più assurda è la guerra santa che usa Dio in modo strumentale. Per Yassir tutto questo è inaccettabile come inaccettabile è la pretesa della legge coranica di gestire tutti gli aspetti della vita sociale e i comportamenti dei singoli individui, ma è una realtà che si alimenta con la rassegnazione di chi crede che nulla possa cambiare. Invero non mancano segni di cambiamento specie tra i giovani che cominciano a far proprie idee nuove e a rivendicare il diritto di vivere da liberi.





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L'uomo che amava dipingere 2010-03-27 20:24:34 Fataki
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Fataki Opinione inserita da Fataki    27 Marzo, 2010
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"L'uomo che amava dipingere" di Vincenzo Borriello- edizione Aurea
Yassir un giovane pittore iraniano viene arrestato per aver dipinto una donna nuda. Egli ha trasgredito la legge, ha offeso la morale comune. La sua trasgressione nell'Iran degli Ayatollah viene punito con l'impiccaggione.La pittura è l'unico suo strumento per esprimere tutto il suo disappunto contro la cultura islamica. Attraverso i suoi quadri, egli riesce a volare lontano dalla sua realtà. Omar il suo compagno di prigione, anch'egli vittima del sitema, imprigionato perché omossessuale. Un lungo viaggio nella terra dei Kamikaze, nel dolore dei palestinesi defraudati del prorpio territorio, e la nuova generazione che inizia a lottare per la libertà e che sfocia nel nome di Neda. A confronto un'altrà realtà, quella dei soldati americani, che si trovano a combattere una guerra non voluta. Due popoli così diversi tra loro ma accomunati da uno stesso destino. Entrambi vittime dei potenti.
Romanzo di straordinario interesse culturale, che rapisce la curiosità del lettore pagina dopo pagina.
I contenuti non possono lasciarci indifferenti, anzi, il bello di questo romanzo incomincia dopo averlo letto. Riflessione.
Da acquistare e leggere assolutamente!
Astrid Fataki


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