Narrativa italiana Romanzi L'ultima traversa
 

L'ultima traversa L'ultima traversa

L'ultima traversa

Letteratura italiana

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In un piccolo paese vicino a Bolzano si è insediato da poco un parroco giovane e volenteroso. Aloiz Bauer ha ventinove anni, molta fede e un vizio: gli scacchi. Harrwitz è un tipo solitario, ambiguo, taciturno e incredibilmente abile davanti a una scacchiera. Settimana dopo settimana, le sfide tra i due diventano un avvenimento nel paese. Sempre più ossessionato dal gioco padre Bauer si butta a capofitto nei manuali di scacchi e ben presto la sua fede vacilla sotto i colpi degli impulsi umani, tra la competizione con il signor Harrwitz e le velate avances di una fedele.



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L'ultima traversa 2012-12-24 14:44:23 kudra276
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kudra276 Opinione inserita da kudra276    24 Dicembre, 2012
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breve ma intenso

solo 4 in piacevolezza perchè questo romanzo è troppo breve...finisce subito mannaggia. Ma non manca nessuno degli ingredienti cui ci ha abituato Maurensig dalla Variante di Luneberg (che rimane a mio giudizio il suo capolavoro) in poi: frasi brevi e incisive, psicologia e intrighi.
Amore (ossessione?) per gli scacchi, personaggio principale (parroco che ha appena preso i voti) sanguigno e suo avversario apparentemente glaciale e sicuramente misterioso, intorno a loro il piccolo paese di montagna, i suoi curiosi abitanti, il bar come punto di riferimento nei rapporti sociali. La tragedia del pentimento in punto di morte e...anche il lieto fine. Chi ama i libri brevi ma intensi da terminare in giornata adorerà questo lungo racconto.

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L'ultima traversa 2012-12-14 07:54:34 Robbie
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Robbie Opinione inserita da Robbie    14 Dicembre, 2012
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Partita a scacchi con Don Camillo

Paolo Maurensig, noto scrittore italiano, ritorna all'antico, al tema attorno al quale costruì il suo romanzo d'esordio “La variante di Lüneburg”, che ebbe un notevole successo editoriale e gli diede grande fama.

“L'ultima traversa” é, per chi non è scacchista, l'ultima colonna orizzontale della scacchiera. Una zona delicata in quanto di solito occupata dai pezzi più importanti e dal re stesso che vi trova sovente riparo. Perderne il controllo equivale spesso a perdere la partita e prendere un sonoro scacco matto. E' anche il titolo di questo romanzo nuovamente incentrato sugli scacchi, in cui l'autore sembra sottolineare che per il giocatore l'ultima traversa è anche quella della vita, perdere la difesa di quest'ultima, dei valori importanti, non può che condurre negli abissi del gioco sacrificando tutto ciò che dovrebbe essere invece più caro.

“Lo spirito è come un lotto di terra che ci viene affidato alla nascita, affinché lo coltiviamo. Sta a noi farne un giardino, o lasciare che si inaridisca. Ogni essere umano che conosciamo occupa un posto in noi, ed è come un seme che possiamo far crescere fino a che diventi una pianta rigogliosa. E io, rinunciando al sincero amore di una donna, ho lasciato morire la pianta più bella e profumata.”

I protagonisti sono un giovanissimo prete appena uscito dal seminario, arrivato in un paesino dell'Alto Adige nei pressi di Bolzano, con i timori e le tentazioni di chi ha appena iniziato la sua missione sacerdotale e un signore scostante e poco incline al contatto, di origine ebrea e da poco trasferitosi in quei luoghi. L'incontro scontro con Harrwitz suscita clamore tra i paesani che seguono il confronto con trepidazione. Sembra quasi di trovarsi di fronte ad una riapparizione, anche se in tono nettamente minore e in un diverso contesto, del mitico Don Camillo con i suoi accesi duelli con Peppone. Un prete sanguigno che cerca in tutti i modi di vincere fino ad adirarsi malamente in caso di sconfitta.

E' un buon romanzo, sarebbe potuto essere ottimo, ma purtroppo è troppo breve, solo ottantacinque pagine di un libricino di formato ridotto, con caratteri più grandi dell'usuale, che concedono circa un'ora e mezza al più di piacevole lettura.

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altri libri di Maurensig, a chi ha la passione degli scacchi...
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