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L'ultima riga delle favole

Letteratura italiana

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Tomàs è una persona come tante. E, come tante, crede poco in se stesso, subisce la vita ed è convinto di non possedere gli strumenti per cambiarla. Ma una sera si ritrova proiettato in un luogo sconosciuto che riaccende in lui quella scintilla di curiosità che langue in ogni essere umano. Incomincia così un viaggio simbolico che, attraverso una serie di incontri e di prove avventurose, lo condurrà alla scoperta del proprio talento e alla realizzazione dell’amore: prima dentro di sé e poi con gli altri.



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Opinioni inserite: 23

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L'ultima riga delle favole 2020-12-31 10:42:28 Anna_
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Anna_ Opinione inserita da Anna_    31 Dicembre, 2020
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Dovrai perdermi... Per ritrovarmi...

Tomàs, con le sue incertezze, è il protagonista adulto di una favola moderna, non ha ancora trovato la sua vera strada, ha poca fiducia in sé, vive la vita senza entusiasmo.

"Aveva imparato da qualche parte che quando un sogno ti resta incollato addosso per molto tempo significa che non è più un'illusione, ma un segnale che ti sta indicando la tua missione nella vita. Cucinare spaghetti. Fare calcoli. Riparare orologi. Ciascuno ha la sua e l'errore consiste nel credere che una sia più importante dell'altra, solo perché non tutte procurano fama e denaro."

Ogni sua relazione è destinata al fallimento perché le emozioni per Tomàs vanno tenute a distanza.

Attraverso un viaggio simbolico presso le Terme dell'Anima dove troverà di volta in volta dei maestri che lo guideranno alla ricerca di sé, Tomàs si guarderà dentro, riuscirà a vedere se stesso e gli altri da una prospettiva diversa, i ricordi del passato non potrà cancellarli ma imparerà a lasciare andare il dolore associato ad essi, a trovare un senso agli eventi e alle scelte, anche a quelle sbagliate.

"Ora che hai visto il senso di tutto, sai che tutto aveva un senso... Perciò ti ripeto la domanda: vuoi andare avanti?"

La chiave per giungere al lieto fine è la più ovvia e al tempo stesso anche la più difficile: l'amore (e il perdono) per se stessi prima, per gli altri poi. Solo così potrà buttare via la rassegnazione e 'abbracciare' anche la paura riscoprendo il coraggio. Perché: "Passa attraverso mille strade la verità che cerca il viaggiatore, ma tutte conducono allo stesso luogo: l'amore".

Ho trovato passaggi e citazioni piacevoli, la trama in sé non mi è dispiaciuta, ma dopo una prima parte, abbastanza scorrevole a leggersi, mi sono imbattuta nel viaggio alle Terme dell'Anima dove 'un troppo' nella narrazione ha fatto venir meno fluidità e leggerezza nella lettura.

Libro per me distante da "Fai bei sogni" che mi è piaciuto certamente di più.

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L'ultima riga delle favole 2018-10-08 16:48:38 BettiB
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BettiB Opinione inserita da BettiB    08 Ottobre, 2018
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Stereotipi e clichè - ma stile sempre impeccabile

Premetto che io adoro lo stile di Gramellini, leggevo con piacere i suoi interventi su La Stampa e lo leggo con piacere sul Corriere. Persino le risposte che da su Vanity Fair mi strappano un sorriso, perché lo stile è innegabile.
Peccato che in questo libro ci sia solo questo: lo stile.

Il protagonista, Tomàs, è una persona apatica che guarda la vita da spettatore, è allergico alle relazioni umane, si autocensura in nome di un trauma vissuto da piccolo che gli ha reso impossibile diventare adulto. Per smuovere la sua situazione, Gramellini gli fa fare un viaggio onirico? fantastico? "da favola". Ma è una favola strana, dove gli insegnamenti morali sono travestiti da parodie, la comicità forzata è all'ordine del giorno, i personaggi che si incontrano per strada stereotipi fatti e finiti.
E anche a volerla leggere con leggerezza, a non volergli attribuire più valore di quello che vuole avere - una tavoletta per raccontare il viaggio interiore di un uomo verso la sua redenzione/guarigione sentimentale - io mi chiedo: perché?
Perché le forzature poetiche?Il protagonista è ironico e realistico, ma il viaggio è fin troppo spirituale e introspettivo, i due mischiati fanno un macello. Non sono riuscita a capire se l'intento era quello di farCI fare un viaggio interiore ma con il sorriso o se era tutta una presa in giro e "l'amore, il tu, il noi, il galleggiamo insieme e sosteniamoci" una parodia dei guru e santoni del nuovo millennio.

Salvo solo poche frasi, totalmente estrapolate dal contesto.
A parere mio manca di trama, il viaggio è totalmente sconclusionato, e il cliché dell'uomo allergico all'amore per paura delle delusioni passate è fin troppo usato e abusato.

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Consigliato a chi ha letto...
A chi si sente spiritualista e legge volentieri i saggi travestiti da romanzi.
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L'ultima riga delle favole 2017-05-09 18:39:53 combinazionimagiche
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combinazionimagiche Opinione inserita da combinazionimagiche    09 Mag, 2017
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Rimedi per l'anima

Mi sono imbattuta casualmente in questo libro nel 2013, e ricordo chiaramente di aver pensato che Gramellini fosse un visionario. Non riuscivo a trovare un filo logico nella sua narrazione, continuavo ad andare avanti per comprenderne il senso…senso che poi trovai d’improvviso. Questo libro parlava esattamente di me! Più scendevo in profondità insieme al protagonista, più mi imbattevo in me stessa, nel mio intimo, nei miei errori, nei miei rimpianti, nelle mie questioni irrisolte e in quelle risolte frettolosamente. Il mio IO coincideva esattamente con quello di Tomàs (e dell’autore).
Il nucleo centrale della narrazione è l’Amore, inquadrato nel suo elemento fondamentale: l’Anima gemella. Tomàs aveva fin da piccolo un’ossessione: accoppiare tutto in fila per due. Ascoltava a bocca aperta le favole che la madre gli raccontava, ma l’ULTIMA RIGA lo lasciava sempre insoddisfatto. “E vissero per sempre felici e contenti. Avrebbe voluto sapere che cosa succedeva davvero, dopo”.
Era stato proprio il “dopo” a renderlo una persona timorosa, con il “cuore ustionato”, che aveva imparato a reagire ai colpi della vita chiudendosi a riccio su se stesso e scegliendo sempre la via più semplice nei rapporti a due: la fuga.
Almeno finché non appare Arianna e tutto si ribalta. con lei non potrà fuggire, il “disertore sentimentale” viene bruciato sul tempo. Tomàs sta passeggiando sulla spiaggia in cerca di se stesso e del senso della sua vita, quando si imbatte in un gruppo di balordi e cade in acqua; mentre sta per annegare il tempo inspiegabilmente si ferma.
In bilico tra la vita e la morte, il suo ultimo pensiero va a lei, Arianna.

“Noi accogliamo coloro che scappano dalla vita, ma covano un desiderio non realizzato in fondo al cuore…un uomo arreso non è ancora un uomo perduto. A salvarlo sarà sempre il suo pensiero più ardito.” (…) Tomàs abbassò le palpebre e fece finta di assopirsi. Era una delle sue specialità. Fin da bambino aveva imparato a indossare la maschera dell’addormentato per scappare dalle situazioni che lo mettevano a disagio. Si girò su un fianco e incominciò a pensare. All’anima gemella.
Da qui inizia il viaggio attraverso se stesso nelle ” terme dell’anima” , alla ricerca dell’amore e della guarigione. D’altronde ci dice Gramellini
"Se vuoi fare un passo in avanti, devi perdere l’equilibrio per un attimo."
Trovo che questo sia un libro che scatena sentimenti controversi, può piacere o meno, in ragione dello stato d’animo in cui ci si trova e con il quale lo si legge; è forse più adatto alle anime in pena che ai cuori felici.

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L'ultima riga delle favole 2015-01-30 08:54:02 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    30 Gennaio, 2015
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Ricerca. Amore. Favola.

I presupposti ci sono: Tomas vive subendo la vita, questa scorre inesorabile dinanzi all'apatia di un protagonista incapace di afferrarla e scuoterla dal suo oblio. Poi il viaggio. Surreale, metaforico, effimero. Un percorso alla ricerca di sé stessi e del proprio scopo, nel caso di specie identificabile nell'amore. Ha paura di innamorarsi il nostro Tomas, teme di restare deluso, di soffrire, di legarsi a qualcuno, di non essere degno, questo, sino a quando non comprende che ciò che veramente desidera è avere accanto la persona a cui offrirsi, l'anima gemella. Amare sé stessi è il primo passo per amare l’altro/a.
Sono passati anni da quando ho (lo ammetto) un po' faticosamente letto questo romanzo, per quanto infatti le basi di partenza siano buone, la retorica sia ben argomentata, le citazioni non manchino; la prolissità con cui i fatti vengono narrati, l'ampiezza smisurata dei periodi e forse, perché no, la non proprio originale idea che sa eccessivamente di deja vu (inevitabile è il confronto con altri componimenti narrativi), rendono la lettura farraginosa e talvolta lenta facendo perdere di vista l’obiettivo ed il messaggio che l’autore voleva offrire con questo suo scritto. Verso la metà inoltre, quasi a voler rincarare la dose, la storia perde di lucidità divenendo confusa e opinabile.
In conclusione, per quanto la scrittura di Gramellini sia sempre cosa gradita poiché ha il dono naturale del saper narrare, in questo caso al romanzo manca "quel qualcosa" che lo renda indimenticabile e ne favorisca la lettura.
Il fatto di essere estremamente surreale non lo rende appetibile a tutti gli amanti del leggere che anzi, in taluni casi, possono restare spiazzati dall'eccessiva astrattezza del testo. Lo consiglio a chi ha un’indole romantica e sognatrice che cerca un’opera senza pretese, lo sconsiglio invece a chi in primo luogo non ama l’eccessiva metaforicità e a chi, seconda di poi, preferisce romanzi con un messaggio più diretto e meno enfatico. In questo caso il libro è fornito di un elenco di consigli, citazioni (anche piacevoli), ed ha quel tanto di fiabesco, caratteristica che, se da un lato aveva l’obiettivo di delineare l’anima con tutti i suoi perché, i suoi dubbi, le sue risposte, le sue riflessioni, dall’altro ne ha reso difficoltoso lo scorrere.
Resta un buon tentativo ma non può gridarsi al capolavoro.

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L'ultima riga delle favole 2014-08-29 19:53:00 Sabrina Parrella
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Opinione inserita da Sabrina Parrella    29 Agosto, 2014

Davvero non capisco

Ho letto sul retro della copertina di un successo letterario, di non so quante copie vendute, il libro mi e' stato inoltre caldamente consigliato da due amiche lettrici il cui parere solitamente stimo molto, eppure non riesco assolutamente a spiegarmi come possa essere piaciuto tanto un libro del genere. Dopo avere letto e apprezzato tanto Fai bei sogni che mi aveva tenuta sveglia fino al mattino e che mi aveva fatto commuovere fino alle lacrime, questo libro mi ha deluso moltissimo, tanto che non sembra nemmeno scritto dallo stesso autore, se non per dei riferimenti autobiografici che si trovano in entrambi i libri. Posto che questo genere siolitamente non mi piace, ovvero questa sorta di viaggio simbolico del protagonista che al termine giunge a nuove scoperte su se stesso e sul mondo, ci sono autori che hanno comunque saputo utilizzare questa tecnica narrativa in modo egregio...Ma L'ultima riga delle favole e' semplicemente una bruttissima copia di testi quali Alice nel Paese delle Meraviglie, Il Piccolo Principe e, sopratutto, del capolavoro di Coelho (capolavoro chiaramente secondo il mio giudizio) Veronika decide di morire. L'ho trovato di una noia mortale, aspettavo fiduciosa una svolta che non c'e ' stata, ho letto pagine e pagine uguali per un tempo lunghissimo, e l'ho portato a termine solo per rispetto ai libri, che on riesco a lasciare a meta', e nella speranza che prima o poi qualcosa scuotesse la mia anima e mi desse un'emozione, speranza che, chiaramente, e' stata delusa, frasi melense che non colpiscono ne' il cervello, ne' tantomeno il cuore...uno dei libri piu' noiosi che abbia mai letto

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L'ultima riga delle favole 2014-08-19 11:29:17 mia77
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mia77 Opinione inserita da mia77    19 Agosto, 2014
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L'ultima riga delle favole di Massimo Gramellini

Molto particolare questo libro, che io ho paragonato un po' ad "Alice nel paese delle meraviglie" (volendo essere super ottimisti) per il modo in cui viene trattato e per la sua surrealità. Sinceramente non è il mio genere e ho fatto un po' di fatica a leggerlo, ci ho impiegato quattro giorni (cosa molto strana per me, che leggo al massimo in un pomeriggio un libro che mi piace). È la storia di Tomas, uno come tanti, che subisce la vita, anziché viverla e teme di modificarla a suo piacimento. A prima vista sembra la storia di un perdente, che attraverso un viaggio simbolico e surreale, giunge allo svelarsi del suo sogno: quello di trovare l'anima gemella. Come molti, Tomas ha paura dell'amore, ha paura a lasciarsi andare, per paura dell'abbandono e della sofferenza. Questa vuole essere una favola moderna: la ricerca dell'amore, prima di sé, poi dell'altro. Tomas non accetta la vita di nostalgia e di rimpianti che ha vissuto e cerca una vita vera, più completa e realizzata. Troppo ricco di retorica e pesante, anche se la scrittura scorrevole aiuta ad arrivare alla fine. Lo consiglio per l'arricchimento culturale che quasi ogni libro ci dona, ma sarà un po' ostico per quelli come me, a cui non piace il genere.

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L'ultima riga delle favole 2013-12-03 11:17:03 Sam91
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Sam91 Opinione inserita da Sam91    03 Dicembre, 2013
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Favola riuscita a metà

Il libro non parte male, l'idea della storia è buona, devo dire molto fantasiosa e anche interessante, ma ad un certo punto diventa troppo confusionaria, e le varie fasi che attraversa il protagonista diventano ripetitive e non molto chiare. Il libro è pieno di frasi che a volte sembrano quelle dei cioccolatini, a volte qualcosa di già sentito, ma io l'ho trovato l'aspetto più interessante, tante piccole perle che possono essere prese come consiglio e insegnamento di vita. Ripeto che l'idea di base c'è ed è molto buona, però purtroppo si perde nello sviluppo, diciamo che è un libro che mi è piaciuto a metà.

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L'ultima riga delle favole 2013-09-20 17:06:15 Rory91
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Rory91 Opinione inserita da Rory91    20 Settembre, 2013
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Un viaggio dentro se stessi

Ci ho provato, ho provato ad essere la versione femminile di Giacomo Leopardi fingendo che questo romanzo fosse la siepe e cercando di guardare oltre, solo che non vi ho scorto l'infinito, ma il nulla.
Ho trovato questo libro ricco di clichè e di stereotipi sulla vita e sull'amore partendo dall'idea dell'androgino secondo cui l'uomo per essere completo deve trovare l'altra metà di se stesso, l'importanza di avere un sogno nella vita e battersi affinchè si realizzi, il calore degli affetti familiari.
Se dovessi descrivere il protagonista Tòmas con un solo aggettivo sarebbe "smidollato" , un ragazzo che non ha il coraggio di vivere fino in fondo, di fare le scelte basilari della sua vita dal lavoro all'amore finendo per accontentarsi di ciò che passa sottomano.
Il suo viaggio a tratti mi ha ricordato quello che Srooge fa nel romanzo di Dickens "Canto di Natale", solo che per rivedere le tappe salienti della sua vita non ricorda i natali presenti ,passati e futuri, ma i suoi amori.
Dato che sono un eterna ottimista ho cercato di scorgere il messaggio di Gramellini anche se in un libro completamente lontano dai miei gusti, dal mio genere e dalle mie aspettative "l'ultima righe delle favole"rappresenta il lieto fine, il vissero felici e contenti, infatti cosa sarebbero le favole senza il finale? Storie fatte di mele avvelenate, di principesse rinchiuse in castelli e draghi, invece noi tutti abbiamo bisogno di pensare che tutto un giorno possa andare per il verso giusto:
"nelle dita di ciascun uomo è racchiuso un miracolo...in fondo non è così difficile basta rimettersi in pista ogni volta che esce...e appena il cuore è in equilibrio tirare una stecca senza senso".

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L'ultima riga delle favole 2013-02-27 14:12:31 Elena-cug
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Elena-cug Opinione inserita da Elena-cug    27 Febbraio, 2013
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Mi ha lasciata un po' dubbiosa!

La trama di questo libro mi attirava particolarmente,e in effetti non mi ha deluso. Fantasioso,si può considerare come una favola dei nostri giorni. Non è stato però come lo aspettavo. A volte risultava noioso o un po' impacciato,anche se l'idea e il contenuto era abbastanza piacevole. Nonostante ciò,dopo la prima metà mi sono affezionata a questo libro. Consigliato a chi cerca se stesso negli altri.

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L'ultima riga delle favole 2013-02-27 13:29:58 gianni1978
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gianni1978 Opinione inserita da gianni1978    27 Febbraio, 2013
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Soporifero

Ho comprato questo libro perché la fama dell'autore è bastata a convincermi dell'aquisto. Gramellini è uno dei giornalisti più seri e preparati che ci sono in Italia, e un libro scritto da lui credevo meritasse attenzione.
Che errore!!!
Il viaggio onirico raccontato nel libro è terribilmente noioso. I processi di purificazione spirituale che subisce il protagonista, sono monotoni e ripetitivi. Sembra di leggere in continuazione le stesse cose. Raramente mi sono annoiato tanto. Non ho trovato nessun significato in questo libro. Solamente, il compiacersi da parte dell'autore, delle proprie (presunte) abilità letterarie.

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