L'istinto del lupo
Letteratura italiana
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scelte di vita
Un ragazzo bene di Roma, prossimo alla maturità classica, se ne va in giro col suo cane (di razza) per le periferie della capitale ed ecco che incontra la persona cruciale della sua giovane vita...un barbone!
Da questo momento in poi del testo,
il feeling tra il ragazzino sprovveduto e beneducato con l'uomo scafato e sgamato ad ogni asprezza della vita è incredibile.
L'abilità dello scrittore(mi ha entusiasmato veramente) di avvolgere il lettore e farlo appassionare alle vicende narrate è sorprendente.
Nei primi paragrafi c'è il tira e molla morale di Lupo (il protagonista) sul se abbandonarsi completamente o meno alla vita randagia di Tamoa(il barbone carismatico), infatti pur frequentando oramai assiduamente le baracche periferiche poste nei pressi del Tevere, Lupo all'esame di maturità ci tiene e con peripezie varie riesce anche a spuntare un 60(libro ambientato negli anni 70).
Dopo la maturità, oltrepassa la fatidica soglia e...
mentendo ai facoltosi genitori, finge di partire x la Grecia x una vacanza premio,
invece entra a pieno titolo nella vita da clochard.
Qui il romanzo entra nel vivo, si susseguono inumerevoli avventure e disavventure
ma la traccia fondamentale che ci lascia lo scrittore è che il ragazzo, apparentemente agiato e pronto ad affrontare la vita per far parte della classe dominante, rifiuta le certezze offerte dalla sua famiglia
per abbracciare le tesi mistiche e suggestive del suo migliore amico.
Come lo affascina Tamoa a Lupo?
Con la forza della saggezza
prima gli smonta tutte le sue sovrastrutture
(notevolissimi i discorsi in cui Tamoa invita Lupo a non puntare tutto sulla forza fisica , ma sull'intuito e la pazienza)
poi gli mostra, forse x la prima volta in vita sua quello che vuol dire soffrire e vivere per gli altri.
L'unione è fortissima, si alternano nel romanzo passeggiate di chilometri per cercare rifugi di fortuna, a sc a z z o ttate leggendarie per difendere i rifugi stessi.
Per tenere incollato il lettore alle vicende, lo scittore s'inventa la sparizione di Tamoa e la ricerca spasmodica di Lupo sulle sue tracce
qui veramente succede di tutto, non vi dico altro...
Un libro che veramente mi ha sorpreso per scorrevolezza e intensità delle storie narrate, per la crudezza di alcuni passaggi, e per le verità sulla quotidianità, non nascoste da giri di parole, ma espresse in maniera netta.
Personaggio chiave del libro risulta essere anche Parvati, donna affascinante e molto disinibita che aiuterà Lupo a far chiarezza sulla vera identità di Tamoa.
Sembra una favolona,un pò Pinocchio anche,
ma chissà quante persone che vivono sul ciglio della strada
non siano dei simil Tamoa o dei simil Lupo,
questo mi ha fatto molto riflettere.
Per chi vuole immergersi in una bella storia ricca di umanità
libro consigliatissimo
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testo scolastico
Mentre leggevo questo libro guardavo con apprensione lo scorrere delle pagine dicendomi:"che peccato, sta finendo...."
Lo stile spassoso e avvincente, il linguaggio crudo ma vero, le situazioni grottesche rendono lo stile di Lugli secondo me addirittura migliore dei contenuti e delle trame. Potrebbe parlare di qualsiasi cosa, lo leggerei con piacere sempre.
L'autore sdogana il randagismo, scelta di libertà, anzi per meglio dire obbedienza al proprio istinto, quello del lupo, appunto. Con un unico punto fermo: il coraggio.
Propongo che il testo venga inserito nel programma di studio delle accademie militari, così, tanto per mediare un po'.
L'appendice "La legge di lupo solitario" non è all'altezza del primo, ma si legge naturalmente con piacere. Come quando termina la torta, e ci si accontenta di un pezzo di cioccolato, perchè si è rimasti con la voglia.....
Trovare il proprio posto nel mondo
"L'istinto del lupo" è un romanzo che mi ha attirato con la copertina, che dopo una cinquantina di pagine volevo abbandonare, ma che dopo averlo finito mi sono sentita soddisfatta. E' una storia molto cruda, dura, di quelle che non possono lasciare insensibili. Scritta con una ferocia e un linguaggio che non lascia niente di non detto ne appena accennato. E' un romanzo direi di "formazione": il protagonista si racconta, dall'età di circa dieci anni fino ai vent'anni, quando sceglie la propria strada. Incontra personaggi particolari, descritti con poche parole, qualche dettaglio, ma che vivono davanti ai nostri occhi. Spesso utilizza sensazioni olfattive miste a sensazioni colorate per descrivere gli animali, unico spiraglio di amore in un libro pieno di violenza. Violenza che inizialmente sembra esserci per un semplice esercizio dell'autore, ma che crescendo nelle pagine ci da invece la dimensione di un mondo parallelo che nessuno di noi vorrebbe conoscere, ma che esiste là fuori da qualche parte .
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Essere barbone è una scelta?
La discesa agli inferi di Lapo, ragazzo di buona famiglia, che diventa Lupo, barbone per scelta (?).La formazione alla vita di strada con un "maestro" -Tamoa- che riconosce nel discepolo se stesso e pur con dolore ne anticipa l'inevitabile destino (come aveva anticipato il proprio). La scrittura è gradevole, anche se non manca qualche scivolata di stile in passaggi un po' troppo prevedibili e tali da rischiare il luogo comune (soprattutto nell'uso del linguaggio).