L'isola che brucia
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
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Esordio interessante
Thérèse è una trentenne inquieta. Ha lasciato il fidanzato, si è trasferita a Lisbona dove non conosce nessuno e ha "un intruso" nella pancia. Tra i suoi tormenti interiori, le passeggiate solitarie e le puntate al bar si intromette una telefonata. Sua zia Louise la invita ad andare in Corsica a trovare la nonna. Sembra che l'anziana abbia deciso di anticiparle una parte della sua eredità e servono alcune firme. La ragazza parte e si trova in poche ore in un ambiente surreale.L 'isola e in particolare Cap Corse è una zona aspra, più respingente che accogliente, quasi inadatta ad accogliere la razza umana. Lo stesso sembra dirsi degli abitanti del paesino di origine di Thérèse: Talmente elusivi da essere difficili da vedere. La vita sembra svolgersi dietro le persiane chiuse e le tende appena scostate per spiare chi passa in piazza. Tutti ostentano di farsi i fatti proprio eppure individuano uno straniero alla prima occhiata, lo catalogano e lo sfuggono. Già la prima notte che la ragazza passa nella casa di sua nonna ha un assaggio di quello che l'aspetta. Un intruso infatti uccide l'anziana buttandola da una scogliera e ruba i documenti della nipote. Da qui partono le indagini private di Thérèse per capire da un lato chi sia l'assassino e dall'altro di conoscere la storia della sua famiglia. Una storia fatta di segreti che tutti conoscono ma che nessuno le vuole svelare, perché sembra siano così terribili da non poter essere raccontati.
Questo è uno di quei libri che fa fatica a partire, ma poi una volta presa velocità non c'è più modo per fermarne la corsa. La partenza è decisamente confusa: le prima pagine fanno venir voglia di lasciare perdere. Due dei protagonisti si alternano nel raccontarci la loro vita ma in modo così criptico da creare solo confusione. La parte ambientata in Corsica invece cambia completamente: Thérèse e l'amico Wiliam continuano ad alternarsi nel racconto, ma in modo più chiaro e continuo. La Piazza è brava nel fornirci i dettagli della storia poco alla volta, così da creare non solo nell'isola ma anche nella nostra mente un clima di sospetto che non risparmia nessuno. Ne esce una trama che, anche se non sempre del tutto credibile è comunque intrigante e piena di spunti di riflessione. Belle le descrizioni che l'autrice fa del paesaggio aspro del Cap Code. Interessante anche il tema che parallelamente a quello del delitto viene sviluppato. Il rapporto con i figli infatti tormenta molti dei protagonisti. Il piccolo "intruso" nella pancia della protagonista, la figlia defunta che visita William, tutti i componenti della famiglia di Thérèse che sono stati genitori e figli discutibili.
Nel complesso bell'esordio per questa ragazza di professione scout letterario che questa volta ha deciso di esporsi in prima persona.
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Un'isola inquietante
Emma Piazza esordisce nella letteratura con L’isola che brucia.
La storia di Teresa, incinta, che si reca in Corsica a riscuotere una presunta eredità, ma che la conduce ad affrontare un mistero che allunga i suoi misteriosi tentacoli proprio nel suo passato.
Lì conosce William, tormentato scrittore, che sta cercando le tracce di un pittore, a cui è fortemente interessato. Ma l’isola per i due si rivela immediatamente un incubo.
Un testo che si divora in poche ore, dove si respira profondamente l’aria dell’inquietudine e della paura. Personaggi ben delineati, atmosfere paurose ed orride contribuiscono oltremisura ad accrescere il fascino della lettura. La stessa ambientazione, l’energia inquieta del mare in inverno e la desolante bellezza dei paesi semiabitati, contribuiscono in modo eclatante a cementificare la struttura corposa del romanzo. Un’ottima lettura e un esordio che fa ben sperare.