Narrativa italiana Romanzi L'incontro di Vincenzo Cerami
 

L'incontro di Vincenzo Cerami L'incontro di Vincenzo Cerami

L'incontro di Vincenzo Cerami

Letteratura italiana

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Il professor Sandro Bulmisti, brillante, eccentrica figura di accademico e di filosofo, scompare. Neppure la polizia riesce a venire a capo del mistero: è morto o si è nascosto? Se è morto, perché non si trova il cadavere? Se si è nascosto o è fuggito, perché lo ha fatto? Negli ultimi tempi, l'enigmistica è diventata l'unica passione del professor Bulmisti, il gioco verbale l'unica verità per lui accessibile. E proprio nelle parole di un lungo, complicato enigma in versi lasciato dal professore è nascosta la chiave per ritrovarlo. Il ventenne Lud raccoglie la sfida, diventando protagonista di una vera e propria caccia al tesoro, nello spazio e nel tempo, fisica e metafisica, attraverso l'Italia e nel cuore più buio degli anni Settanta. Utilizzando la griglia della sua passione per l'enigmistica e facendola reagire con la materia bollente e mai risolta degli anni di piombo, Vincenzo Cerami ha costruito un romanzo allo stesso tempo leggero e grave. Rapidissimo nella scrittura, appassionante nelle soluzioni a catena, divertente e originale, L'incontro sembra un gioco. Ma come tutti i giochi veri, la sua serietà è assoluta, la posta in palio altissima.



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L'incontro di Vincenzo Cerami 2013-02-15 07:17:29 annamariabalzano43
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annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    15 Febbraio, 2013
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L'incontro di Vincenzo Cerami

Un professore universitario che scompare, un enigma da risolvere: questo il tema del romanzo di Vincenzo Cerami. Un gioco che si protrae lungo tutto lo svolgersi del romanzo che vede un giovane appassionato di enigmistica impegnato, con la sua ragazza, a risolvere i quesiti crittografati, gli anagrammi, gli acrostici di un componimento dal titolo “Il nastro di Möbius” che dovrebbe condurlo a scoprire il mistero della scomparsa del professore.
Molte le persone che scompaiono nella realtà della vita contemporanea: il riferimento ai casi di Emanuela Orlandi, Federico Caffè e Paolo Adinolfi è esplicito.
La passione per l’enigmistica è solo il pretesto per addentrarsi in fatti avvenuti nel passato, per lo più poco conosciuti alle giovani generazioni: riemergono episodi di attentati terroristici, di gambizzazione, gli oscuri anni di piombo, che hanno celato verità mai svelate. Il viaggio dei protagonisti li porta ad attraversare l’Italia, a collegare personaggi, luoghi, eventi che sembrerebbe non abbiano alcuna relazione tra loro. È il viaggio che induce e conduce a prendere coscienza della realtà, sempre diversa da quella che appare: è questo il significato fondamentale del romanzo. L’enigmistica è una scienza matematica, dice il protagonista Lud, studente di Statisica, e in quanto scienza matematica e esatta, non può ingannare. Dietro a un enigma, a una crittografia, a un acrostico esiste una verità incontrovertibile.
Il mondo in cui viviamo è dunque falso in tutti i suoi aspetti: ciò che appare è in dissonanza con ciò che è realmente. L’uomo prende coscienza della solitudine in cui vive, nel momento in cui realizza di vivere in un mondo totalmente sconosciuto.
In questa prospettiva va considerata la disillusione finale del protagonista che ritiene di essere giunto alla soluzione dell’enigma solo per un colpo di fortuna, in quanto esso era stato impostato su un presupposto per lui ingannevole e deviante. Una questione di onestà intellettuale quanto meno ignorata, se non addirittura tradita .

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