Narrativa italiana Romanzi L'illusione del bene
 

L'illusione del bene L'illusione del bene

L'illusione del bene

Letteratura italiana

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Mario è un uomo svuotato, malinconico, deluso. Ha creduto con passione all'ideale comunista e, dopo quasi dieci anni, non si è ancora del tutto rassegnato al crollo di un mondo e alla resa di quanti, come lui, avevano coltivato quella fede politica. Soprattutto non riesce a capacitarsi che nessuno condivida la sua ossessione: che cos'è stato il comunismo? Oltre il Muro ormai crollato. Mario ha creduto con altrettanta passione nella famiglia, e ha cercato di crearsene una: non ci è riuscito, nonostante abbia cresciuto con dedizione e con pazienza prima i figli della moglie e poi quello nato dal suo matrimonio. E nemmeno le dinamiche del fallimento del rapporto coniugale gli sono poi molto chiare: l'amore che lo lega ai tre figli rimane dunque l'unica certezza della sua vita. L'incontro occasionale con Sonja, una giovane pianista russa, lo risucchia in una storia tragica e misteriosa.



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L'illusione del bene 2012-11-04 08:08:16 Solaria 51
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Solaria 51 Opinione inserita da Solaria 51    04 Novembre, 2012
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La fine del comunismo interiore di una generazione

L’illusione del bene di Cristina Comencini


Mario ha vissuto l’illusione del comunismo, si interroga sul suo fallimento ed è ossessionato dall’idea che nessuno desideri condividere il bisogno di discuterne. L’amore per i suoi tre figli, dei quali due acquisiti, sono l’unico rapporto che gli rimane, avendo posto fine al legame coniugale con sua moglie Patrizia. Il nuovo governo di destra lo epura dalla televisione trasferendolo alla radio in quanto comunista. In occasione di una ripresa radiofonica, nell’albergo in cui alloggia, conosce Sonja, una giovane pianista, proveniente dall’ ex Unione Sovietica, che trattiene gli ospiti dell’albergo suonando brani musicali. C’è qualcosa di misterioso nella vita familiare di Sonja che porterà Mario a volere ripercorrere il suo passato, attraverso la storia di Irina, la madre di Sonja; un passato che per certi aspetti gli appartiene, e che per lui sarà motivo per dare le risposte a quelle domande di cui si sente ossessionato. L’ autrice, con il suo romanzo, ci trasmette un messaggio chiaro ed onesto: a volte, rimanere ancorati all’ idea del concetto del “bene”, ci conduce in un labirinto, dove sarà difficile uscirne. È quello che accade al protagonista del romanzo; Mario ha creduto nell’ideale comunista come un bene per l’umanità, fino a quando, con la caduta del muro di Berlino, si rende conto che il “bene” intrinseco del comunismo è pieno di ombre con cui diventa difficile e scomodo confrontarsi; desidera fortemente qualcosa di nuovo, di vero, ma il suo modo di fare politica la sua incapacità di “amare” lo frenano, lo inibiscono. Il viaggio, in un paese dell’est, alla ricerca di Irina gli dà la consapevolezza che l’esperienza è l’unica cosa che ci rende adulti; e qui voglio citare un’ aforisma di Oscar Wilde: “L’ esperienza è il tipo di insegnante più difficile. Prima ti fa l’esame, poi ti spiega la lezione”. Cristina Comencini, con questo suo romanzo, affronta una tematica difficile e complessa ma riesce con uno stile senza forzature ideologiche, a trasmettere la fine del comunismo interiore di una generazione.

Siracusa 4-11-2012

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