L'evidenza delle cose non viste
Letteratura italiana
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Il cammino nella New York di Antonio Monda
Antonio Monda tratteggia la sua New York ne L’evidenza delle cose non viste:
“Fondata per ricordarci che siamo liberi”.
Cinque anni fa Antonio Monda, professore universitario, giornalista, decise di tentare una impresa: narrare la sua New York, la città che lo ha accolto, per la prima volta trentotto anni fa, in una serie di libri: dieci per l’esattezza, uno per ogni decennio. Ad oggi ne ha scritti cinque e l’ultimo è proprio L’evidenza delle cose non viste.
Se il primo – L’America non esiste, ambientato negli anni Cinquanta, raccontava di quel periodo di grande fermento culturale con Sallinger, Pollock, e Kazon; il successivo – La casa sulla roccia- ci portava negli anni Sessanta, presentandoci Warren Barron e sua moglie Beth, una coppia benestante e solida, ma solo in apparenza. Con Ota Benga, del 2015, fece un passo indietro fino agli anni Dieci, portandoci in uno zoo dove c’era un pigmeo esposto come fenomeno da baraccone; mentre con L’indegno ci fece conoscere Abrrahum, un sacerdote peccatore, un uomo che
“ha tradito la fede, senza mai perderla.”.
Questa volta la penna di Monda ci trasporta negli anni Ottanta, tra i suoi eccessi e difetti che si notano ancora di più in una città cosmopolita, che non dorme mai come New York. Lì giunge Audrey, una ragazza olandese di provincia, ma ben decisa a cambiare la sua vita. Il presunto fidanzato Nestor è arrivato prima di lei, ma non vuole più saperne di quella ragazza bellissima ed intelligente che viene subito presa a lavorare nello studio legale di Warren, a Rockfeller Center, “il cuore del mondo”. Sola in un posto così grande, guarda la città da lontano, ma è grazie a quell’uomo, tipico maschio dell’Upper East Side, snob e severo nel dipingere chi è diverso da lui, per cui arriva a definire “bridge and tunnel people”, chi non abita a Midtown, come
“gente illusa, infelice e disperata”,
quando invece ad essere disperato è lui soltanto, che lei potrà conoscere e vivere meglio la metropoli.
Tra i due inizia una relazione clandestina che durerà ben sette anni, un lungo periodo in cui la ragazza sarà costretta a vivere una passione più forte della vita stessa.
Coinvolgente ed emozionante il libro ci fa vivere New York,
“la città fatta per accogliere e per ricordarti che siamo nati liberi.”,
la città in cui non esiste il silenzio, una metropoli solenne e sfacciata, elegante ed accogliente ma anche euforica e sensuale. L’autore parla della boxe e del cinema, dell’incontro tra Mike Tyson e Trevor Berbick come della passione di Audrey per i film di Hitchcock. I sentimenti, quelli veri, non sono affatto un’illusione e con questa storia ne avrete la certezza.