L'estate del cane nero
Letteratura italiana
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Opinioni inserite: 9
Non è certo il meglio di questo autore
E’ il terzo romanzo di Francesco Carofiglio che leggo, dopo “Wok” e “Radio pirata”. “Wok” l’ho trovato bellissimo; “Radio pirata”, meno; questo, ho fatto un po’ fatica a finirlo. Probabilmente perché le aspettative erano elevate e il riscontro deludente.
Nelle prime pagine si legge che il protagonista ha vissuto un’estate che ha cambiato la sua vita e nella copertina del libro c’è l’immagine di un enorme cane nero che troneggia accanto al titolo.
Ci si aspetta (ma lo si fa anche perché, al di là delle positive recensioni, si conosce e si apprezza l’autore) che in quell’estate accada qualche cosa di veramente sconvolgente; che probabilmente impegnerà l’ attenzione del lettore per tutto il racconto; per non parlare dell’enorme cane nero che lascia immaginare chissà quali apparizioni, più o meno metaforiche.
Bene.
Nelle prime 80 pagine non succede assolutamente nulla, a parte la descrizione di certi ricordi di adolescenza letti, straletti e, anche, vissuti (magari con minori capacità descrittive)più o meno da tutti.
Quindi si sta lì ad aspettare che qualcosa d’importante, se non addirittura sconvolgente, come da premessa, avvenga veramente in quell’estate. E il cane nero?
Qualcosa, di particolare indubbiamente, succede. Ma si è già alla p. 141 (prossimi alla fine del romanzo) e prima s’è constatata solo un’esercitazione di bella scrittura che, detto per inciso, sicuramente all’autore non manca.
Perfino l’avvenimento particolare – che non descrivo per evitare spoiler – scorre via in assenza di autentici approfondimenti sulle cause (tra l’altro, preceduto, poche pagine prima, da fatto quasi analogo, che ne smorza ulteriormente l’impatto e priva un po’ di verosimiglianza il tutto).
Si arriva, così, stancamente alla fine chiedendosi veramente cos’abbia questo romanzo di tanto attraente, per non parlare dell’originalità.
E il grande cane nero? Data la sua presenza nella storia, direi che è servito giusto per dare un titolo al libro e introdurre un motivo di curiosità.
Non avessi letto “Wok”, il mio – personalissimo, è ovvio – giudizio sarebbe anche più negativo.
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MOSTRO , CANE O CUCCIOLO ?
UN VERO CAPOLAVORO!...da leggere assolutamente!
STILE DI NARRAZIONE
La mente immaginifica di Francesco Carofiglio mi ha letteralmente ammaliata!
Io stupita e invaghita mi sono trovata a leggere e rileggere spesso una stessa pagina...e a scoprire nuovi accostamenti e abbinamenti di parole e di frasi mai lette prima...tanto da paragonarlo, a momenti , alla scrittura di Joyce in Gente di Dublino...un balsamo per i miei occhi e il mio sentire.
Una mente che sa inventare, la sua...e per me questo è un talento meraviglioso, che mi conquista totalmente!
MIA INTRODUZIONE
Ricordo che da piccola ad una visita del Direttore Didattico nella mia scuola, ne rimasi impressionata per la corpulenza.
Una volta diventata io stessa maestra, mi meravigliai nel rivederlo...così normale...persino vorrei dire... così minuto!
Ebbene, è proprio vero che le situazioni cambiano nel corso di una vita; la nostra percezione muta e le prospettive variano a tal punto che :
"...Un MOSTRO pauroso diventa un CANE nero...che poi si rivela addirittura essere un tenero CUCCIOLO..."
LA STORIA
Il protagonista è Matteo che vive l'estate dei suoi tredici anni in modo talmente intenso, che segnerà un confine netto nella sua vita, nel percorso della sua crescita esistenziale.
Emozioni intense e oscurate dal vissuto ,che col passare del tempo si arricchiscono di particolari che riaffiorano nei ricordi e nei dettagli.
E solo dopo trent'anni, ogni ricordo riemerso dà una giusta collocazione agli eventi importanti di quell'estate.
Carofiglio in questo libro si rivela come persona dall'animo attento, sensibile e discreto. Dà un gran risalto all'amicizia, alle problematiche dell'adolescenza, al primo amore, alla famiglia e allo speciale rapporto che Matteo aveva con la madre...
...respirava a tal punto le sue malinconie, che le faceva proprie, perseguendo le sue ambizioni e i suoi sogni mai realizzati.
Un'estate di esperienze forti che portano alla luce buoni , difficili e sofferti sentimenti, tipici dell'adolescenza.
Sono al secondo libro di quest'autore, ma mi sembra di conoscerlo da sempre...con i suoi silenzi cercati , amati , desiderati...respirati...con quella sua ricerca del buio fuori e dentro di lui, dove trova il suo equilibrio...dove lui ci sta bene davvero.
Mi piace la sua sensibilità, il suo rispetto e il suo tatto nell'affrontare temi delicati; adoro la sua ricerca esistenziale affiancata da dialoghi positivi familiari, da buoni valori, dalla capacità di affrontare qualsiasi tema ( persino i più bui dell'animo umano ) con la giusta intonazione...con una buona dose di maturità, tanto che mi piacerebbe pensare di poterne proporre la lettura sin dall'adolescenza.
Una lettura guidata potrebbe essere un valido strumento educativo...una buona iniziazione alla VITA...CON I SUOI ALTI E BASSI.
Desidererei numerosi e graditissimi confronti di vedute con i miei amici lettori...
Buona lettura, Pia.
P.S.: piacevole coincidenza. L'autore cita I ragazzi della Via Paal, libro che ho recentemente recensito.
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Crescere
C'è un'atmosfera magica e fiabesca, quasi sospesa in questo libro esile da leggersi velomente, narrato in prima persona e così realistico da sembrare un diario, Scorrendo le pagine, quei protagonisti, quell'estate lontana di quasi quaranta anni fa sembra presente, reale diventata tale grazie ai ricordi vividi dell'autore che ha messo tanta autobiografia in una vicenda appassionante e simbolica.
Il primo tenero e nascosto sentimento per una cugina, il cane nero simbolo di ataviche paure, le giornate lunghe, interminabili e assolate di una Puglia non ancora terra di vacanze ma circoscritta ai suoi abitanti, i riti di passaggio dall'ingenua e placida infanzia alla problematica vita adulta.
Romanzo consigliato a chi vuole tornare indietro con i suoi ricordi del passato, a chi vuole esplorare un tempo non lontano, all'adolescente di oggi, sicuramente una bella prova autoriale di uno dei più validi scrittori contemporanei.
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le cose nn cambiano,ma cambiano
Un periodo magico, quello adolescenziale durante il quale tutto sembra sospeso, tutto è possibile, tutto è racchiuso tra l'innocenza dell'infanzia e l'ombra di un avvenire adulto che si prospetta già carico di difficoltà e problemi incomprensibili. Matteo è un ragazzino che vive con la spensieratezza e l'innocenza di quel periodo, ma che comincia a crescere e a sentirsi estraneo e inadeguato nel nuovo mondo, che guarda e vive come se fosse "...dietro un vetro, a guardare gli altri muoversi ridere e parlare". Un'estraneità rispetto al mondo degli adulti in cui i suoi compagni sono già catapultati e che sembrano comprendere bene, un'incapacità a mostrarsi per come si è realmente, che Matteo mantiene anche da adulto, mostrando di non esser riuscito a oltrepassare quel confine immaginario che quell'estate calcava. E come in ogni buona rivisitazione del passato attraverso i ricordi, il cerchio si chiude, quando con la maturità e la consapevolezza che non aveva ancora osato mostrare, supera le paure di quell'estate e porta con sè il "cane nero"!
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La paura che si trasforma in maturità
Genuino e diretto, come sa esserlo l'adolescenza, e velato di una malinconia adulta, per dei ricordi che si ammantano di ragionevolezza e maturità. E' il racconto di un'estate, forse l'ultima vera estate da ragazzo per Matteo. Le sue scorribande in bicicletta, l'amore non confessato per la cugina Valentina e l'incapacità di capire i drammi familiari e personali che lo circondano. Sullo sfondo il mare e la collina che si fa ombra di cane e mistero. Questo libro ci appartiene e ci parla da molto vicino con il suo linguaggio semplice, adeguato ai protagonisti, e l'arrendevolezza dello scrittore verso fatti probabilmente autobiografici.
Quella stessa atmosfera di mistero e paura, avventura e desiderio di crescita, si manifesta dalla prima all'ultima pagina, impedendo al lettore di abbandonare il libro. Difficile da ottenere come effetto, sicuramente merito di una buona orchestrazione.
Da leggere.
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L'estate del cane nero
Malinconico, con sprazzi a volte ilari, venati da sentimenti di paura, ansia, scoperta e vergogna che caratterizza l'estate del 1975 di 4 amici adolescenti in una masseria nelle campagne vicino ad un mare, pugliese, a volte purificatore.
Questa è un po' l'essenza di una trama scritta dall'autore, forse in alcuni tratti biografica.
Non nego di essermi lasciato dolcemente trasportare da alcune sequenze che anch'io ho vissuto durante la mia adolescenza.
Riporto un passaggio del libro che a mio avviso racchiude in parte l'anima dell'opera: "Oggi mi accorgo che le prospettive cambiano e quello che un tempo era un colore o un tipo di suono oggi è un colore diverso e magari un rumore.
L'esistenza stessa è una linea che cambia, arrotolata nei ricordi di una vita immaginaria, in cui tutto alla fine trova un posto preciso".
DA LEGGERE.
Syd
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affrontare i ricordi
Matteo si racconta da uomo adulto, irrisolto, si racconta guardandosi indietro ricostruendo attraverso i ricordi un periodo esatto della sua vita: l’adolescenza, nell’estate dei suoi tredici anni.
Il racconto prende vita attraverso le sensazioni, attraverso i protagonisti di allora, attraverso i ricordi di Matteo che spesso, per sua stessa ammissione, si mischiano con l’immaginazione di una realtà distante nel tempo ma reale, concreta e che continua ad avere ribaltamenti sul presente. L’estate come spartiacque di una vita che non sarà piu la stessa.
Raccontare il passato, tornare nei ricordi, anche dolorosi, per poter riemergere e continuare a vivere, forse è questo il tentativo che il protagonista fa ripercorrendo quell'estate del 1975.
Un racconto breve ma efficace e delicato, dove emerge in maniera nostalgica l’importanza dei ricordi, dell’adolescenza come momento incisivo, ma allo stesso tempo fuggevole.... ”c’è qualcosa nei ricordi dell’adolescenza che disegna una traccia imperfetta nell’anima."
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Lettura di qualità.
Ero una fan di Gianrico Carofiglio, il fratello dell'autore. Ora lo sono anche di Francesco.
Ho acquistato questo libro dopo avere assistito ad uno spettacolo teatrale, dove i due fratelli Carofiglio leggevano brani dei loro romanzi.
Mi interessava l'argomento; inoltre volevo cogliere le differenze fra i loro due stili di scrittura.
Le mie aspettative non sono state deluse: una storia delicata,intensa, intrigante dalla prima all'ultima pagina...
Mi ha ricordato certe magiche estati della mia adolescenza, quando tutto era attesa, di che cosa non si sa; quando si scopriva a poco a poco il mondo degli adulti, per noi affascinante.
Poi, l'avvento dei primi turbamenti, raccontato non con sentimentalismo o con luoghi comuni, ma con grande delicatezza.
Un'atmosfera di impalpabile mistero avvolge tutta la storia: che sia poi data dal "mostro" nero, o dalla scoperta della grotta, o dagli amori proibiti dei grandi..non ha importanza.
E' inquietante, ma nello stesso tempo piena di fascino.
Consigliato!
Bravo, Francesco Carofiglio; leggerò gli altri suoi romanzi.
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La stagione che cambia la vita
L'estate del 1975 segna lo spartiacque nella vita dei protagonisti e la loro vita dopo gli eventi straordinari di quella estate non sarà più la stessa. Francesco Carofiglio dipinge con maestria e delicatezza l'affresco dell'adolescenza, senza mai cadere nel tranello del sentimentalismo, ma raccontando la sofferenza, l'entusiasmo, la vita che cambia, la paura e il coraggio di quattro ragazzi in bilico sul mondo. E' forse il libro più bello degli ultimi anni. Fiore