L'estate alla fine del secolo
Letteratura italiana
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Due anime a confronto. Simone e Zeno.
Abituato al clima e alle consuetudini del suo paese, ai suoi amici siciliani e ai suoi affetti paterni, trovarsi a casa (e con) un emerito sconosciuto è un cambiamento troppo radicale per il giovane Zeno anche se questo estraneo non è altro che Simone, suo nonno materno. Ma non ci sono tante alternative, suo padre deve essere sottoposto a delle importanti cure a Genova e la struttura sanitaria non prevede elementi disturbanti, familiari compresi. Per quanto doloroso sua madre decide di lasciarlo a Colle Ferro con quel padre-nonno con cui ha avuto tanti dissidi, tante liti, tante incomprensioni.
Zeno è un bambino esuberante, estroverso e pieno di voglia di vivere; Simone è un eremita, la sua migliore amica è la solitudine e quel paesino sperduto è la sua rocca, il suo rifugio, il luogo dove tutto ha avuto inizio e dove tutto avrà fine.
La narrazione si alterna, in realtà due sono le storie rievocate: quella di Zeno che racconta del presente, del nonno, delle nuove e vecchie amicizie, degli anni che passano e della sua personalità che prende forma; quella di Simone, un bambino ebreo nato nell’anno in cui fanno la loro comparsa le leggi razziali. Scorrendo le pagine si scopre un Simone che ha dovuto combattere con l’incessante necessità di nascondersi, che ha dovuto fare i conti con la perdita di identità, di affetti, col rimettersi in gioco intraprendendo la carriera di consulente fino ad arrivare a crearsi una famiglia con la sua amata Elena, un uomo che per tutta la vita non ha mai veramente vissuto, un individuo che si è sempre nascosto da tutti e da se stesso.
Non è facile per una persona sola riabituarsi alla presenza di altri esseri umani, tanto meno ad un bambino attivo, sconosciuto ed indecifrabile. Ma Simone ha una passione: la pittura. Sarà proprio quella a permettergli di entrare in sintonia con Zeno, e per Zeno questa sarà la base del suo futuro e della realizzazione (almeno in parte) dei suoi sogni.
Un romanzo vivo e sentito, intimo e delicato. Una storia solida da gustarsi pian piano, ricca di sfumature, un racconto di cui si sente la mancanza una volta giunti al termine così come accade per Zeno alla fine di quella estate del ’99.
Indicazioni utili
L'estate alla fine del secolo
E’ l’estate del 1999, l’estate alla fine del secolo, quella che Zeno, giovane ragazzino siciliano è costretto a passare con il nonno, di cui ignorava l’esistenza. Suo papà sta facendo alcune cure a Genova e sua mamma gli dice che lo lascerà dal nonno a Colle Ferro per tutta l’estate, in attesa di tornare a casa con il babbo.
La conoscenza e la convivenza non sono facili per nessuno dei due, Zeno è un ragazzino molto estroverso e il nonno Simone è un uomo ormai abituato alla solitudine, si è rifugiato in questo paesino sperduto per trascorre gli ultimi anni di vita, una vita che lui non ha mai veramente vissuto, cercando sempre di nascondersi da tutti e da se stesso, illuminata solo da una brillante carriera lavorativa come consulente.
I capitoli si alternano in uno è Zeno che parla e racconta il suo presente, la vita con il nonno le nuove amicizie, la vita del paese, e negli altri capitoli è invece Simone a raccontarla sua storia. Parte della nascita, di come è la vita di un bambino ebreo nato nell’anno in cui fanno la loro triste comparsa le leggi razziali, la perdita di identità, il continuo nascondersi, e poi la sua vita da adulto, la famiglia che si è creato, il matrimonio con l’amata Elena, fino ad allinearsi, nell’ultimo suo capitolo al presente, all’arrivo di Zeno.
Ho preso questo libro perché dovevo cambiarlo con uno che mi era stato regalato e avevo già letto, l’ho preso un po’ così, di corsa, attratta dalla copertina , il titolo mi piaceva e la quarta di copertina mi aveva incuriosito, ma non avevo grandi aspettative, quindi scoprire poi che era così bello è stato ancora più piacevole.
Avevo già letto “nel mare ci sono i coccodrilli” di Geda e mi era piaciuto, ma era più un reportage, la storia vera di questo ragazzo, un bel libro ma poco personale, questo invece è tutta un'altra cosa, questo è un bel romanzo, ricco di sentimenti molto intimo e delicato, sarà anche il fatto che io prediligo il racconto in prima persona, mi sembra che il protagonista si rivolga proprio a me, non so è una mia personalissima sensazione, ma mi fa avvicinare e affezionare di più al personaggio.
L’altro giorno il commesso della libreria mi ha detto che ne hanno venduti pochi, che la gente legge poco gli autori italiani, penso che sia un vero peccato perché il nostro panorama letterario è ricchissimo di buoni autori e questo libro a mio avviso merita veramente, si legge in fretta, uno di quei libri che la sera non è mai ora di chiudere, lo stile è fluido e il ritmo incalzante. Che dire d’altro, leggetelo !