L'amore necessario
Letteratura italiana
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L'amore è necessario.
“Ma se smetto, a cosa penserò? Al mio vuoto? È perché si è vuoti che ci si lascia invadere? È il vuoto in cui si galleggia che ci annega? Siamo vuoti, tutti vuoti... o sono io, io sola, a non possedere nulla? Io sola a provare la sottile, inestirpabile, vorace sensazione che la vita non sia mai quella che vivo, ma sempre un'altra? È strano, ma non ho mai avuto la forza di illudermi di essere qualcosa... La mia forza è un'altra, ambigua, intrisa di orgoglio e di vergogna. Si nutre di coraggio, si affama di paura. Conta sul cuore, per me è questo l'organo dell'intelligenza. Col cuore penso. Che esiste il mondo, me lo assicura il mio cuore animale, vivo, pulsante…”
Che il linguaggio del cuore fosse universale l’abbiamo sempre saputo. Ma ciò che dimentichiamo è che l’amore è femmina, come il sesso è maschio. Le donne parlano d’amore, sentendo di ragionare con l’organo vitale; le parole dette per amore sono tatuaggi, soda caustica versata lentamente sui ventricoli, ustioni che nessuno può curare e ferite che nessuna lingua è in grado di lenire, leccandole.
L’autrice parte da un fatto reale, realmente accaduto: una donna in aeroporto che scrive. Prima pagina.
Di certo non la lista della spesa, fatta di pelati, pasta e dentifricio.
Non poteva che essere una lettera, ed una lettera d’amore.
E questa lettera non può che arrivare a destinazione, prima o poi, nelle mani di un uomo, che legge in piedi, stagliato contro una finestra. Un uomo che fatica davanti alla coscienza di quel sentimento sbucciato dalle parole senza peso eppure macigni per le anime indegne. Un uomo assolutamente privo del pensiero emotivo, che non sa che farsene di tanta sincerità.Ultima pagina. Come accade a noi donne, ci si aspetta che il "lui" di turno capisca dalle nostre parole l'angoscia e la portata di ciò che sale piano al cuore e sgorga in un fiotto caldo di emozioni senza precedenti.
La conseguenza spesso è quella di rimettere nelle mani di questo qualcuno la speranza degli avvenimenti futuri. E - come in un copione teatrale - di prendersi palate sui denti, pericolosissime e dolorosissime.
Cara Nadia, grazie per questo passaggio in auto blu tra le anse dei sentimenti, con la colonna sonora dei ritmi del cuore ; grazie per aver dato voce, una volta ancora al fatto che, forse, solo le donne - non tutte sia chiaro - sanno esprimere i sentimenti. E grazie per aver detto, senza mezzi termini, che le cose più belle accadono ma che il loro realizzarsi è solo un dono, un miracolo, un frutto inatteso e succoso.
Di vita e di amore.