L'amore finché resta
Letteratura italiana
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Metamorfosi
«Sono stato assorbito dal loro mondo senza mai entrare a farne parte e ora tornare al mio non sembra semplicissimo.»
Quella della rinascita è una tematica cara a Giulio Perrone che sovente nei suoi romanzi, mediante la voce di personaggi in età adulta che sono costretti a far i conti con il crollo di tutte quelle certezze che li hanno da sempre accompagnati, focalizza l’attenzione su fenomeni e circostanze sempre più frequenti nel trend del nuovo millennio.
Protagonista della sua ultima fatica è Tommaso Leoni, coniugato con Lucrezia da circa undici anni, padre di Piero, nato da questa unione, e psicologo. Quella che per lui è una routine assestata e sicura dove tutto sembra andare per il meglio si dimostra esserlo soltanto in apparenza. La moglie prenderà una decisione inequivocabile tanto che l’uomo sarà costretto a fare i conti con il presente ma anche con il passato, sarà costretto ad affrontare i propri fantasmi, la propria immaturità, i propri timori, sarà costretto a rimettersi in gioco e a crescere. Perché alla fine questo è la vita, non un via retta e certa da percorrere, con un sentiero prestabilito, sicuro e affidabile, bensì, un percorso irto di difficoltà, con tante cadute, con tante direzioni sbagliate, con tanti equilibri che vengono meno per lasciare il posto a nuove e mutate dimensioni che sono il risultato di quella metamorfosi necessaria. Come vi riesce la vita? Semplicemente obbligandoci a scegliere. Scegliere di rischiare di cadere per imparare a rialzarsi, scegliere di continuare a godere del nostro status di quieto vivere bambagesco a rischio e pericolo dei cambiamenti.
Il tutto è avvalorato dalla penna lucida, chiara, sobria e affatto prolissa a cui l’autore ci ha abituato e che ben si coniuga a un romanzo di facile lettura che sa offrire molto se spinti dalla volontà di leggere oltre la superficie. E questo perché, proprio come anticipavo, il testo non è altro che un invito alla riflessione su quelli che sono i tempi di oggi, con tutti gli usi e le consuetudini sempre più radicate, con quel sempre più desiderio di adagiarsi sugli allori, con quella interminabile ricerca di scorciatoie, di strade che permettano di evitare le difficoltà, con un condizionamento continuo dettato da una tecnologia che ci rende automi, con una perpetrante svalutazione del tutto, di perdita di quegli insegnamenti che ci conducevano ad abbracciare e a custodire i veri valori e molto altro ancora. Una perfetta e profonda fotografia che potrà essere apprezzata in queste pagine con tutta la sua forza ma soltanto con una lettura attenta e non anzi superficiale.
«Ecco perché il pensiero di rimboccarsi le maniche è un buon pensiero per chiudere il recinto delle emozioni e rendere questa sofferenza una spinta verso qualcosa di concreto.»
«Esiste un certo codice tra di noi. Anche quando ci si perde di vista per molto tempo se l’altro manda un segnale di fumo vuol dire che è successo qualcosa di rilevante. Non è necessario dirglielo apertamente. So che coglierà il senso delle mie parole. Per un motivo forse inspiegabile quelle amicizie che costruiamo ai tempi della scuola restano vive per sempre.»
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Una raggiunta maturità
Giulio Perrone ha fondato una casa editrice che porta il suo nome. Come autore ha pubblicato: L’esatto contrario, Consigli pratici per uccidere mia suocera e quest’ultimo: L’amore finchè resta. Un romanzo di sicura attualità, che tratta con precisione e scaltrezza temi di strettissima attualità.
Racconta, con semplicità dialogica, condita da una buona dose di ironia, la storia di Tommaso, psicoterapeuta o pseudo tale, che a quarant’anni viene scaraventato fuori casa da una moglie che si è stufata di lui. Di famiglia particolarmente agiata la moglie in un sol colpo gli rovina la vita. Perde, in primis, il lavoro, poiché lo studio si fondava in gran parte sulla generosità dello suocero, e poi la moglie, perennemente e costantemente tradita, e si ritrova solo, con un figlio a carico. Troppe responsabilità per uno che le ha sempre rifuggite. Non solo, anche l’amante non vuole più saperne nulla. Non gli resta che accettare il lavoro da barista e tornare nella vecchia casa d’infanzia, in un rione popolare, e vivere con la madre vedova e la zia. Ma non basta, anche qui altri problemi, sempre più gravi. Al nostro protagonista non rimane che affrontarli, con una rinnovata consapevolezza e maturità.
Un libro che racconta di un percorso, di una evoluzione. Un uomo fragile, insicuro, debole, sempre in costante bilico, con sempre rinnovata indecisione, si trova a quarant’anni a riconsiderare se stesso e la propria vita. Il racconto attuale di molte afflizioni dell’epoca moderna, dalle difficoltà a trovare lavoro, alla precarietà dei sentimenti e dei valori affettivi, alle separazioni, ai figli e alle loro difficoltà di crescita. Una lettura più che mai reale e moderna, un dipinto pernicioso dei mali che affliggono la società e il mondo moderno.