L'amicizia
Letteratura italiana
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Storia di confine
"C'erano una volta due giovani e non sapevano di vivere nello stesso palazzo. Il loro non era un palazzo da re, ma uno di quei casamenti di città che prendono luce da un grigio cortile dove le donne si contendono la corda per asciugare il bucato. Una domenica pomeriggio tutto il palazzo parve spalancarsi al suono impertinente di un ottavino..." Trieste, secondo dopoguerra. Marco e Alessandro sono due ragazzi completamente diversi l'uno dall'altro. Il primo è un profugo istriano trasferitosi a Trieste con la madre, orfano di un padre adorato il cui ricordo occupa spesso i suoi pensieri. Vive del sussidio statale, passando le sue lunghe giornate solitarie a scrivere, col sogno di diventare scrittore, incurante dei solleciti della madre a trovarsi un posto di lavoro. Il secondo è un benestante impiegato di banca, che vive con i genitori con cui però ha freddi rapporti, impegnato in una tormentata storia d'amore con un'affermata artista triestina. La loro diversità non impedisce ai due di instaurare, lentamente ma con costanza, un forte e duraturo rapporto di amicizia. Un'amicizia strana, che non poggia su solide fondamenta, che si basa più sulla stima che sull'affetto, più sulla competizione che sulla solidarietà, più sulle diversità che sui punti in comune. Un'amicizia che è quasi fratellanza ma che continua sempre ad avere un'invisibile ma incancellabile linea di confine. I due si riflettono l'uno nell'altro, quasi vedessero avanti a sé il proprio io rovesciato, quasi si compensassero a vicenda colmando ognuno i vuoti dell'altro, senza tuttavia riuscire mai a scavalcare la fatidica frontiera per avvicinarsi definitivamente. Un'amicizia basata sulla sincerità e che proprio a causa di questa subisce qualche contraccolpo quando entra in scena una donna. Riuscirà il loro singolare rapporto a reggere a questa ingombrante presenza? Tomizza racconta una storia di frontiera che parla di amicizia ma il cui vero protagonista è il concetto di confine. Quello che separa i due protagonisti, divisi dalla diversità delle origini, dalla situazione economica, da una vera e propria contrapposizione culturale. Quello che separa i triestini dai profughi, visti sempre con diffidenza, come fossero sì cittadini italiani, ma di secondo ordine. Quello che spesso gli uomini innalzano nei confronti dell'altro sesso e che, ancora più spesso, diviene per alcuni sempre più invalicabile. Temi importanti trattati con grande garbo dall'autore, capace di fondere amore, politica, arte, storia e psicologia grazie ad uno stile pulito e raffinato e ad una spiccata sensibilità che gli permette di raccontare i sentimenti umani con estrema delicatezza. "Niente si ha da temere dalla verità, se non altro per il suo grado di originalità superiore a ogni fantasia.