L'alba sepolta
Letteratura italiana
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Dolorosa presenza
“ L’alba sepolta “, esordio letterario di Valentina Ricci, è un bel romanzo che sorprende per lucidità espositiva, maturità letteraria, intensità poetica in un crescendo che reinventa e restituisce forme, immagini e sensazioni forti, un’ atmosfera in bilico tra realtà e sogno, creature e corpi che si smembrano in porzioni d’ interiorità, un condensato di vita e desiderio, dolore e sofferenza, minuziose descrizioni di reale su tratti piuttosto sfumati .
Il giovane e bellissimo Davide vive una vita di eccessi, un binomio apparenza-essenza che lo ancora all’ interno delle proprie debolezze esito di una enorme carenza affettiva, retaggio di un trauma infantile irrisolto.
Le sue proporzioni perfette restituiscono una fisicità che richiama sguardi, attenzioni e desiderio, epicentro scenico di giocosa spavalderia e consapevolezza, anestetico e antidoto alle difficoltà della vita, presenza ossimorica di una forza fragile.
E’ evidente la dicotomia tra una quotidianità di successi, amori fugaci e sempre diversi, un cannibalismo erotico di dissolutezza e un’ interiorità fragilmente esposta, frammentaria, in parte già morta.
È questo il vero dramma che lo incatena, dopo quel tragico evento, una vita caratterizzata dal disfacimento famigliare, il progressivo distacco materno, la convivenza con un padre famoso troppo impegnato e assente, il desiderio di riconquistarlo, ma il futuro è un’ incognita e … “ in fondo non c’è un presente e non c’è un passato per un luogo che non esiste “…
Tutto quello che Davide insegue ottiene, visibilità, ragazze, fama, non è così nei confronti di Karin, inattesa, misteriosa, sfuggente, senza amici, una creatura vicina e inafferrabile, immune al suo fascino, che pare vivere in una dimensione altra, con desideri che si allontanano da corpo e materia, un’ essenza che il protagonista sente vicina e che desidera intensamente.
Voci dal passato ritornano, c’è un presente che esige risposte, un futuro scolastico e di vita da definire, una competizione sportiva da portare a termine, un’ amicizia da non tradire, ma il proprio vuoto ogni volta ritorna.
Il passato non può più raggiungerlo ma nemmeno abbandonarlo, i ricordi …” sono un passato indistinto. “…., ma a poco a poco sembrano …” potere assumere una forma “…. anche se il vero volto dell’ amore è sparito per sempre e il dolore è ancora presente anche quando sembra scomparso.
Vi sono figure che riempiono la scena, altre che continuano ad assentarsi, altre ancora che rimandano le proprie inquietudini per dissolversi in una scia di presenza.
Alla fine, in un crescendo che svela e rivela se’ stessi, anche nell’ impossibilità di raggiungere il raggiungibile, inseguendo sogni di altri o fallendo laddove si credeva di essere giunti, si respira una chiarificazione e una sorta di pacificazione accompagnati dal respiro di un’ ombra che rimarrà per sempre.
All’ interno del romanzo si percepisce un quid di inarrivabile e una nebulosa presenza, inserita in una sospensione temporale, con un finale che ne racchiude e sintetizza il senso, una lucidità condita di attesa e una presenza a metà tra il mostrato e il percepito.
Il lettore fatica a focalizzare una costruzione sempre più densamente stratificata, il progressivo svelarsi della trama riporta a una dimensione di semplicità e il cammino dei personaggi al vero cuore del racconto, i tormenti irrisolti del giovane protagonista in lotta con il proprio io più profondo e un irrinunciabile bisogno d’ amore che possa bilanciare e restituire la propria essenza più vera.