Io e lui
Letteratura italiana
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Elpi-logo n. 18
Moravia pansessuologo come Freud?
“Io e lui” di Moravia è un romanzo a “senso unico”? E, considerato l’argomento, è opportuno usare quest’ipallage?
Possiamo parlare di pansessualismo a proposito della dialettica “subliminale” del romanzo?
"Pansessualismo" è termine usato per indicare la teoria di Freud, secondo la quale tutto il comportamento umano è originato e motivato dalla sessualità.
Al di là delle risposte che tenteremo di fornire ai quesiti iniziali, certo è che Federico, intellettuale ambizioso e sceneggiatore che aspira a diventare regista, ha una personalità costantemente oscillante tra due poli: quello psicologico – ove l'io è spettatore e talvolta interprete alieno – e quello “istintivo” e/o “istintuale” (che giri di parole!), ove "lui", sì proprio lui, il “creapopoli” (così lo chiama Moravia), agisce in prima persona. E comanda!
Naturale che, da questo ambivalente gioco di ruoli, derivino situazioni imbarazzanti, divertenti, sorprendenti, assurde. Si instaura così un filo diretto tra i due poli: un dialogo tra organi/funzioni (il cervello, la mente, il cuore da un lato e, naturalmente, lui dall’altro lato) ove la prepotenza di una facoltà può in qualche modo coesistere con le altre funzioni, se recessive o colte in … fallo! Il riferimento alla teoria psicanalitica è fondamentale, particolarmente nell’accertare l’ipotesi che tra attività sessuale e sublimazione artistica vi sia una sorta di compensazione, destinata a ingenerare rimorso in chi troppo pratica la prima. O ne è ossessionato.
In argomento, trovo molto interessante la risposta che il prof. Angelo Favaro, studioso di Moravia, ha dato a questa mia domanda:
“Come si caratterizzano le ultime opere di Moravia (sto parlando di romanzi come “Io e lui” e “La vita interiore”) rispetto alle prime?”
Risponde Angelo: “La grandezza di un narratore, di un artista come Moravia è semplicemente quella di essere stato sia pronto a ipotizzare il futuro, a profetizzare e analizzare gli eventi che sarebbero accaduti, sia essenzialmente contemporaneo a se stesso, ovvero capace di cogliere e raccogliere le istanze storiche, letterarie, culturali della situazione in cui stava vivendo. Se penso alla “Vita interiore”, non posso non trovare in questo romanzo gli anni di piombo, quando rileggo “Io e lui” non posso scoppiare spesso a ridere riflettendo sulla sessuomania della nostra epoca e sulla sublimazione. Chissà cosa penserebbe o direbbe Moravia del fenomeno planetario di youporn o degli infiniti siti pornografici di esibizionisti in cam…”
E che dire – ma questo lo aggiungo io – dell’avvento di regimi che si fondano sulla fallocrazia e assumono Priapo come idolo o feticcio?
Bruno Elpis
A chi fosse interessato, nel mio sito (www.brunoelpis.it), nella sezione "recensioni", ho pubblicato il réportage del terzo convegno dedicato a Moravia e a “La ciociara”, svoltosi il 10 maggio.
Indicazioni utili
Il pene
I protagonisti sono uno solo e parlano in due: l'uomo e il suo pene. Il pene, che non è altro che la coscienza sdoppiata dell'uomo, e non il suo inconscio e neanche il suo alter ego, ha una personalità propria, definita, in lotta con l'uomo. Fa parte dell'uomo? No, possiamo dire che è una cosa a parte, un personaggio, un compagno che è nettamente scisso dalla carne dell'uomo, un gemello siamese in eterno contrasto col vicino. Eppure l'uomo consiste nel suo pene: seppure l'uomo pensa, ragiona, codifica col suo cervello, che è molto lontano "geograficamente" dal pene, è proprio questo che controlla i suoi atti. L'uomo, visto da fuori, non è altro che l'incarnazione del volere del pene. Quindi chi vince, l'uomo o il pene? Io non ho ancora capito, Moravia li mette in comune accordo.