Narrativa italiana Romanzi Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi
 

Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi

Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi

Letteratura italiana

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Inseparabili. Questo sono sempre stati l'uno per l'altro i fratelli Pontecorvo, Filippo e Samuel. Come i pappagallini che non sanno vivere se non sono insieme. In un breve volgere di mesi, Filippo diventa molto più che famoso, contemporaneamente Samuel vive giorni di crisi. Nemmeno l'eccezionale, incrollabile Rachel, la mamme che veglia su di loro da quando li ha messi al mondo, può fermare la corsa vertiginosa dei suoi ragazzi lungo il piano inclinato dell'esistenza. Forse, però, potrà difendere fino all'ultimo il segreto impronunciabile che li riguarda tutti.



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Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi 2014-02-02 20:13:40 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    02 Febbraio, 2014
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Ansiolitici ed antidepressivi

Avevo grandi aspettative quando ho iniziato la lettura di questo libro, vincitore di un Premio Strega, ma devo dire che sono rimasta un po’ delusa. E’ la storia di due fratelli, indissolubilmente legati dalle vicende della propria infanzia, assolutamente diversi nello stile di vita. E’ quindi una saga familiare che si traduce in un’analisi delle rispettive nevrosi, dando un quadro sia di Samuel che di Filippo non proprio idilliaco, in quanto hanno entrambi un orizzonte emotivo decisamente disturbato. L’aspetto che mi ha lasciato più perplessa è stato proprio lo stile: l’autore scrive indubbiamente bene, utilizza anche parole di uso non comune; il suo stile è quindi ricercato e forbito, ma al punto che ho sentito che era proprio questo suo modo di scrivere che mi allontanava dalla storia. Bello l’espediente di scrivere in terza persona, dal punto di vista di un narratore onnisciente, di cui si svela l’identità finale nell’ultimo capitolo. Forse avrei preferito uno stile più “caldo”.

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Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi 2013-06-29 16:40:55 Fabio Celentano
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Opinione inserita da Fabio Celentano    29 Giugno, 2013

Ciò che mi aspetto dalla Letteratura

Perché un anonimo lettore qualsiasi dovrebbe ardire pubblicamente di dissentire dal coro di consensi che hanno accompagnato e continuano a seguire l’opera "Inseparabili" di Alessandro Piperno? Forse per l’invidia bruciante della notorietà che aleggia attorno al Premio Strega 2012, l’invidia, quello stesso meschino e atavico sentimento che muove molte delle azioni sconsiderate dei personaggi di questo romanzo?O forse solo perché banalmente un lettore, da fruitore del prodotto, può rivendicare legittimamente la sua delusione dopo aver impiegato non dico risorse economiche, ma intellettuali e tempo per immergersi a fatica in un libro che attendeva di leggere con ansia, perché seconda parte di una storia, quella di Leo Pontecorvo, che l’aveva vertiginosamente coinvolto nel precedente romanzo “Persecuzione”?
Che dire, dunque, di questo “Inseparabili”? Parafrasando lo stesso Piperno, vorrei poter dire che anche questa volta la letteratura ha trionfato con i soli strumenti di cui dispone: beffa, ironia, mistero, e aggiungerei , irresistibile forza empatica. Ebbene, come ho già detto, quello che il fine narratore è riuscito a creare nel primo romanzo, “Persecuzione” dietro le vesti del misterioso narratore onnisciente del dittico del “Fuoco amico dei ricordi”, a mio parere, non si rigenera nella seconda opera, che ho trovato forzata, dilatata, non altrettanto spontanea. Davvero “Persecuzione” avrebbe meritato l’ambito Strega, non questo modesto, non necessario sequel. I personaggi che ritroviamo nel seguito della vicenda dei Pontecorvo non sembrano coerenti e veramente frutto di un progetto più ampio, non si coglie l’unicità di intenti e caratteri delle trilogie tragiche greche, cui sembrava, secondo me, rifarsi per certi versi il dittico di Piperno, soprattutto nella concezione delle ancestrali colpe generazionali; ho avuto come l’impressione che certi atteggiamenti, certe espressioni, certi dialoghi , a volte ai limiti della fiction televisiva, dei protagonisti venissero fuori così, “ex abrupto”, senza che il lettore potesse cogliere un filo conduttore nel dispiegarsi delle vite di questi personaggi. A eccezione di Rachel, che mi pare mantenga continuità di carattere e agire tra i due romanzi, Filippo e Samuel adulti, a mio giudizio, non sono tratteggiati in modo uniforme e meditato; trovo l’insistenza di particolari sulla sessualità un po’ stucchevole, a tratti disturbante. Stando all’assunto di base delle colpe dei padri che si abbattono sui figli, e viceversa, era ovvio che l’evento scatenante la tragedia di questa famiglia avrebbe reso contorte e oppresse le esistenze degli eredi “colpevoli”, tuttavia l’indugiare su particolari morbosi e sulle pieghe nevrotiche e disgreganti dei personaggi non mi ha reso la lettura piacevole e spedita. Il non dire, l’alludere, il far intuire, spesso sono cose che ho rimpianto in questo libro. Ma si sa, è una questione di stile. Ma anche a proposito di stile narrativo, rispetto al primo romanzo, questo di “Inseparabili” mi è parso meno incisivo e studiato. Ho ritrovato un po’ di pathos narrativo proprio, e solo, nelle parti in cui si sviluppavano i riferimenti analettici alle disavventure di Leo Pontecorvo narrate nel precedente romanzo e particolarmente emozionante la parte finale, quella in cui si affrontano nell’atto finale, come su un palcoscenico, come dice lo stesso autore-narratore, Rachel, Filippo e Semi.
Ma la coda della storia, per carità, inorridisco all’idea, potrebbe far pensare a un terzo episodio della saga?
Insomma, forse l’intenzione di Piperno era proprio quella di comunicare lo squallore e la perdizione senza fine dei “sopravvissuti” alla catastrofe di Leo Pontecorvo. Se questo era tra gli intenti, la storia è più che riuscita. Mi sento, quindi, di consigliarlo solo a chi cerca la catarsi rispetto alla sua stessa vita per ciò che riguarda le contorte dinamiche genitori –figli -fratelli, per chi volesse esorcizzare, oltre a ciò, il senso di delusione e smarrimento di fronte alla moderna società, schiacciante e sempre più prevaricatrice dell’universo privato … e forse per tali ragioni “Inseparabili” potrebbe forse consigliarsi a molti.
Ma non mi sento di consigliarlo a quanti, come me, anelano alla Letteratura, torno a ripetere, sempre riprendendo Piperno, in termini di beffa, ironia, mistero, e aggiungerei , irresistibile forza empatica.
A riprova che nutro grande ammirazione per l’ingegno di Alessandro Piperno, mi sento, invece, di consigliare un suo pezzo bellissimo, apparso su “La lettura” della domenica del “Corriere della sera” del 13 maggio 2012, “Il mio segreto triestino”, ( da cui ho tratto la citazione di Piperno presente in questo mio intervento): una lezione veramente magistrale sul potere della letteratura, testo che ho condiviso con i miei studenti di una terza liceo classico; i ragazzi ne sono rimasti incantati.
Era questo stesso incanto che speravo di trovare in “Inseparibili”.
Fabio Celentano da Lecce

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Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi 2012-12-07 22:26:51 annamariabalzano43
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annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    08 Dicembre, 2012
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Inseparabili di A.Piperno (Premio Strega 2012)

“Inseparabili” è la seconda parte de“Il fuoco amico dei ricordi” che Piperno aveva iniziato con “Persecuzione”.
Anche in questo caso, la lettura del romanzo rivelerà quanto siano interessanti e appropriate le citazioni poste all’inizio del libro: la prima tratta da Baudelaire mette l’accento sul male di vivere dell’uomo moderno, inquieto al punto da essere alla continua ricerca di un cambiamento che gli dia sollievo, la seconda, una frase di Andre Agassi, esprime il concetto di come possa essere più dolorosa una sconfitta di quanto possa essere piacevole una vittoria.
“Inseparabili” sviluppa e approfondisce alcuni temi che erano già stati affrontati in “Persecuzione”.
Se nel primo romanzo avevamo visto la netta contrapposizione tra il personaggio di Leo e quello di Rachel, come i due stereotipi di ebreo, uno sottomesso e rassegnato, l’altra aggressiva e risoluta, qui la contrapposizione è tutta tra i due fratelli, cresciuti nell’illusoria convinzione di essere inseparabili, proprio come i pappagallini che non possono sopravvivere l’uno senza l’altro. Ed è proprio l’essere cresciuti con l’angoscioso ricordo del padre che finì i suoi giorni chiuso nel seminterrato della casa, senza che nessuno della famiglia avesse fatto un passo significativo per dargli conforto, che accentua ed esaspera quelli che erano stati accennati come i limiti caratteriali dei due fratelli. Essi appaiono come due poli opposti, che si respingono e si attraggono: se Filippo, con la sua dislessia, trova grandi difficoltà nello studio, Samuel apprende con rapidità e profitto; se Filippo sviluppa un fisico robusto e un’attività sessuale intensa e soddisfacente, Samuel è più delicato e la sua insicurezza è la causa dei suoi complicati e anomali rapporti sessuali. Il successo di Filippo arriva solo quando ha la possibilità di dare sfogo al suo estro creativo, mentre il fallimento di Samuel deriva proprio dall’unica volta in cui ha preso decisioni autonome. I due fratelli sono come due entità antitetiche, Caino e Abele, come lo stesso Samuel accenna nel drammatico scontro finale chiarificatore con il fratello. E quello che è più terribile è che di tutto il dramma interiore che distrugge il rapporto tra i due fratelli è testimone e responsabile la madre, che ha sempre represso quei rari momenti di compassione e pietà da cui pure era stata talvolta toccata. L’appartenenza al mondo ebraico è nei romanzi di Piperno di assoluta importanza: lo scontro tra i fratelli, non a caso, si basa anche sull’indignazione sorta in Samuel, nel sentire Filippo accennare, nel suo discorso alla Bocconi, alla strage dei bambini compiuta dalla Royal Air Force a Dresda, senza un minimo accenno alle morti di Auschwitz.
Qui il discorso si fa molto complesso: certamente quello della funzione della memoria è un argomento assai caro a Piperno: nel bellissimo saggio su Proust intitolato “Contro la memoria”, si dilunga su questo punto. Anche in questo romanzo accenna all’oblio come mezzo per raggiungere la serenità e alla memoria come causa di sofferenza.
Certamente la visione del mondo di Piperno , così come ci giunge attraverso i suoi romanzi, è assai inquietante, nel suo realismo spietato: qui l’opposizione tra l’uomo e il mondo, l’uomo e la società è conflittuale al punto che anche i sentimenti più naturali e spontanei di cui l’individuo ha bisogno per vivere, come l’amore e l’amicizia vengono annullati nella cinica rete di rapporti in cui si trova imprigionato.

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Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi 2012-09-13 03:50:15 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    13 Settembre, 2012
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"Inseparabili" di A. Piperno - Commento di Bruno E

Comincio il commento svelando la ratio del titolo e decriptando la copertina del libro: “Gli ‘inseparabili’ sono dei piccoli adorabili pappagalli, appartenenti al genere Agapornis, che, molto spesso, si ritrovano nelle nostre case. Il loro nome comune deriva dal fatto che sono sempre distribuiti a coppie, all’interno delle enormi colonie che formano in natura e questa loro unione dura per tutta la loro vita.” (Il virgolettato è tratto dal sito di un negozio che vende animali).
Chi sono gli “Inseparabili” del romanzo di Alessandro Piperno, vincitore del premio Strega 2012?
Sono i due fratelli Pontecorvo, romani di origine ebrea, adulti ancora sotto l’ala protettiva di Rachel, madre preoccupata e industriosa. Due fratelli accomunati da una tragica esperienza adolescenziale: un’accusa terribile che pesa sulla memoria del padre Leo, sospettato di aver insidiato Camilla, la fidanzatina tredicenne di Samuel.
Filippo è medico come i genitori, ha sposato una donna molto ricca ed è autore di un’opera a fumetti (“Erode e i suoi pargoli”) che – presentata a Cannes - gli regala notorietà, avventure galanti a non finire e una minaccia di morte proveniente dall’integralismo islamico.
Samuel è invece “il fratello più volte tradito”, impelagato in un’avventura imprenditoriale spericolata, e conduce “una vita raminga e paramatrimoniale” con Silvia, promessa sposa tradita in modo cervellotico e onanistico con la cerebrale Ludovica.
Tra i due fratelli c’è un legame profondo, fatto di complementarietà e di alleanza nella dolorosa memoria della figura del padre, nonostante Rachel abbia costantemente cercato di anestetizzare la sofferenza dei figli.
E cos’è “Il fuoco amico dei ricordi”, che compare nel sottotitolo del romanzo?
E’ la fiammata delle reciproche accuse, che divampa nell’interrato già teatro della reclusione e della morte del padre, in un processo di presa di coscienza familiare nel tentativo di cercare cause e verità sotto la scorza di un’ipocrisia che ha smaltato i rapporti umani e sotto il silenzio che la madre ha imposto.
Il romanzo è spietato e denuda falsità e tedio della classe borghese. L’abilità narrativa, arricchita da alcune illustrazioni, non lenisce il senso di vacuo e di sconfitta che ha oppresso la lettura di …

… Bruno Elpis

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Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi 2012-08-31 12:32:55 changuito
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Opinione inserita da changuito    31 Agosto, 2012

Un romanzo noioso e pedante

Mi dispiace esprimere questa opinione niente meno che sul vincitore del premio Strega, ma davvero ho faticato parecchio ad arrivare alla fine di questo romanzo. Premetto di non aver mai letto niente di Piperno e di aver acquistato Inseparabili solo perchè è mia buona abitudine concedermi sempre la lettura del vincitore dello Strega. Non ho trovato affatto però quel che mi aspettavo. Ineccepibile lo stile, sempre curatissimo e capace di alternare il quotidiano con un linguaggio forbito, ma per il resto la storia, così come i personaggi, mi hanno annoiato moltissimo. Senza contare le innumerevoli divagazioni, inserite in ogni dove, a condurre l'attenzione lontano dalla trama principale. Le ho trovate eccessive e di scarsissimo interesse. Oltre a un eccesso di saggezza tronfia e autorefenziale che francamente non ho apprezzato e che mi lascia sempre molto perplesso, quando è così tanto visibile in un romanzo. Di solito divoro un romanzo in pochissimi giorni, ma questa volta ho faticato davvero tanto e alla fine sono rimasto con un pugno di mosche. Non mi è rimasto alcun sapore in bocca, alcuna emozione.
Ultima nota dolente, mi dispiace davvero apparire così dissacratorio, ma tutto questo insistere sui problemi sessuali di Filippo e Sami fa sentire sfigato qualsiasi uomo sulla trentina!!!

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Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi 2012-08-19 18:54:04 ant
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ant Opinione inserita da ant    19 Agosto, 2012
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La storia di 2 fratelli

L'autore basa fondamentalmente il suo romanzo sulla descrizione dettagliata e articolata di due sensazioni molto umane, il successo e la sconfitta.
A fare da rappresentanti a questo genere di situazioni sopra descritte sono due fratelli Filippo e Samuel, che naturalmente sono anche i protagonisti del testo.
La trama:il papà di Filippo e Samuel, dottore affermato e stimato, viene accusato di pedofilia per aver molestato la fidanzatina minorenne di uno dei due figli.
Questo episodio scatena il putiferio all'interno, e soprattutto nei rapporti tra i rappresentanti della Fam. Pontecorvo(il cognome dei protagonisti)
Da questo momento in poi Filippo e Samuel si allontanano, ma la forza del romanzo e l'interesse verso queste pagine nascono proprio dall'abilità del romanziere nel fare incuriosire il lettore raccontando dei variegati lati caratteriali dei due fratelli, che arriveranno poi attraverso mille episodi ad essere di nuovo inseparabili.
Abile Piperno a descrivere le ascese all'olimpo del successo e le discese agli inferi della disperazione, prendendo spunto da episodi di vita quotidiana di Filippo e Samuel.
Libro particolare(ricordo che questo testo è stato premiato con lo "Strega" nel luglio 2012)

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Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi 2012-07-12 23:28:34 Laura4libri
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Laura4libri Opinione inserita da Laura4libri    13 Luglio, 2012
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Indecisa: lo consiglio o non lo consiglio ...

Tanto avevo amato “Persecuzione”, tanto non mi è piaciuto “Inseparabili”, ma è un giudizio assolutamente gratuito e dettato dal gusto personale.
La scrittura è sempre ottima, i personaggi sempre a tutto tondo di grande spessore. Un romanzo che nulla deve al precedente: a parte qualche spiegazione di fatti lasciati in sospeso, vive di vita propria. Una prima parte dedicata al fratello maggiore, una seconda al minore, una terza che ritorna ai fatti di vent’anni prima, quando il padre fu accusato. L’ultima dove i due fratelli si trovano finalmente davanti e si dicono tutto quanto è stato lasciato in sospeso per troppo tempo. E fin qui sarebbe un ottimo romanzo: ma Il mio giudizio negativo è solo sullo strumento per definire le pecche dei due personaggi: perché il sesso, ridondante nelle spiegazioni e nelle descrizioni, deve sempre entrare in un romanzo e gettare ombre sulle vite dei protagonisti. Questo l’ho trovato davvero eccessivo e a volte anche fuori luogo.
Per il resto la storia come sempre in Piperno c’è, tiene, e avvince.

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Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi 2012-05-21 14:29:11 Viola03
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Viola03 Opinione inserita da Viola03    21 Mag, 2012
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"INSEPARABILI"

Ci si avvicina ad un libro sempre con un’ aspettativa o, al contrario spesso ci si allontana con un pregiudizio. Quando mi sono trovata tra le mani “Inseparabili” non sapevo davvero cosa aspettarmi. Mi allettava la copertina, o forse il titolo, nessun altro appiglio. Ho iniziato a leggerlo con una coscienza neutra che di solito è difficile mantenere, di fronte ad un romanzo che si attende da tempo o che si è desiderato con tutte le proprie forze.
Dopo un inizio tiepido, la storia racchiusa tra le pagine ha iniziato ad interessarmi, a rapirmi.
A raccontare di Filippo e Samuel è una voce terza, esterna, che sembra però sapere tutto di questi ragazzi, della loro famiglia, delle loro vicende attuali e passate.

Filippo e Samuel Pontecorvo sono fratelli. Hanno entrambi vissuto da piccoli la terribile vicenda che si è riversata sulla loro famiglia: il padre, Leo, famoso medico, accusato di molestie sessuali dalla fidanzatina dodicenne di Samuel, si era rinchiuso nello scantinato per mesi e mesi, scantinato da cui non era più uscito vivo.
La colonna sonora di quegli eventi è stato un silenzio raggelante.
Un silenzio che si è sottilmente instaurato nella casa, nei rapporti con il padre, tra la madre e i due figli ed infine nei confronti di quella stessa vicenda che senza rumore ha rotto ogni equilibrio.
La tragedia di casa Pontecorvo è rimasta poi come una malattia latente nelle menti dei superstiti, se ne sta lì in agguato, muta, pronta a trovare però uno spiraglio da cui irrompere come un animale feroce.
Gli anni poi sono passati, la vita è andata comunque avanti ed ecco qua i due fratelli ormai alle soglie dei quaranta.

Il maggiore Pontecorvo,Filippo, ipocondriaco di esperienza, sfaccendato che ha fatto dell’arte del non far nulla, e del non saper far nulla, uno stile di vita e che ha sposato un’attricetta, ex di Non è la Rai, figlia di papà ricca e viziata, che lo mantiene e lo assilla con i suoi mille tormenti e le sue mille paranoie, si ritrova impensabilmente al successo grazie a qualcosa che lui ha prodotto.
Si, perché la sua passione per i fumetti, per quei disegni che fa sin da bambino, si trasformerà in un film proiettato addirittura a Cannes e idolatrato dai critici e poi dalle folle. Un po’ meno da quegli estremisti islamici che invece lo vogliono accoppare. E Filippo inizia pure ad avere un po’ di paura.

Samuel, il secondogenito, quello che invece fa sempre tutto bene, brillante a scuola e nei rapporti sociali, è intrappolato peggio di un pesce nella rete. Praticamente cosa c’è che va nel verso giusto nella sua vita?Niente. Gli affari vanno male, anzi peggio, peggio di come siano mai andati. Si sta per sposare con una donna, con cui non ha rapporti intimi da anni e quelli che ha avuto erano uno strazio. Ha pure un’amante, ma anche qui non fila affatto liscia. E Samuel inizia pure un po’ a preoccuparsi.

E’ in questo frangente che i due fratelli si cercano, l’uno prova a chiedere conforto all’altro, scovando però un solco profondo che li ha divisi, che ha trasformato quei due esseri così amalgamati in due entità distinte e un po’ ostili. Sarà solo affrontando le beffe del presente e spolverando la cappa opprimente dei silenzi del passato, che i due potranno ritrovare quell’unicità che li distingueva nell’infanzia, la magia di quel disegno fatto da Filippo, che ritraeva due uccellini Inseparabili travestiti da supereroi, l’uno accanto all’altro, uno grande uno piccolo, uno Filippo e uno Samuel.

Ironica e beffarda, lucida e paranoica, è la voce che narra questa storia così particolare, che mescola presente, passato, futuro e pure qualche disegno qua e là tra le pagine.
Essere completamente neutra mi ha aiutato, mi ha fatto apprezzare questa storia che non saprei definire con le mie elementari caselle di genere, ma che posso tranquillamente consigliare come una lettura assolutamente piacevole.

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Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi 2012-03-20 16:38:37 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    20 Marzo, 2012
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Conclusa(?) la saga dei Pontecorvo.

Ed ecco conclusa (o no?) la saga della famiglia Pontecorvo: l’Autore, dopo averci illustrato nel precedente romanzo (“Persecuzione”) il calvario e la tragica fine dell’illustre oncologo pediatrico Prof. Leo Pontecorvo, accusato ingiustamente di molestie sessuali nei confronti della perfida fidanzatina del figlio Samuel, esplora in “Inseparabili”, a distanza di più di un ventennio, la vita complicata, ricca di eventi piacevoli e tragici, dei due figli, Filippo e Samuel, scavando a tratti nel loro passato ed indugiando con un’accurata e minuziosa analisi introspettiva sui loro sentimenti, sui loro complessi rapporti con l’altro sesso (sfociati nel caso di Filippo in un matrimonio d’interesse con una ricca e strampalata ereditiera, nel caso di Samuel in una promessa di matrimonio fallita e in un salvifico rientro nella casa della madre Rachel). Il romanzo è intrigante, con risvolti avventurosi : nel caso di Filippo pende sul suo capo una minaccia terroristica per alcune vignette satiriche, nel caso di Samuel si materializza un fallimento economico per una truffa commerciale con una potenza asiatica. Ma il fulcro del romanzo è costituito dai rapporti tra i due fratelli, così diversi e lontani, ma così uniti e dipendenti l’uno dall’altro da dare, loro stessi, il titolo al romanzo. Su loro veglia sempre la madre Rachel, una grande figura di donna ebraica, complessa ed enigmatica, che ricorda a tratti le eroine della tragedia greca o le figure appassionate e fragili delle commedie shakespeariane: la sua morte riunirà i due fratelli ed offrirà lo spunto per un ultimo quanto mai inatteso colpo di scena rivelatore. La scrittura di Piperno ha ormai le sue caratteristiche, emerse fin da “Con le peggiori intenzioni”: ora tagliente come la lama di un coltello a vivisezionare sentimenti e azioni, fino ai particolari più scabrosi, ora ironica, leggera, scorrevole su un linguaggio indulgente al moderno, quasi strizzasse l’occhio al lettore per coinvolgerlo e sedurlo. A volte sconfina in un periodare affettato e pretenzioso, con sovrabbondanza di avverbi (ad esempio, c’è un fantasma “puntualmente”smentito, una convinzione “decisamente” stucchevole, dei vestiti “sapientemente” incellofanati, e persino due “irrefutabilmente” che, converrete con me, uno sarebbe già troppo). Al di là delle opinioni personali, comunque positive, resta il sontuoso affresco familiare : la saga di questa grande famiglia romana ed ebrea emerge in tutta la ricchezza delle sue sfaccettature e dei suoi indimenticabili personaggi. La figura tragica e dolente di Leo Pontecorvo, protagonista di “Persecuzione”, è sostituita nel secondo romanzo dai due figli, Filippo e Samuele, personaggi altrettanto imponenti : Piperno scava sapientemente nel loro vissuto e nel loro presente, delineando magistralmente due tipi di vita e di comportamenti così singolarmente diversi ma nello stesso tempo uniti nell’appartenenza familiare, “Inseparabili”, come i famosi pappagallini ritratti con gusto e perizia sulla copertina. Insomma, un romanzo da centellinare senza fretta, da gustare pagina dopo pagina, riflettendo sui buoni sentimenti e sugli accadimenti della vita che fanno naufragare anche le migliori intenzioni.

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"Persecuzione" di Alessandro Piperno.
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