Narrativa italiana Romanzi Il volo dei cuori sospesi
 

Il volo dei cuori sospesi Il volo dei cuori sospesi

Il volo dei cuori sospesi

Letteratura italiana

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Le gemelle Ariele e Rebecca, di origine ebraica, non potrebbero essere più diverse. La prima, occhi così limpidi che ci si può vedere attraverso, è timida e schiva; la seconda, penetranti occhi verdi, è una ribelle pronta a sfidare tutto e tutti pur di non subire la vita. Ma Ariele possiede un talento che Rebecca non ha: fa sogni premonitori. Una fortuna e una condanna, perché spesso le cose che vede accadono senza che lei possa impedirlo. A nulla, infatti, servono quei sogni quando l’odio nazista si riversa sul paese in cui hanno trovato riparo. Così, la loro madre Giuditta si trova costretta a prendere una decisione cui nessuno dovrebbe essere chiamato: può salvare solo una delle figlie. E sceglie di salvare Ariele, affidandola alle cure di un’amica, e di portare con sé ad Auschwitz Rebecca, convinta che il suo carattere forte potrà salvarla. Una decisione che lascia un segno indelebile nella storia di tutta la famiglia. Negli anni a venire, Rebecca, che sopravvive all’orrore dei campi, chiude il suo cuore al mondo e decide che a nessuno sarà più permesso di calpestarlo. Al contrario, Ariele cerca di non sprecare l’occasione che le è stata offerta. Accoglie l’amore che le viene dato e se ne fa portavoce nella vita di tutti giorni. Senza mai tirarsi indietro. Anche quando Rebecca, con la quale non è più riuscita a ricostruire un rapporto, bussa alla sua porta e le chiede di occuparsi di una figlia, la sua, che non riesce nemmeno ad abbracciare, una bimba cui ha voluto dare un nome che racconta tutta una storia: Catena. Talvolta i ricordi sono come sassi che possono trascinarci a fondo, bloccando in un freddo, sincopato respiro gli ingranaggi del cuore.



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Il volo dei cuori sospesi 2018-11-15 15:49:35 Lyda
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Lyda Opinione inserita da Lyda    15 Novembre, 2018
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Il 'sangue', a volte, non conta.

Il romanzo mi ha conquistato fin dalle prime pagine sia per l'avvincente tecnica di scrittura (ciascun personaggio parla in prima persona, come scrivesse un diario), sia per la curiosità che l'autrice riesce sapientemente a stimolare, fin dal prologo datato 1993 da cui si suppone e si intravede una articolata storia familiare il cui nodo risale a molti anni prima.
La storia di Ariele e Rebecca, due gemelle di origine ebrea dai temperamenti molto diversi tra loro, in barba al sangue e alla genetica, l'una sensibile ed introversa, l'altra ribelle e mai contenta, si articola in tre corpose e differenti parti ciascuna delle quali con salti temporali significativi e inizia ai tempi della seconda guerra mondiale per giungere, non senza scossoni e colpi gobbi, sino ai più pacati giorni nostri.
La vita di ciascuno di noi, la natura stessa dell'uomo, l'amore, è in costante trasformazione così come un fiume che scorre e scende a valle tra numerosi tornanti assumendo anche velocità diverse; se c'è una cosa che ho imparato sulla mia pelle è che non si è mai uguali a 'prima', nessuno lo è, siamo tutti immersi in un continuo divenire pertanto, osservando certe persone e in particolare i loro atteggiamenti e azioni, talvolta sarebbe il caso di andare oltre tentando di comprendere il perché: Rebecca, con la sua sopravvivenza all'orrore dei campi di concentramento, ne è l'esempio.
Rebecca incanalerà la sua vita in un'aridità tale da non attaccarsi mai troppo alle persone e da non permettere più a nessuno, nemmeno al fato, di calpestare la sua strada.
L'unica pecca di questo libro, a mio modesto parere, è l'uso di un linguaggio comune a tutti i personaggi, in pratica un appiattimento dovuto al medesimo stile di espressività, cosa assai improbabile nella realtà visto che ogni essere umano ha il suo caratteristico e personalissimo modo di esprimersi.
In conclusione, a parte questa lieve pecca linguistica su cui si può anche soprassedere, la storia funziona, scorre bene, soprattutto nell'ultima sezione narrativa in cui alcuni colpi di scena incuriosiscono e avvincono il lettore, ma in particolare, fin dalle primissime righe è un calderone di stimoli per la mente e per il cuore.
Fa pensare, insomma, e molto.

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Il volo dei cuori sospesi 2018-09-25 06:51:41 LittleDebbie
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LittleDebbie Opinione inserita da LittleDebbie    25 Settembre, 2018
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Avrebbe potuto dare di più

La trama di questo romanzo mi aveva incuriosito parecchio in quanto tratta di una storia familiare che per determinate scelte di volta viene divisa portando, quindi, dei rancori al suo interno. Ma non solo, mi ha attirato anche la parte sovrannaturale sui sogni premonitori, dono della gemella Ariele, la sorella più timida. Purtroppo però è soltanto qualcosa di molto marginale che, c’è o non c’è, non fa la differenza sebbene fosse una cosa sottolineata nella sinossi.
Il romanzo è suddiviso da più parti che coprono diversi anni, tre con la precisione. Lo stile risulta fluido anche per la semplicità delle parole scelte e sebbene tratti anche di un periodo nefasto, non sono riuscita a sentire il dolore dei personaggi trovando i vari capitoli alquanto raccontati.
Ogni capitolo è scritto da un punto di vista differente, in prima persona e, benché i personaggi trattati siano molteplici, lo stile non si modifica rendendoli simili tra loro.
La seconda parte, successiva alla seconda guerra mondiale, scorre veloce, nel senso che da un capitolo all’altro passano gli anni. L’autrice fa una sorta di riassunto quasi in quattro e quattr’otto. Non c’è un’evoluzione graduale ed il lettore si ritroverà a chiedersi cosa sia accaduto e perché.
È come leggere un compito in classe di un alunno al quale viene chiesto di riassumere dieci anni di storia. Essendo scritto in prima persona ci si attende un qualche tipo di introspezione che in “Il volo dei cuori sospesi” manca. E davvero troppo spesso viene ripetuta la parola “panzana”, a quanto pare non ne esistono sinonimi.
Nella terza ed ultima parte del romanzo conosciamo un nuovo personaggio principale che chiuderà il cerchio di tre generazioni.
Non entro molto nel dettaglio perché altrimenti dovrei fare diverso spoiler.
Penso che in questo romanzo si siano seguiti troppi punti di vista differenti quando avrei preferito che si approfondissero i veri principali tentando di spiegare ciò che li muove nel profondo.
Anche se ci sono dei bei paragrafi, molti, li ho trovati artificiosi, come se fossero delle frasi fatte.
Verso la fine del libro, purtroppo, ho avuto la tentazione di saltare qualche riga in quanto spesso vengono ripetuti gli stessi concetti.
Il romanzo avrebbe potuto dare di più, invece in molti punti ho trovato lo stile approssimativo che ha reso una storia con grandi potenziale meno attrattiva.

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