Il vento dell'odio
Letteratura italiana
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Stragi rosse e stragi nere
Una vicenda inventata, con agganci e dati storici reali.
La storia di due giovani stragisti, uno rosso e l’altro nero, un uomo e una donna. Due colori forti che hanno schizzato di sangue le stazioni e le piazze d’Italia negli anni di piombo.
Piombo, quello scaricato dai terroristi contro personaggi pubblici, un periodo contorto del nostro Paese mai chiarito né dagli storici, né da chi vi era coinvolto, un odio generazionale, morti, depistaggi, servizi segreti, è successo di tutto un po’.
La mano nera e il fuoco rosso, si sono mescolati i ruoli, i colori, un tutt’uno che neanche i protagonisti stessi, almeno quelli del romanzo, hanno saputo capire e distinguere.
Cristiano, pensava alla lotta sociale, l’arma carica di ideali ma dietro chi giostrava era dell’altro versante. Lei, Giulia, inconsapevole complice dei misfatti, è riuscita a fermarsi in tempo. Lui no. Fughe, cambi d’identità, ritorni, mezze parole, e il potere sotterraneo che scorre da decenni continua a fluire e colpire e non si fermerà.
Stile lodevole, ricco, curato, veramente alti livelli, l’autore è giornalista, scrittore, poeta, sa il fatto suo. Contenuto forte ed interessante, riesce ad evocare immagini nitide degli anni in questione, spiegandone meccanismi ed andamenti. Non so quanto ci sia di vero e quanto di fantasia, ho affrontato la lettura priva di pregiudizi e di una conoscenza approfondita. Il finale non mette la parola fine. La copertina e il titolo, secondo me, non rendono giustizia.
Concludendo, un romanzo assolutamente da leggere, anche solo per come è scritto, merita.
“Ora lei mi chiede se io sarei capace di scriverla, questa storia. Almeno di scriverla, visto che non ho parole per dirla.