Il tempo che vorrei
Letteratura italiana
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Una storia possibile
Partendo dal presupposto che non é scritto con uno dei migliori stili che abbia incontrato o con la storia più avvincente, nella sua semplicità riesce a prenderti, a lasciarti qualcosa.
Una semplice storia d'amore tra due persone finita male dove lui cerca in tutti i modi di recuperare.
A volte surreale e banalizzata ma nonostante ciò, proprio per il fatto che é una storia che potrebbe accadere a tutti, anzi, abbastanza comune direi, riesce a prenderti, a volte mi é sembrerò di leggere parti della mia vita, del mio modo di pensare. Adoro i personaggi di Fabio Volo.
Pagine scritte in modo semplice, scorrevole, alcune molto profonde, che ti viene voglia di rileggere.
Lettura consigliata a qualsiasi genere di pubblico.
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MERITIAMO TUTTI UNA SECONDA OCCASIONE
La settimana scorsa ero su un treno diretta a casa: ero stanca, avevo caldo, sonno e provavo quella sensazione di vuoto allo stomaco tipica di quando hai appena passato due ore su un esame universitario e non sai quanto dovrai aspettare per conoscerne i risultati. Per passare il tempo stavo ovviamente leggendo quando ecco accadere il dramma: uno sconosciuto seduto di fronte a me tira fuori un romanzo, alza lo sguardo e incontrando i miei occhi mi chiede cosa stessi leggendo. Dopo aver sentito la mia risposta alza con orgoglio la copertina del suo che riconosco subito come uno dei tanti romanzetti firmati Fabio Volo.
Ora, al di la del fatto che ho volontariamente ignorato il mio compagno di viaggio in seguito a questa scoperta, ho avuto una sorta di triste epifania: ho sempre denigrato il buon Fabio e i suoi romanzi basandomi sull’aver sfogliato un suo libro e aver letto qualche passaggio qua e la ma non gli ho mai dato modo di spiegarsi, di dire la sua insomma. Così dopo aver consultato le mie fonti segrete ho deciso, nonostante la ferma opposizione dei miei neuroni e del mio buon senso, di leggere “Il tempo che vorrei”.
Il protagonista, Lorenzo, è un ragazzo profondamente in sintonia con le proprie emozioni (non potete neanche lontanamente immaginare la frequenza con cui leggerete “ho pianto” ), un po’ come una giovane donna. È nato in una famiglia povera (anche questo non smetterà mai di ripeterlo), ha abbandonato gli studi per portare un po’ di soldi a casa, per una serie di fortuite coincidenze ha fatto carriera e si è trasferito a Milano. Qui ha incontrato la sua “lei” con cui ha convissuto per poi essere abbandonato perché “impossibilitato ad amare qualcuno”: il romanzo è incentrato su una lunga introspezione che analizza minuziosamente il rapporto di Lorenzo con il padre e di Lorenzo con la sua ex, infarcito di luoghi comuni, frasi fatte, immagini stereotipate e emozioni latenti che hanno confermato la mia teoria secondo cui l’80% dei libri del piccolo Fabio sono composti da frasi tratte dai Baci Perugina e il restante 20% da punteggiatura.
Leggere il quinto romanzo di Fabio Volo è stato stilisticamente parlando un po’ come frequentare un corso preparto,: i paragrafi sono composti da brevi frasi. Immaginate lo strazio di dover spezzare il ritmo di lettura appena ingranato. È lo stesso che chiedono di fare alle partorienti con la loro respirazione per far nascere il proprio pargolo. È lo stesso meccanismo che sto usando in questo momento. Non sentite un formicolio alle mani?
“Il tempo che vorrei” è un libro che mi ha fatto pensare al passato: ricordo con nostalgia quando ero un’adolescente complessata che trascorreva i pomeriggi a riflettere con il mio migliore amico ai tempi del liceo su cose come il senso della vita, le relazioni tra gli esseri umani, l’amicizia e l’amore.
Allora ho capito.
Fabio Volo questo periodo di profonda riflessione critica, saccente e un po’ bohèmienne non l’ha ancora superato: va ancora in giro portandosi a braccetto la versione brufolosa di se stesso e come tutti gli adolescenti di oggi sente la necessità quasi fosse una missione umanitaria (non richiesta, tra l’altro) di dover condividere le sue turbe con noi attraverso i suoi libri.
Fabio Volo è il Federico Moccia degli adulti: viene acquistato da una generazione di post-adolescenti che credono di essere “cresciuti” per il semplice fatto che sono trascorsi più di trent’anni dalla loro nascita ma che in realtà sono ancora affossati nella triste palude della loro tenera età cerebrale e non sono in grado di superare le difficoltà che spesso devono affrontare.
La quantità materiale di libri venduti da un autore del genere è un triste sintomo di come la nuova generazione di adulti si rapporta al mondo; allora cari giovani sbarbatelli, vi svelo un segreto: ogni singolo essere umano sulla faccia della Terra ha passato, sta passando o passerà dei brutti momenti. È la vita, un roller coaster la cui velocità la stabiliscono i fatti: a voi non resta che godervi il giro.
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CAFFE' NERO BOLLENTE
Bello.
Più bello se, come in questo caso, la recensione è fatta a mente fredda, dopo un po' di tempo da quando l'ho letto.
Lo stile di Volo (oltre a questo ho letto solo "Le prime luci del mattino") mi piace. E' semplice. Diretto. Vicino.
La trama è un po' banale, anzi, più che banale è ... è una storia come potrebbe capitare a tanti. E proprio per questo acchiappa. E il rischio, per lo scrittore, di cadere nel ruffiano è alto. Tuttavia, mi sono voluto convincere che Volo non mi abbia preso in giro e che sia stato onesto nello scrivere. Con questa convinzione il libro è davvero più appagante.
Altrimenti ... altrimenti non vale gran che ... se non come passatempo.
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Tutti i miei domani per un solo ieri
Fabio Volo.Molti sentono questo nome e fanno una smorfia.Pensano che non sia uno scrittore o che i suoi libri siano solo per ragazzine.La maggior parte di queste persone però non hai mai aperto un suo libro.E la cosa peggiore è giudicare un libro dalla copertina."Il tempo che vorrei" racconta di Lorenzo,un uomo,che ha fatto tanti errori e sente di non poter rimediare,di aver perso l'occasione per essere felice.La storia viene raccontata in prima persona attraverso una serie di ricordi che portano il protagonista a riflessioni sulla propria vita.E sono le riflessioni,una delle tante cose belle di questo libro.Un esempio? "Quando non stai più con la
persona con cui vorresti stare, il pensiero di lei ti entra nella testa nei momenti più impensati.
All'improvviso vieni assediato da ricordi e immagini. Succede ogni volta che il presente
sembra passare nella tua vita senza degnarti nemmeno di uno sguardo, e allora finisce che
vivere negli angoli e nelle pieghe di giorni passati è più bello di ciò che stai vivendo."
La storia può sembrare banale,una persona che soffre per amore,che novità!Qualsiasi storia potrebbe esserlo ma oltre ai singoli eventi,esiste anche il modo in cui vengo raccontati e come si arriva ad essi.Questa rottura porta il protagonista a riconsiderare se stesso e la sua vita,a domandarsi chi è realmente Lorenzo.Amo questo libro perché per molti aspetti,mi ritrovo in Lorenzo e quindi riesco a capirlo.Forse non sarà un capolavoro letterario pieno di paroloni,ma spiega i sentimenti dell'animo in modo che ti arrivino dritti al cuore ed è questa la cosa bella di un libro che ti rimane dentro,che riesci a farlo tuo...
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Perchè il tempo è prezioso
Ho terminato questa mattina dopo appena una settimana questo libro di Fabio Volo che giudico piacevolessimo, scorrevole, emotivamente coinvolgente. Per me è la prima volta con Volo, l'ho sempre snobbato, ma devo ricredermi, perchè l'autore con questo libro è riuscito a toccare il mio cuore, Lorenzo è diventato mio amico e come spesso accade mi è dispiaciuto lasciarlo. Io ho scelto Il tempo che vorrei, perchè colpita dalla trama, il tempo spesso mi ossessiona, e questo libro da la percezione di quanto il tempo sia importante, e di come spesso non si riesca ad arrivare in tempo...
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IL TEMPO CHE VORREI?!?
Il protagonista di questo romanzo è un uomo che affronta un rapporto difficile con un padre presente ma anche assente e una donna, una Lei che lo ha lasciato, se n’è andata e sta sposarsi.
Fabio Volo ripercorre sin dall’infanzia la vita del protagonista e tre sono i temi principali: 1-il disagio del giovane Lorenzo che proviene da una famiglia umile che a stento riesce arrivare a fine mese, il senso di inadeguatezza che prova quando si confronta con gli altri perché non ha ciò che hanno loro e non è come loro, perfino quando sarà adulto e affermato professionalmente continuerà a trascinarsi quest’ombra che diventa un senso di colpa nei confronti della famiglia; 2-il rapporto difficile con un padre che è fisicamente presente ma umanamente è distante, lavora e basta, la fatica che fin da piccolo fa per conquistare anche un solo cenno della sua attenzione o approvazione; 3-Lei, una donna il cui nome non verrà mai pronunciato all’interno del romanzo se non alla fine, Lei che lo ha lasciato se n’è andata e sta per sposarsi perché lui è sentimentalmente immaturo o incapace di amare.
Le basi questo libro le ha tutte e alcune sono anche particolarmente toccanti, non di certo quando un capitoli si e uno no, come un mantra che ti perseguita, parla di Lei che lo ha lasciato, se n’è andata e sta per sposarsi . Se per il protagonista LEI è un’ossessione per il lettore è un incubo! Arrivata ben oltre la metà del libro ti fai una domanda: ma la storia quando inizia?
A differenza degli altri, in questo libro Fabio Volo non è particolarmente ironico o scanzonato (escluso l’attore non protagonista Nicola) ma va benissimo così! Il punto è che manca la storia o al massimo ha una struttura molto debole, sembra tutto una premessa, potresti tranquillamente leggere le ultime pagine del libro e hai letto tutto. Bisogna dargli atto che la lettura è molto fluida e semplice, come in tutti i suoi libri non è mai pretenzioso….ma una volta finito il libro sembra quasi incompleto, bastava sforzarsi un po' di più.
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ripetitivo
Ho letto questo libro dopo l'euforia di "E' una vita che ti aspetto" ed "Un posto nel mondo" , ma non si è rivelato all'altezza delle mie aspettative . Il succo della storia mi sembra molto simile ai precedenti , l'autore espone i problemi del protagonista senza però poi darne una soluzione , non ci sono indicazioni temporali che permettano di seguire per bene tutte le vicende della vita di Lorenzo e il finale è tristissimo e senza significato . Davvero non sono riuscita a capire che cosa voglia dire ! Dopo che i primi due li avevo trovati bellissimi , questo mi ha delusa molto !
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Utile come fermalibri (forse)
Sono sempre stato critico nei confronti di Fabio Volo: non mi riesco a capacitare di come un personaggio così scialbo, incolore, sempliciotto, pseudo-ribelle frutto della televisione e della radio possa aver scritto "libri di grandissimo successo" come dicevano molti miei compari che leggevano i suoi tomi.
Ebbene, un giorno d'Esselunga, trovai in superofferta uno dei suoi masterpiece, e decisi di comprarlo.
Quando mai.
E' stata una lettura deprimente. Non per la storia, la storia più banale che si possa mai raccontare (e con "banale" nel vero significato della parola, ossia "comune, che puoi riscontrare ogni giorno") ma per il modo in cui è impostata: un'accozzaglia dei pensieri più deprimenti di qualsiasi persona che si senta frustrata.
Va bene, può essere che Volo voglia raccontare la vita "comune", ma non così. Si vede lontano un miglio che non ha nemmeno la licenza superiore. Il lessico è di una povertà sconcertante, turpiloquio perché-va-così-tanto-di-moda a iosa, sessosessosessosesso ed un finale da farti venir voglia di prendere il libro e buttarlo fuori dalla finestra dopo essere andati in questura a denunciare una violenza mentale.
Vanno bene le letturine leggere, quelle "per evadere", ma questa non è lettura leggera, figuriamoci letteratura.
La domanda che mi sono posto alla fine del libro non è stata "ma perché quello là scrive questi insulti alla lingua?" ma "perché in Italia vengono pubblicate porcherie del genere?"
Ecco. Ponetevi questa domanda: perché in Italia vengono pubblicati libri di personaggi VIP che parlano di come la vita sia "schifosessofrustrazioneamoreritornanonlasciarmicazzo" (e non alla Bukowski eh) e non vengono pubblicati romanzi, racconti di gente comune che magari si è impegnata a fondo per creare qualcosa di bello da condividere col mondo? Perché dare precedenza a porcate del genere?
Perché fanno immagine? Beh, se questo libro sperava di celebrare il presunto talento di Volo credo lo abbia stroncato definitivamente (sul piano letterario).
Spero vivamente Volo non riempia ancora una volta le librerie di porcate simili perché nemmeno Cinquanta Sfumature di Grigio riesce ad essere così ributtante.
Nessuna trama, nessun messaggio, nessuna morale... il nulla.
Appena 200 pagine scritte in Caslon 20 (20!!!!) che possono leggere anche i presbiti più disperati.
Fortemente sconsigliato.
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Ributtante
Ho letto molti brutti libri nella mia vita. Dall'insulso "Io e te" di Ammaniti al noioso "Dottor Niù" di Benni, fino ai classici indigesti "Cuore di tenebra" e "I Malavoglia". Ma nulla potrà mai competere con "Il tempo che vorrei" di Fabio Volo. L'arroganza, la pateticità, gli stereotipi, il provincialismo, la ripetitività, la morbosità, il viscidume, condensati tin 152 pagine. Mi capacito solo ora del perchè abbia tanto seguito tra il pubblico femminile, soprattutto quello che legge poco o nulla. Batte forte su ciò che le donne desiderano, ci gira attorno con fare navigato, come quei ridicoli playboy da riviera romagnola. Per chi ama la letteratura, è un affronto e una minaccia.
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bello, ma spero in un seguito
Premessa: da 0 a 10 è pur sempre un 8 pieno.
Diverso dagli altri libri di Fabio, che ci aveva abituati troppo bene. Non ho trovato lo stesso tema della "crescita", ad esempio, di "è una vita che ti aspetto" e "un posto nel mondo" (me lo sarei aspettato e... mi sarebbe piaciuto). Il protagonista, Lorenzo, non cresce. O meglio, cresce "fuori" nel senso che riesce a dare alla sua vita un taglio nuovo, uscendo da una crisi. Però è una crescita solo quantitativa, non qualitativa. La crescita "interna" pare non avvenga. Crescono altre figure (il padre), ma non si capisce bene come e perchè. Sembra quasi che sia lui a indurle a crescere, ma non è chiaro. Lorenzo è supplichevole, pretenzioso, bisognoso, debole. Ovvio che è molto simpatico, ma non dà la stessa ispirazione di altri protagonisti dei suoi libri. La sensazione è che non "dia risposte". Mi sembra una specie di spin off: riciclare idee già usate, ma metterle insieme in modo un po’ troppo ripetitivo. Quindi, se uno ha già letto libri di Fabio rischia di rimanere deluso. In caso contrario risulterebbe di sicuro una novità.
Ad ogni modo il libro è molto coinvolgente, scorrevole, emozionante.
Il finale induce a sperare che ci sia un seguito.
Fabio, per favore, riprendi in mano questa storia e finiscila: "il tempo che vorrei 2".